Leggi e ascolta un’ode dovuta di Amanda Gorman
Stiamo attraversando un’epoca difficile, fatta di nuove emergenze e crisi che sembrano non avere soluzioni concrete. In questo clima di preoccupazione, vogliamo condividere un po’ di speranza con la bellissima poesia di Amanda Gorman, la giovane autrice e attivista che con “Un’ode dovuta” ha incantato l’Assemblea dell’ONU l’anno scorso.
Sentiamo l’urgenza, il coraggio e la buona volontà di tutti quei giovani che lottano, anche nel loro piccolo, per rendere il mondo che abitiamo un posto migliore. Senza scuse, senza affermare che da soli non si può far niente, senza piangersi addosso.
Da giorni difficili recuperare, tutto l’amore possibile, da tragedie quali il cambiamento climatico, la fame nel mondo, la povertà e tutte le disparità esistenti, punti di partenza per ritrovare un equilibrio.
Lo dobbiamo a questa terra meravigliosa che ci ospita e ci accoglie ogni giorno. E’ un’ode dovuta, da diffondere e urlare a squarciagola, da ripetere e conservare nel cuore per i momenti più bui.
Leggi la poesia
Sfiniti, arrabbiati, siamo in pericolo,
non a causa del nostro numero,
ma a causa del nostro torpore.
Come posso chiedervi di fare del bene,
se abbiamo a malapena resistito
alle nostre più gravi minacce:
la profondità della morte, la disperazione e la disparità,
atti atroci nelle città, nei paesi, negli Stati,
vite perse, costi climatici.
Siamo estranei
ai pericoli e al dolore gli uni degli altri,
ignari che il benessere della società
e del pianeta hanno in comune una parola–
–Uguaglianza.
Non significa essere esattamente uguali,
ma mettere in atto un obiettivo ampio:
il bene del mondo al massimo delle sue capacità.
I saggi ritengo che la gente senza potere
non offra possibilità al nostro pianeta.
Pertanto, sebbene la povertà sia una povera esistenza,
la complicità è una scusa più povera.
Dobbiamo andare lontano,
anche se questa battaglia è difficile ed incommensurabile,
anche se questa battaglia non l’abbiamo scelta.
Per salvare la terra non è una battaglia impossibile
da vincere, ma una benedizione troppo importante da perdere.
Questa è la verità più urgente:
che la nostra gente ha un solo pianeta da chiamare casa
e che il nostro pianeta ha un solo popolo da chiamare suo.
Possiamo dividerci ed essere conquistati da pochi,
oppure possiamo decidere di conquistare il futuro,
e dire che oggi abbiamo scritto una nuova alba,
dire che finché avremo umanità,
avremo anche speranza.
Insieme, non saremo solo la generazione
che prova, ma la generazione che trionfa;
Guardiamo a un’eredità
dove il domani non è guidato
dalla condizione umana,
ma dalla convinzione umana.
E nonostante la speranza da sola non basti a salvarci ora,
con essa possiamo sfidare il presente,
perché il cambiamento più difficile dipende
dalle nostre sfide più oscure.
Così, la nostra crisi possa essere il nostro grido, il nostro bivio,
la più antica ode che ci dobbiamo l’un l’altro.
Intoniamola, per il clima,
per le nostre comunità.
Rispetteremo e proteggeremo
ogni parte di questo pianeta,
consegnate il messaggio a ogni cuore su questa terra,
fino a quando il valore di nessuno sarà decretato
dalla razza, dal sesso, dalla classe o dall’identità
con cui sono nati.
Questa mattina giuriamo
di essere una sola stirpe umana,
fondata non solo nel dolore
che sopportiamo, ma nel bene che iniziamo a praticare.
A chiunque là fuori:
vi chiedo solo di interessarvi prima che sia troppo tardi,
di vivere consapevoli e coscienti,
di indurre all’amore nelle ore d’odio.
Vi sfido ad ascoltare questa chiamata,
vi sfido a plasmare il nostro destino.
Soprattutto, vi sfido a fare del bene
Affinché il mondo possa essere grande.
Ascolta la poesia
Chi è Amanda Gorman
Amanda Gorman è una poetessa e attivista statunitense, nata a Los Angeles il 7 marzo 1998. Cresciuta insieme alla madre, ai fratelli e alle sorelle in una casa in cui l’uso della tv e dei dispositivi elettronici era molto limitato, ha da sempre coltivato la passione per la scrittura e la lettura, cominciando a scrivere poesie addirittura a otto anni.
Ultimo aggiornamento il 7 Dicembre 2024 by Remigio Ruberto
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