San Giovanni XXIII, il Papa buono
Considerata la straordinarietà di questi Sommi Pontefici nell’offrire al clero e ai fedeli un singolare modello di virtù e nel promuovere la vita in Cristo, tenendo conto delle innumerevoli richieste da ogni parte del mondo, il Santo Padre Francesco, facendo suoi gli unanimi desideri del popolo di Dio, ha dato disposizione che le celebrazioni di S. Giovanni XXIII, papa, e di S. Giovanni Paolo II, papa, siano iscritte nel Calendario Romano generale, la prima l’11, la seconda il 22 ottobre, con il grado di memoria facoltativa.
(Città del Vaticano, 11 Settembre 2014 – Zenit.org)
Nascita
Giovanni XXIII nasce a Brusicco, frazione di Sotto il Monte (BG), il 25 novembre 1881, da Giovanni Battista Roncalli e Marianna Mazzola; venne battezzato la sera stessa, ricevendo il nome di Angelo Giuseppe.
A differenza del suo predecessore, Eugenio Pacelli, che era di stirpe nobile, la sua famiglia è di umili origini: i suoi parenti lavoravano infatti come mezzadri.
Gli studi
Questo non gli impedì, grazie all’aiuto economico di uno zio, di studiare presso il seminario minore di Bergamo, per poi vincere una borsa di studio e trasferirsi al Seminario dell’Apollinare di Roma, l’attuale Pontificio Seminario Romano Maggiore, ove completò brillantemente gli studi e fu ordinato prete nella chiesa di Santa Maria in Monte Santo, in Piazza del Popolo, nel 1905; fu scelto, nello stesso anno, dal nuovo vescovo di Bergamo, Giacomo Radini-Tedeschi, quale segretario personale.
Nel 1921 Pp Benedetto XV (Giacomo della Chiesa, 1914-1922) lo nominò prelato domestico (che gli valeva l’appellativo di monsignore) e presidente del Consiglio Nazionale Italiano dell’Opera della Propagazione della Fede.
Nel 1925 Pp Pio XI (Ambrogio Damiano Achille Ratti, 1922-1939) lo nominò Visitatore Apostolico in Bulgaria, elevandolo al grado di vescovo e affidandogli il titolo della diocesi di Aeropolis (Palestina).
Nel 1935 fu nominato Delegato Apostolico in Turchia e Grecia : questo periodo della vita, che coincise con la seconda guerra mondiale, è ricordato in particolare per i suoi interventi a favore degli ebrei in fuga dagli stati europei occupati dai nazisti.
Nunzio Apostolico
Nel 1944, il Venerabile Pio XII (Eugenio Pacelli, 1939-1958) lo nominò Nunzio Apostolico a Parigi. Fra i suoi maggiori successi a Parigi si segnalò la riduzione del numero di vescovi di cui il governo francese reclamava l’epurazione in quanto compromessi con la Francia di Vichy.
Coerentemente al suo stile di obbedienza, accettò prontamente la proposta di trasferimento alla sede di Venezia ove giunse il 5 marzo 1953, fresco della nomina cardinalizia decisa nell’ultimo Concistoro di Pio XII.
Papa
A seguito della morte di Pio XII, con sua grande sorpresa, fu eletto Papa il 28 ottobre 1958 e il 4 novembre dello stesso anno fu incoronato, divenendo così il 261º Vicario di Gesù Cristo sulla Terra. Secondo alcuni analisti sarebbe stato scelto principalmente per un’unica ragione: la sua età.
Dopo il lungo pontificato del suo predecessore, i cardinali avrebbero perciò scelto un uomo che presumevano, per via della sua età avanzata e della modestia personale, sarebbe stato un Papa di transizione.
Ciò che giunse inaspettato fu il fatto che il calore umano, il buon umore e la gentilezza di Pp Giovanni XXIII, oltre alla sua esperienza diplomatica, conquistarono l’affetto di tutto il mondo cattolico, in un modo che i suoi predecessori non avevano mai ottenuto.
Fin dal momento della scelta del nome (“Vocabor Johannes…” mi chiamerò Giovanni, esordì appena eletto) molti cardinali si accorsero che Roncalli non era ciò che loro si aspettavano, infatti Giovanni era un nome che nessun papa adottava da secoli (nel 900 quasi tutti i papi si erano chiamati Pio, e questo è ciò che molti si aspettavano), inoltre nella storia c’era stato un antipapa di nome Giovanni XXIII.
