Leggi la storia di San Giovanni Maria Vianney, curato d’Ars

Patrono del clero con cura d’anime

Giovanni Maria (Jean-Marie, in francese) Vianney, quarto di sei figli, nasce a Dardilly l’8 maggio 1786, da Mathieu e da Marie Béluse. La sua era una famiglia contadina di discrete condizioni, con una solida tradizione cristiana, prodiga nelle opere di carità.

I suoi studi sono stati un disastro, e non solo per la Rivoluzione francese…: è lui che non ce la fa col latino, non sa argomentare né predicare…

Per farlo sacerdote c’è voluta la tenacia dell’abbé Charles Balley, parroco di Ecully, presso Lione: gli ha fatto scuola in canonica, l’ha avviato al seminario, lo ha riaccolto quando è stato sospeso dagli studi e, dopo un altro periodo di preparazione,  lo fa ordinare sacerdote a Grenoble il 13 agosto 1815, a 29 anni, mentre gli inglesi portano Napoleone prigioniero a Sant’Elena.

Giovanni Maria Vianney, appena prete, torna a Ecully come vicario dell’abbé Balley. Vi rimase per poco più di due anni, fino alla morte del suo protettore, avvenuta il 16 dicembre 1817. Allora lo mandano vicino a Bourg-en-Bresse, ad Ars, un borgo con meno di trecento abitanti, che diventerà parrocchia soltanto nel 1821: poca gente, frastornata da 25 anni di sconquassi.

Il curato d’Ars è tra questa gente, con un suo rigorismo male accetto, con la sua impreparazione, tormentato dal sentirsi incapace. Aria di fallimento, angoscia, voglia di andarsene…ma dopo alcuni anni ad Ars viene gente da ogni parte : quasi dei pellegrinaggi. Vengono per lui, conosciuto in altre parrocchie dove va ad aiutare o a supplire parroci, specie nelle confessioni.

Le confessioni: ecco perché vengono. Questo curato deriso da altri preti, e anche denunciato al vescovo per le “stranezze” e i “disordini”, è costretto a stare in confessionale sempre più a lungo (10 e più ore al giorno).

E ormai ascolta anche il professionista di città, il funzionario, la gente autorevole, chiamata ad Ars dai suoi straordinari talenti nell’orientare e confortare, attirata dalle ragioni che sa offrire alla speranza, dai mutamenti che il suo parlare tutto minuscolo sa innescare.

Qui si potrebbe parlare di successo, di rivincita del curato d’Ars, e di una sua trionfale realizzazione. Invece continua a credersi indegno e incapace, tenta due volte la fuga e poi deve tornare ad Ars, perché lo aspettano in chiesa, venuti anche da lontano.

Sempre la messa, sempre le confessioni, fino alla caldissima estate 1859, quando non può più andare nella chiesa piena di gente perché sta morendo. Paga il medico dicendogli di non venire più: ormai le cure sono inutili, ed infatti raggiunge il Padre il 4 agosto. 

Annunciata la sua morte, “treni e vetture private non bastano più”, scrive un testimone. Dopo le esequie il suo corpo rimane ancora esposto in chiesa per dieci giorni e dieci notti.

S. Pio X (Giuseppe Sarto, 1903-1914) lo ha proclamato Beato l’8 gennaio 1905: è stato canonizzato il 31 maggio 1925 da Pp Pio XI (Ambrogio Damiano Achille Ratti, 1922-1939 ), che nel 1929 lo ha anche dichiarato Patrono dei parroci.

Nel centenario della morte, il 1° agosto 1959, San Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli, 1958-1963) , gli dedicò una enciclica: “Sacerdotii Nostri Primordia” additandolo a modello dei sacerdoti : « Parlare di San Giovanni Maria Vianney è richiamare la figura di un sacerdote straordinariamente mortificato, che, per amore di Dio e per la conversione dei peccatori, si privava di nutrimento e di sonno, s’imponeva rudi discipline e praticava soprattutto la rinunzia di se stesso in grado eroico.

Se è vero che non è generalmente richiesto ai fedeli di seguire questa via eccezionale, tuttavia la Divina Provvidenza ha disposto che nella Chiesa non mancassero mai pastori di anime che, mossi dallo Spirito Santo, non esitano ad incamminarsi per questo sentiero, poiché sono tali uomini specialmente che operano miracoli di conversioni… »

San Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005), era un  grande ammiratore e devoto del santo curato d’Ars (cfr. Dono e mistero, LEV,  Città del Vaticano, 1996 – pag. 65-66).

