Scendere o salire
Meditazione sull’assenza, e sulla presenza: scendere o salire
Stiamo imparando che la fede è anche scelta.
Bisogna scegliere: salire o scendere?
Salire verso il cielo, seguendo la chiamata di Dio, ascoltando la Sua Parola, e lasciare orme sulla terra affinché dall’alto possiamo ammirare tutto l’amore che abbiamo lasciato?
Scegliere di salire è difficile: bisogna entrare in quel concetto di povertà, materiale, dove lasciamo tutto quello che non serve alla nostra fede, al nostro credo, alla nostra vita spirituale, e distaccarsi dalla vita terrena.
Non è proprio facile. Se abbiamo la mente attaccata alla terra.
Ma se per un attimo stacchiamo i nostri piedi da terra, la nostra mente inizierà a volare, a sentire la leggerezza del cielo, la profondità e la purezza della mente di Dio.
Sembra difficile, ma se riusciamo a focalizzare i nostri pensieri sui nostri amati che ci hanno preceduto nel paradiso, nel giardino eterno, è uno schioccare di dita.
Oppure possiamo decidere di scendere. Scendere verso l’abisso dell’oscurità. Scendere verso la chiusura del cuore. Scendere verso la cupidigia umana, verso l’opulenza dell’inutile.
Ed allora terremo sempre i piedi sulla terra, fino a quando sarà la stessa terra che ci assorbirà, con tutte le sue pene, con tutte le sue iniquità, con tutta la sua grandezza microscopica.
Attaccarsi alla terra, alla sua mondanità, alla sua ricchezza povera, ci renderà grigi, spenti, vuoti, affamati e assetati di niente.
Noi abbiamo scelto la Luce, noi abbiamo scelto di salire.
Eugenio: il nostro pensiero oggi e sempre è rivolto a te, che sei stato prescelto per godere dell’amore eterno di Dio.
Ritorniamo con la mente e con il cuore al 17 ottobre 2020: non è un leccarsi le ferite, è ricordare tutto l’amore che ci hai lasciato. Il tuo sorriso è la nostra forza e la nostra speranza.
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