San Pio da Pietrelcina: la storia completa
SACERDOTE O.F.M. CAP. (1887-1968)
Intorno alla sua figura si sono versati molti fiumi di inchiostro. Un incalcolabile numero di articoli e tantissimi libri : si conta che approssimativamente sono più di 200 le biografie a lui dedicate soltanto in italiano. “Farò più rumore da morto che da vivo”, aveva pronosticato lui con la sua solita arguzia.
Nascita
Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, nasce il 25 maggio 1887 a Pietrelcina, un piccolo comune alle porte di Benevento; fu battezzato il giorno successivo nella chiesa di Sant’Anna. Gli venne dato il nome Francesco per desiderio della madre, devota a S. Francesco d’Assisi. Il padre Grazio Maria, nato nel 1860, e la madre Maria Giuseppa De Nunzio, nata nel 1859, erano poveri contadini sposati da sei anni ed avevano già avuto tre figli, di cui due già morti, alla nascita di Francesco.
Il 27 settembre 1899 riceve la Comunione e la Cresima dall’allora arcivescovo di Benevento Donato Maria dell’Olio.
Il desiderio di diventare sacerdote si manifestò molto presto e fu sollecitato dalla conoscenza di un frate del convento di Morcone, fra Camillo da S. Elia a Pianisi, che periodicamente passava per Pietrelcina a raccogliere offerte. Le pratiche per l’entrata in convento furono iniziate nella primavera del 1902, quando Francesco aveva 14 anni, ma la sua prima domanda ebbe esito negativo. Solo nell’autunno del 1902 arrivò l’assenso.
Francesco raccontò di aver avuto una visione, il 1° gennaio del 1903 dopo la Comunione, che gli confermava e chiariva la sua vocazione alla continua lotta con satana. La notte del 5 gennaio, l’ultima che passava con la sua famiglia, disse di aver avuto un’altra visione in cui Dio e Maria lo incoraggiavano e lo assicuravano della loro predilezione.
Il noviziato e i voti
La mattina del 6 gennaio, dopo aver assistito alla messa nella chiesa parrocchiale di Pietrelcina, accompagnato dal suo maestro Angelo Caccavo e dal sacerdote don Nicola Caruso, Francesco venne ricevuto al noviziato dei Cappuccini della provincia religiosa di Foggia, a Morcone (Benevento). Il 22 gennaio dello stesso anno, a 15 anni, Francesco vestì i panni di probazione del novizio cappuccino e diventò fra Pio.
Concluso l’anno del noviziato, fra Pio emise la professione dei voti semplici (povertà, castità ed obbedienza) il 22 gennaio del 1904. Tre giorni dopo si recò a S. Elia a Pianisi per intraprendere gli studi ginnasiali. Il 27 gennaio 1907 emise la professione dei voti solenni. Seguì studi classici e di filosofia e nel novembre del 1908 raggiunse Montefusco, dove proseguì i suoi studi di teologia. Il 18 luglio del 1909, ricevette l’ordine del diaconato, nel noviziato di Morcone.
Fu ordinato sacerdote il 10 agosto 1910, nel Duomo di Benevento, da mons. Paolo Schinosi; nell’immagine ricordo della sua prima messa aveva scritto “Gesù, mio sospiro e mia vita, oggi che trepidante ti elevo in un mistero d’amore, con Te io sia per il mondo Via,Verità e Vita e per Te sacerdote santo, vittima perfetta”.
I primi anni di sacerdozio sono compromessi e resi amari dalle sue pessime condizioni di salute, tanto che i superiori lo rimandano più volte a Pietrelcina, nella casa paterna, dove il clima gli è più congeniale. Padre Pio è malato assai gravemente ai polmoni. I medici gli danno poco da vivere. Come se non bastasse, alla malattia si vanno ad aggiungere le terribili vessazioni a cui il demonio lo sottopone, che non lasciano mai in pace il povero frate, torturato nel corpo e nello spirito.
L’arrivo a San Giovanni Rotondo
Nel 1916 i superiori pensano di trasferirlo a S. Giovanni Rotondo, sul Gargano, e qui, nel convento di S. Maria delle Grazie, ha inizio per Padre Pio una straordinaria avventura di taumaturgo e apostolo del confessionale. Un numero incalcolabile di uomini e donne, dal Gargano e da altre parti dell’Italia, cominciano ad accorrere al suo confessionale, dove egli trascorre anche quattordici-sedici ore al giorno, per lavare i peccati e ricondurre le anime a Dio.