Per il primo Natale da papa visitò i bambini malati dell’ospedale romano Bambin Gesù, ove con intima e contagiosa dolcezza benedisse i piccoli, alcuni dei quali lo avevano scambiato per Babbo Natale.
Carcerati
Il giorno di santo Stefano sempre del suo primo anno di pontificato, il 26 dicembre 1958, visitò i carcerati nella prigione romana di Regina Coeli, dicendo loro: « Non potete venire da me, così io vengo da voi…Dunque eccomi qua, sono venuto, m’avete visto; io ho fissato i miei occhi nei vostri, ho messo il cuor mio vicino al vostro cuore..la prima lettera che scriverete a casa deve portare la notizia che il papa è stato da voi e si impegna a pregare per i vostri familiari ».
Memorabilmente, accarezzò il capo del recluso che, disperato, inaspettatamente gli si buttò ai piedi domandandogli se “le parole di speranza che lei ha pronunciato valgono anche per me”.
Il radicalismo di Pp Giovanni XXIII non si fermò all’informalità. Fra lo stupore dei suoi consiglieri e vincendo le remore e le resistenze della parte conservatrice della Curia, indisse un concilio ecumenico; mentre i suoi aiutanti stimavano di dover impiegare almeno un decennio per i preparativi, Giovanni XXIII progettò di tenerlo nel giro di mesi.
Il 4 ottobre 1962, ad una settimana dall’inizio del concilio, Giovanni XXIII si recò in pellegrinaggio a Loreto e Assisi (era dall’età di 14 anni terziario francescano) per affidare le sorti dell’imminente Concilio alla Madonna e a S. Francesco.
Uno dei più celebri discorsi di Pp Giovanni, forse una delle allocuzioni in assoluto più celebri della storia della Chiesa, è quello che ormai si conosce come il “discorso della luna”.
L’11 ottobre 1962, in occasione della serata di apertura del Concilio, piazza San Pietro era gremita di fedeli che, se pur non comprendendo a fondo il valore teologico dell’avvenimento, ne percepivano la storicità, la fondamentalità, la difficoltà, ed erano nel luogo che simboleggia il cattolicesimo: la piazza appunto.
A gran voce chiamato ad affacciarsi, cosa che non si sarebbe mai immaginata possibile richiedere al papa precedente, Pp Giovanni XIII davvero si sporse a condividere, con la piazza, la soddisfazione per il raggiungimento del primo traguardo: si era arrivati ad aprirlo, il Concilio.
Il discorso a braccio fu poetico, dolce, semplice, e pur tuttavia conteneva elementi del tutto innovativi.
Discorso della luna
Nel momento che avrebbe dato un nuovo corso alla religione cattolica, con un richiamo straordinario salutò la luna: >>> Discorso della Luna « Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero. Qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera, a guardare a questo spettacolo, che neppure la Basilica di San Pietro, che ha quattro secoli di storia, non ha mai potuto contemplare.
La mia persona conta niente, è un fratello che parla a voi, diventato padre per volontà di Nostro Signore, ma tutti insieme paternità e fraternità e grazia di Dio, facciamo onore alle impressioni di questa sera, che siano sempre i nostri sentimenti, come ora li esprimiamo davanti al Cielo, e davanti alla Terra: Fede, Speranza, Carità, Amore di Dio, Amore dei Fratelli. E poi tutti insieme, aiutati così, nella santa pace del Signore, alle opere del Bene.
Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona: il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza. »
Il Papa ora viveva con la piazza dei fedeli, ne condivideva la serata di fine estate, ne partecipava la sofferenza e la “meraviglia” per quella luna inattesa; la Chiesa era davvero molto più comunitaria di quanto non fosse mai stata in passato. I fedeli avevano il Papa fra loro, con loro. Proprio ciò per cui il Concilio era stato voluto.
Sin dal settembre 1962, prima ancora dunque dell’apertura del Concilio, si erano manifestate le avvisaglie della malattia fatale: un tumore dello stomaco, patologia che aveva già colpito altri fratelli Roncalli.