In occasione del 150° anniversario della sua morte, è stato indetto, da Pp Benedetto XVI (Joseph Alois Ratzinger),  un “Anno Sacerdotale” dedicato alla sua figura di cui, qui di seguito, un estratto del discorso ai partecipanti alla plenaria della congregazione per il clero(sala del concistoro lunedì, 16 marzo 2009): 

« Proprio per favorire questa tensione dei sacerdoti verso la perfezione spirituale dalla quale soprattutto dipende l’efficacia del loro ministero, ho deciso di indire uno speciale “Anno Sacerdotale”, che andrà dal 19 giugno prossimo fino al 19 giugno 2010. Ricorre infatti il 150° anniversario della morte del Santo Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney, vero esempio di Pastore a servizio del gregge di Cristo…»

Per approfondimenti biografici leggere la Catechesi di Papa Benedetto XVI:
San Giovanni Maria Vianney, il Santo Curato d’Ars
[CroatoFranceseIngleseItalianoPortogheseSpagnoloTedesco]

fonte © vangelodelgiorno.org

“Se comprendessimo bene che cos’è un prete sulla terra, moriremmo: non di spavento, ma di amore”. La vita di San Giovanni Maria Vianney è tutta racchiusa in questo suo pensiero. Noto come “il Curato d’Ars”, Giovanni Maria Vianney nasce l’8 maggio 1786 a Dardilly, vicino Lione. I genitori sono contadini e lo avviano sin da piccolo al lavoro nei campi, tanto che Giovanni arriva all’età di 17 anni ancora analfabeta. Grazie agli insegnamenti materni, però, conosce a memoria molte preghiere e vive un forte senso religioso.

“Vorrei conquistare molte anime”

Intanto, in Francia soffiano i venti della Rivoluzione: Giovanni si accosta al Sacramento della Confessione in casa, non in chiesa, grazie a un sacerdote “refrattario” che non ha giurato fedeltà ai rivoluzionari. Lo stesso avviene per la prima Comunione, ricevuta in un granaio, durante una Messa “clandestina”.

A 17 anni, Giovanni avverte la chiamata al sacerdozio: “Se fossi prete, vorrei conquistare molte anime”, dice. Ma la strada non è facile, considerate le poche conoscenze culturali. Solo grazie all’aiuto di sacerdoti sapienti, tra cui l’Abbé Balley, parroco d’Écully, viene ordinato presbitero il 13 agosto 1815, all’età di 29 anni.

Lunghe ore nel confessionale

Tre anni dopo, nel 1818, viene mandato ad Ars, piccolo villaggio nel sudest della Francia, abitato da 230 persone.

Qui, dedica tutte le sue energie alla cura dei fedeli: fonda l’Istituto “Provvidenza” per accogliere gli orfani, visita gli ammalati e le famiglie più indigenti, restaura la chiesa, organizza feste patronali.

Ma è nel Sacramento della Confessione che la missione del Curato d’Ars si esprime al meglio: sempre disponibile all’ascolto e al perdono, trascorre fino a 16 ore al giorno nel confessionale. Quotidianamente, una folla di penitenti di ogni parte della Francia si confessa da lui, tanto che Ars viene rinominata “il grande ospedale delle anime”.

Lo stesso Vianney veglia e digiuna per contribuire all’espiazione dei peccati dei fedeli: “Vi dirò qual è la mia ricetta – spiega a un confratello – do ai peccatori una penitenza piccola e il resto lo faccio io al loro posto”.

Patrono dei parroci

Donato interamente a Dio e ai suoi parrocchiani, muore il 4 agosto 1859, all’età di 73 anni.

Le sue spoglie riposano ad Ars, nel Santuario a lui dedicato, che ogni anno accoglie 450 mila pellegrini. Beatificato nel 1905 da Pio X, Giovanni Maria Vianney viene canonizzato nel 1925 da Pio XI che nel 1929 lo proclama “Patrono di tutti i parroci del mondo”.

Nel 1959, nel centenario della sua morte, San Giovanni XXIII gli dedica l’Enciclica Sacerdotii Nostri Primordia, additandolo a modello dei sacerdoti mentre nel 2009, per il 150.mo anniversario dalla sua scomparsa, Benedetto XVI indice un “Anno sacerdotale”, per “contribuire a promuovere l’impegno d’interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti, per una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi”.

fonte © Vatican News – Dicasterium pro Communicatione

Ultimo aggiornamento il 2 Agosto 2024 by Remigio Ruberto


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