Venerdì 12 giugno 2020: ancora ospedale
Pioggia
La pioggia di ieri ha lasciato qualche strascico: qualche coperta umida, un cuscino bagnato di lato e alcune lenzuola zuppe d’acqua.
Io e Francesca nel letto in mansarda, salvaguardati dall’umidità da un telo mare, Eugenio al suo solito letto singolo centrale all’asciutto e Giuseppina in stato precario, molto precario, mezza sdraiata nel letto in fondo. All’umido.
Comunque è passata tranquilla. A Park Colombo ci siamo trovati bene: tranquillo, poco alberato si, ma carico e scarico acqua, corrente, e tutto per 20 euro al giorno.
Onestamente a Piazza Garibaldi non si poteva stare: già dalle 20 iniziava a scorrere alcool a valanga, e bottiglie di birra iniziavano a non contarsi più, l’euforia dei bevitori saliva a livelli quasi incontrollabili. Non era affatto sicuro, ed in previsione di un possibile traffico notturno a tenerci svegli, abbiamo preferito cambiare aria.
Sveglia
La sveglia suona alle 7.30
Preparo toast al formaggio e pancetta per tutti. Il tempo di lavarsi e vestirsi, abbastanza rapidamente, alle 8.15 paghiamo il parking camper e saltiamo sulla Cristoforo Colombo direzione OPBG.
Da buona norma Ruberto, alle 9.00 siamo all’ingresso OPBG. Scendono al volo Eugenio e Giuseppina. Io e Francesca proseguiamo per piazza Garibaldi, dove rapidamente troviamo parcheggio.
Una bella passeggiata all’aria fresca, ripida discesa dalla passeggiata del Gianicolo verso OPBG.
Siamo di nuovo riuniti, in attesa delle analisi e l’inizio del trial INCB 84344-102 C1D1.
Sono le 10.30: i bimbi sono tanti, tantissimi, troppi.
Se non mettiamo la salute prima di tutto, il futuro sarà tutto un ospedale, altro che centri commerciali.
Arriva finalmente la chiamata via interfono: “Ruberto in K6“
Eugenio, con le lacrime agli occhi mi confessa: “papà, vicino a me c’era una bimba…. solo pelle e ossa, per fare le analisi” . Gli rispondo: “non preoccuparti amore, Dio aiuta tutti” e trattengo difficilmente le lacrime.
Colloquio
Alle 12.30 ci chiamano a colloquio in k14
Ancora rilievi dei parametri.
Eugenio con le mani gelide come il polo nord, non riusciva a far alzare l’asticella dell’ossimetria.
Ponatinib
Presi nuovamente i parametri, ritorniamo in k14, dove ci consegno l’agognato Ponatinib
Ci danno appuntamento per mercoledì prossimo, perché giovedì siamo impegnati nella discussione della tesina per gli esami di terza media di Eugenio. I prossimi appuntamenti saranno sempre di giovedì.
Pranzo in mensa
Decidiamo di fare un rapido pasto alla mensa dell’ospedale prima di avviarci. Penne al tonno, purè, cotoletta e insalata, frutta, panino… La fame c’è e sia noi che i ragazzi mangiamo di gusto.
Finito il pranzo ci avviamo verso il belvedere del Gianicolo, lì è il camper parcheggiato.
Salendo la passeggiata del Gianicolo, incrociamo uno stormo di meravigliosi pappagalli verde tropicale. Grazie Dio!
Una volta a bordo, Eugenio prende le compresse di ondansetrone (come suggerito dalla dottoressa) e, a seguire, le compresse di Ponatinib.
Inutile nascondere che c’è ansia e preoccupazione, ma facciamo finta di nulla. Sistemiamo il letto per il riposino, Eugenio e Francesca si sdraiano e crollano immediatamente a dormire.
Il rientro è sereno, traffico scorrevole anche se sostenuto. Si nota proprio che il lockdown è finito. Ogni tanto Giuseppina prende sonno sul sedile del copilota, ma è sempre vigile e attenta.
Arrivo a casa
Alle 17.30 siamo a casa. Casa, il calore di casa, l’odore di casa.
Ci inondano d’amore le tantissime telefonate di parenti e amici. Siamo a casa.
Nel pomeriggio la visita di zia Mariapina, zio Alessandro, Serena e Matteo allietano l’umore del nostro guerriero.
Ultimo aggiornamento il 16 Ottobre 2024 by Remigio Ruberto
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