Pur visibilmente provato dal progredire del cancro, Pp Giovanni firmò l’11 aprile 1963 l’enciclica >>> Pacem in Terris e, un mese più tardi, l’11 maggio 1963, ricevette dal Presidente della Repubblica italiana, Antonio Segni, il premio “Balzan” per il suo impegno in favore della pace e del suo decisivo intervento in occasione della grave crisi di Cuba nell’autunno del 1962. Fu il suo ultimo impegno pubblico.
Il 23 maggio 1963, solennità dell’Ascensione, si affacciò per l’ultima volta dalla finestra per recitare il Regina Coeli.
La morte
Il Papa muore, dopo un’agonia di tre giorni, la sera del 3 giugno 1963, alle 19,49. “Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria” furono le sue ultime parole rivolte al suo segretario.
Dal Concilio Vaticano II, che Pp Giovanni XXIII non vide dunque terminare, si sarebbero prodotti, negli anni successivi, fondamentali cambiamenti che avrebbero dato una nuova connotazione al cattolicesimo moderno; gli effetti più immediatamente visibili consistettero nella riforma liturgica, in un nuovo ecumenismo e infine in un nuovo approccio al mondo e alla modernità.
Giovanni XXIII, chiamato affettuosamente da molti il “Papa buono”, venne innalzato agli onori dell’altare, da San Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005), il 3 settembre 2000.
Il giorno 27 aprile 2014 Sua Santità Papa Francesco ha proclamato Santi i suoi predecessori Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Un momento di gioia e di preghiera per gli 800.000 e più fedeli che da tutto il mondo hanno affluito in piazza San Pietro, ma anche l’inizio di un viaggio eterno nella gloria della Chiesa Cattolica.
Per maggiori approfondimenti:
Canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo
fonte © vangelodelgiorno.org
Quarto di 13 figli, Angelo Giuseppe Roncalli nasce a Sotto il Monte, Bergamo, il 25 novembre 1881. Nel 1892 entra nel Seminario di Bergamo e nel 1896 viene ammesso nell’Ordine Francescano Secolare. Dal 1901 al 1905 è alunno del Pontificio Seminario Romano, e il 1° agosto 1904 viene ordinato sacerdote. Immediatamente richiamato come suo segretario dal vescovo mons. Giacomo Maria Radini-Tedeschi, Roncalli torna nella “sua” Bergamo.
L’esperienza della guerra
La vita accanto al vescovo, accompagnarlo nelle sue visite nei luoghi più reconditi della diocesi, certamente forma l’ispirazione pastorale da cui il futuro Papa sarà sempre guidato, ma tutto s’interrompe bruscamente nel 1914.
In quell’anno muore mons. Radini-Tedeschi e scoppia la Prima guerra Mondiale. All’ingresso dell’Italia nel conflitto, nel 1915, Roncalli viene richiamato come sergente di sanità, poi diventa cappellano militare in servizio negli ospedali militari di retrovia e coordinatore dell’assistenza spirituale e morale dei soldati.
A Roma a servizio della Santa Sede
L’ingresso ufficiale di Roncalli in Vaticano avviene nel 1921, e qui inizia la seconda parte della sua vita. Chiamato a Roma da Benedetto XV come Presidente per l’Italia del Consiglio centrale della Pontificia Opera per la Propagazione della Fede, quattro anni dopo, il nuovo Papa, Pio XI lo nomina Visitatore Apostolico per la Bulgaria.
Ordinato vescovo il 19 marzo 1925 a Roma, raggiunge Sofia il 25 aprile. Nominato successivamente primo Delegato Apostolico, rimane in Bulgaria fino al 1934, visitando le comunità cattoliche e intessendo rispettosi rapporti con le altre comunità cristiane.
La vita all’estero da pastore missionario
Per diversi anni Roncalli sarà inviato all’estero dalla Santa Sede. Il 27 novembre 1935 viene nominato Delegato Apostolico in Turchia e Grecia e amministratore apostolico dei latini a Costantinopoli.
