Queste palme non mi servono più
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Nei nostri piccoli paesi ci si conosce un po’ tutti, ma regna sempre quel poco di imbarazzo, reticenza, che nella maggioranza dei casi non ci permette di andare oltre un veloce saluto quando ci si incontra.
E’ quello che succede sempre con Veronica. Giovane dragonese, di carattere dolce e timida. La incontriamo in chiesa, in giro per commissioni, a spasso con i nipoti, come dice lei “sempre a piedi”, ma oltre il “ciao”, “buongiorno”, “buonasera”, non siamo mai andati! E pensare che abitiamo a 200 metri di distanza e ci conosciamo dalla nascita!
Evidentemente Qualcuno ha voluto che approfondissimo questo rapporto.
Accade questo: un pomeriggio Remigio porta a spasso Lussy per la consueta passeggiatina e si incontra con Veronica, si salutano velocemente, ma poi… Veronica lo ferma e gli dice che ha da raccontargli due sogni che riguardano Eugenio. Remigio le dice di venire quando vuole a casa, così da poter parlare con serenità.
L’altro giorno, Veronica ci viene a trovare.
Il racconto dei sogni
Vi riporto le sue parole:
“Mi è capitato ben due volte di sognare Eugenio!
La prima volta sognai che ero diretta, come mio solito, in chiesa; nel piazzale della chiesa c’erano tante persone a me estranee. Eugenio era gioioso all’ingresso della chiesa, vicino l’acquasantiera, vestito in rosso e giallo, noi tutti eravamo sorpresi dalla sua presenza, infatti una di queste persone si avvicina a lui chiedendogli perchè era lì e lui molto entusiasta spiega che gli era stato permesso di ascoltare la messa con i suoi genitori!
Era la seconda domenica di Pasqua quando ho sognato di nuovo Eugenio. Mi trovavo in una piazza gremita di gente, tutta sconosciuta. Al centro di questo scenario, Remigio, il padre di Eugenio, si ostinava a voler aprire il loculo che custodiva le spoglie del figlio. La sua insistenza creava un’atmosfera di tensione tra i presenti.
Mentre eravamo lì, accadde qualcosa di inaspettato: Eugenio apparve davanti a noi. Era avvolto in candide bende, ma sul suo volto risplendeva un sorriso sereno che illuminava la piazza.
Con un gesto lento e delicato, Eugenio iniziò a togliersi le bende, rivelando una luce accecante che sembrava provenire dall’interno del suo corpo.
Di fronte a lui erano disposti dei vasetti contenenti dei rametti di palme (ulivo). Con la stessa dolcezza con cui si era liberato delle bende, Eugenio prese i vasetti uno ad uno spostandoli con cura, e pronunciò queste semplici parole: “queste palme non mi servono più”.
Al risveglio, il sogno mi ha lasciato un senso di profonda commozione, e a tempo stesso di sollievo per aver visto Eugenio così sereno e luminoso.”
Cari amici, ognuno di voi potrà trarre le proprie conclusioni, dare una propria spiegazione logica a questi due sogni. La cara Veronica De Marco ha sicuramente un cuore puro e con questi due sogni ci ha confermato che Eugenio vive nell’eternità ed è un angelo del Signore.
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