Il 20 settembre 1918 riceve le stigmate della Passione di Cristo che resteranno aperte, dolorose e sanguinanti, per ben cinquant’anni. Padre Pio viene visitato da un gran numero di medici, subendo incomprensioni e calunnie per le quali deve sottostare a infamanti ispezioni canoniche; si dichiara “figlio dell’obbedienza” e sopporta tutto con serafica pazienza. Infine, viene anche sospeso a divinis e solo dopo diversi anni, prosciolto dalle accuse calunniose, può essere reintegrato nel suo ministero sacerdotale.
Casa Sollievo della Sofferenza
La sua celletta, la numero 5, portava appeso alla porta un cartello con una celebre frase di S. Bernardo: “Maria è tutta la ragione della mia speranza”. Maria è il segreto della grandezza di Padre Pio, il segreto della sua santità. A Lei, nel maggio 1956, dedica la Casa Sollievo della Sofferenza, una delle strutture sanitarie oggi più qualificate a livello nazionale e internazionale, con più di 70.000 ricoveri l’anno, attrezzature modernissime e collegamenti con i principali istituti di ricerca nel mondo.
Negli anni ’40, per combattere con l’arma della preghiera la tremenda realtà della seconda guerra mondiale, Padre Pio diede avvio ai Gruppi di Preghiera, una delle realtà ecclesiali più diffuse attualmente nel mondo, con oltre duecentomila devoti sparsi in tutta la terra. Con la Casa Sollievo della Sofferenza essi costituiscono la sua eredità spirituale, il segno di una vita tutta dedicata alla preghiera e contrassegnata da una devozione ardente alla Vergine.
Da Lei il frate si sentiva protetto nella sua lotta quotidiana col demonio, il “cosaccio” come lo chiamava, e per ben due volte la Vergine lo guarisce miracolosamente, nel 1911 e nel 1959. In quest’ultimo caso i medici lo avevano dato proprio per spacciato quando, dopo l’arrivo della Madonna pellegrina di Fatima a San Giovanni Rotondo, il 6 agosto 1959, Padre Pio fu risanato improvvisamente, tra lo stupore e la gioia dei suoi devoti.
“Esiste una scorciatoia per il Paradiso?”, gli fu domandato una volta. “Sì”, lui rispose, “è la Madonna”. “Essa -diceva il frate di Pietrelcina – è il mare attraverso cui si raggiungono i lidi degli splendori eterni”. Esortava sempre i suoi figli spirituali a pregare il Rosario e ad imitare la Madonna nelle sue virtù quotidiane quali l’umiltà, la pazienza, il silenzio, la purezza, la carità.
“Vorrei avere una voce così forte – diceva – per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna”.
Lui stesso aveva sempre la corona del rosario in mano; lo recitava incessantemente, per intero, soprattutto nelle ore notturne. “Questa preghiera – diceva Padre Pio – è la nostra fede, il sostegno della nostra speranza, l’esplosione della nostra carità”.
Il suo testamento spirituale, alla fine della sua vita, fu: “Amate la Madonna e fatela amare.Recitate sempre il Rosario”.
Tra i segni miracolosi del santo frate ci sono, oltre alle stigmate, il dono della bilocazione e della capacità di leggere nei cuori e nella mente delle persone.
Morte e canonizzazione
Padre Pio muore, all’età di 81 anni, il 23 settembre 1968; ai suoi funerali parteciparono più di centomila persone giunte da ogni parte d’Italia.
Il 20 marzo 1983 iniziò il processo diocesano per la sua canonizzazione.
Il 21 gennaio 1990 Padre Pio venne proclamato venerabile; fu beatificato il 2 maggio 1999 e canonizzato, il 16 giugno 2002, da San Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005).
Il vostro servitore, che ha preparato questa composizione agiografica, ha conosciuto Padre Pio (a l’occasione di una visita fatta a S. Giovanni Rotondo col Seminario Arcivescovile di Napoli) e messo fuori dalla sacrestia, dallo stesso Padre Pio, insieme ad un altro seminarista, divenuto poi prete (Don Luigi Graziuso), per aver scattato due foto di nascosto (la pellicola, stranamente, risultò nera).
Nella chiesa del citato amico, fine 1998, si impresse indelebilmente, su un pezzo di marmo di Carrara, di uno dei pilastri della parte destra della navata centrale, l’effigie di Padre Pio, tuttora visibile.