Non era un compito facile. Nella “nuova” Turchia, proclamatasi Stato aconfessionale, c’è da lavorare affinché i cattolici non si sentano esclusi dalla società; in Grecia, invece, vanno migliorate le relazioni con il Patriarca e i metropoliti della Chiesa ortodossa.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, Roncalli si trova nuovamente a cambiare scenario: il 20 dicembre 1944 Pio XII lo nomina Nunzio Apostolico a Parigi. Ancora una volta un compito delicato: la Francia appena uscita dalla liberazione sta avviando un profondo processo di laicizzazione dello Stato.
A ispirare Roncalli, in ogni nuovo incarico, è sempre la ricerca della semplicità del Vangelo, anche dentro le più complesse questioni diplomatiche; a sostenerlo, il desiderio pastorale di essere sacerdote in ogni situazione; ad animarlo, la sincera pietà che si trasforma ogni giorno in prolungato tempo di preghiera e di meditazione.
Pastore delle anime sul Soglio di Pietro
Come a volte accade, la vita cambia rapidamente. Così anche per Roncalli, che nel 1953 viene creato cardinale e subito dopo viene richiamato in Italia.
È diventato Patriarca a Venezia. Crede, quindi, di dedicare gli ultimi anni della sua vita al ministero diretto della cura d’anime nel capoluogo veneto, e invece alla morte di Pio XII viene eletto Papa il 28 ottobre 1958. Sceglie il nome di Giovanni XXIII.
Nel suo quinquennio papale, appare al mondo come l’immagine autentica del Buon Pastore, guadagnandosi, infatti, il soprannome di “Papa buono” o “Papa della bontà”.
Il Concilio Vaticano II e il magistero della Chiesa
Giovanni XXIII dimostra subito di essere un innovatore.
Convoca il Sinodo Romano, istituisce la Commissione per la revisione del Codice di Diritto Canonico, ma soprattutto, a sorpresa, dalla Basilica di San Paolo fuori le Mura, il 25 gennaio 1959, convoca il Concilio Ecumenico Vaticano II.
L’obiettivo non è variare la dottrina cattolica né definire nuove verità di fede, ma ripresentare i contenuti della fede all’uomo contemporaneo, trovare risposte ai nuovi problemi e alle sfide poste dalla società in evoluzione.
Coerente con un atteggiamento che doveva essere di dialogo e comprensione, non di contrapposizione e condanna, chiama tra gli osservatori del Concilio anche esponenti delle varie confessioni cristiane.
Il messaggio di Giovanni XXIII viene lanciato con forza anche dalle otto encicliche che scrive, tra cui ricordiamo la “Mater et magistra” del 1961 in cui ripresenta il magistero sociale della Chiesa 70 anni dopo la “Rerum novarum”, e la “Pacem in terris” del 1963 – la prima nella storia a essere indirizzata a tutti gli uomini di buona volontà – in cui esprime i concetti di pace e di giusto ordine sociale.
Già da tempo malato, muore il 3 giugno 1963, all’indomani della Pentecoste.
Beatificato da Giovanni Paolo II durante il Grande Giubileo del 2000, è stato canonizzato da Papa Francesco il 27 aprile 2014.
Questa è una preghiera che Giovanni XXIII recitava abitualmente durante la Messa:
Padre celeste. Padre di misericordia, accogli la preghiera del tuo servo:
1) in soddisfazione e remissione di tutti i miei peccati;
2) a salute e forza della mia anima, della mia casa
e di quelli ai quali mi legano le obbligazioni del mio servizio;
3) in soddisfazione e remissione dei peccati dei governanti,
dei prelati, delle anime consacrate e di tutti,
affinché ti degni di concedere a tutti la grazia dello Spirito Santo;
4) per tutti i peccatori del mondo, perché tu li converta
e li riconduca sulla strada della salvezza;
5) a conforto dei tribolati, affinché tu dia ad essi
il sostegno e la vera pazienza;
6) a refrigerio e liberazione delle anime del purgatorio,
principalmente di quelle che hanno diritto alla mia preghiera;
e infine a illuminazione di tutte le genti che non hanno ricevuto la luce del Vangelo
e dei nostri fratelli separati, perché tutti conoscano e amino Te, Padre Onnipotente, che col Figlio e lo Spirito Santo sei benedetto nei secoli dei secoli.
Così sia.
fonte © Vatican News – Dicasterium pro Communicatione
Ultimo aggiornamento il 2 Agosto 2024 by Remigio Ruberto
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