Saper lasciare

carovana nel deserto

commento di Mt 19,23-30, a cura di Stefano Corticelli SJ

Ciò che rende bello il deserto è che da qualche parte vi è nascosto un pozzo.

Antoine de Saint-Exupery

Mi preparo

Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore

Entro nel testo (Mt 19,23-30)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».

Mi lascio ispirare

Il cammello compie lunghe traversate nel deserto, grazie alla riserva d’acqua contenuta nelle sue gobbe. Abbiamo bisogno anche noi di portarci sul dorso tanto peso? Spesso abbiamo la sensazione di camminare nel deserto, dove il sole è cocente e il vento scatena la tempesta.

Ci sentiamo spaventosamente piccoli. Siamo certi di dovere fare qualcosa per tutelarci. Ci circondiamo di beni, ci facciamo forti dei nostri successi, andiamo a rovistare tra le attestazioni di stima. Dimentichiamo di avere un dono, la capacità di sentire la presenza dell’acqua, lì dov’è.

Il dono di leggere gesti d’amore, di attenzione, di cura tra persone sconosciute e negli ambienti apparentemente meno ospitali. Questo dono si attiva quando vengono meno le altre risorse. È un dono da beduini, dalla vita precaria e dal bagaglio leggero.

Forse non ci è chiesto di vendere tutto ciò che abbiamo, ma di lasciarlo, non farlo diventare la fonte della nostra sicurezza. Lasciare per trovare.
L’acqua non ci mancherà, neppure nel deserto.

Stefano Corticelli SJ

Immagino

Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.

Rifletto sulle domande

Quale situazione di vita hai davanti, da attraversare?

Che cosa ti pesa inutilmente?

Che cosa, invece, ti serve?

Ringrazio

Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.

(fonte © GET UP AND WALK)


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