Per la cronaca : ci fu il prelievo e sequestro del marmo in questione, da parte della Curia, e restituito dopo diversi mesi di accurati controlli per verificare, come era il caso, che non ci fossero artifizi. (gpm)
Preghiera a San Pio da Pietrelcina del Santo Padre Giovanni Paolo II
Insegna anche a noi, ti preghiamo, l’umiltà del cuore per essere annoverati tra i piccoli del Vangelo ai quali il Padre ha promesso di rivelare il misteri del suo Regno.
Ottienici uno sguardo di fede capace di riconoscere prontamente nei poveri e nei sofferenti Il volto stesso di Gesù.
Sostienici nell’ora del combattimento e della prova e, se cadiamo, fa che sperimentiamo la gioia del sacramento del perdono.
Trasmettici la tenera devozione Verso Maria, madre di Gesù e nostra.
Accompagnaci nel pellegrinaggio terreno Verso la Patria beata, dove speriamo di giungere anche noi per contemplare in eterno la Gloria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Joannes Paulus II
Per approfondimenti: Pio da Pietrelcina
Portale ufficiale di Padre Pio da Pietrelcina | San Pio
(fonte © vangelodelgiorno.org)
Pietrelcina, 25 maggio 1887. E’ tra queste coordinate spazio-temporali che inizia la storia di uno dei Santi più amati: padre Pio, al secolo Francesco Forgione. La sua vita, ispirata dall’esempio di San Francesco, ha un riferimento costante: la Croce, la passione di Cristo.
“Un povero frate che prega”
Nasce in una famiglia di contadini e fin da bambino è animato dal desiderio di “farsi frate”. A 16 anni entra nel noviziato dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini a Morcone e sceglie di chiamarsi Fra Pio. Nel 1910 riceve l’ordinazione sacerdotale. Sei anni dopo, entra nel convento di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo. Dedica molte ore della giornata al sacramento della Confessione. Il vertice del suo impegno apostolico è la celebrazione della Santa Messa. Si definisce “un povero frate che prega”. “La preghiera – afferma – è la migliore arma che abbiamo, una chiave per aprire il cuore di Dio”.
Un incontro straordinario
Nel 1948 confessa un giovane sacerdote polacco, don Karol Wojtyła, che 30 anni dopo salirà al soglio di Pietro con il nome di Giovanni Paolo II. Nell’umile frate – sottolinea il Pontefice nel 1999 durante il rito di beatificazione di Padre Pio – si scorge l’immagine di Cristo sofferente e risorto: “Il suo corpo, segnato dalle ‘stimmate’ mostrava l’intima connessione tra morte e risurrezione”. “Non meno dolorose, e umanamente forse ancor più cocenti – ricorda il Papa nell’omelia – furono le prove che dovette sopportare in conseguenza, si direbbe, dei suoi singolari carismi”. Per Padre Pio “soffrire con Gesù” è un dono: “nel contemplare la croce sulle spalle di Gesù mi sento sempre più fortificato ed esulto di una santa gioia”. “Tutto quello che ha sofferto Gesù nella sua passione – rivela – indegnamente, lo soffro anch’io, per quanto è possibile a creatura umana”.
“Sollievo della Sofferenza”
La vita di padre Pio è anche il riflesso di un incessante impegno teso ad alleviare dolori e miserie di tante famiglie. Nel 1956 viene inaugurata la “casa Sollievo della Sofferenza”, un polo ospedaliero d’avanguardia. E’ la “pupilla dei miei occhi”, afferma il frate che in occasione del discorso di inaugurazione aggiunge: “Questa è la creatura che la Provvidenza, aiutata da voi, ha creato; ve la presento. Ammiratela e benedite insieme a me il Signore Iddio. È stato deposto nella terra un seme che Egli riscalderà coi suoi raggi d’amore”.
La morte
Padre Pio muore nella notte del 23 settembre del 1968, all’età di 81 anni. Il 16 giugno del 2002 è proclamato santo da Papa Giovanni Paolo II: “la vita e la missione di Padre Pio – afferma il Pontefice nell’omelia – testimoniano che difficoltà e dolori, se accettati per amore, si trasformano in un cammino privilegiato di santità, che apre verso prospettive di un bene più grande, noto soltanto al Signore”.
fonte © Vatican News – Dicasterium pro Communicatione
Ultimo aggiornamento il 23 Settembre 2024 by Remigio Ruberto
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