Sono passati quattro anni dalla tua nascita alla nuova vita
Questo abbiamo imparato dagli insegnamenti di Gesù: non si muore mai!
Con la teoria e con la pratica Gesù ci ha dimostrato proprio che non si muore mai, se si resta nel cuore anche di una sola persona, se qualcuno ogni tanto ti pensa.
Se poi tante persone ti portano nel cuore e tantissime amiche ed amici ti pensano almeno una volta la giorno, sì, sei vivo, più vivo di quando vivevi per modo di dire sulla terra.
La vita vera è quando porti amore e ne ricevi altrettanto.
Altrimenti è solo apparenza, sopravvivenza, illusione.
E tu, amato figlio mio, mi hai insegnato che vivere è donare tutto se stesso, come tu hai sempre fatto.
Oggi, dopo quattro anni dalla tua nascita al cielo, vivo per il gusto di vivere, per vedere la gioia negli occhi di tua sorella, per sentire il battito del cuore della tua mamma.
Non sono stressato, come molti su questo pianeta, perchè non bramo ricchezze, non auspico a super bolidi da 300Kmh, non sogno ad occhi aperti lusso e ricchezze che mi porterebbero solo tristezza e solitudine.
Mi basta quello che ho, sono felice del mio poco, uso al meglio la nostra amata automobile che tanti viaggi ci ha visti sorridere e gioire insieme; mi godo la nostra casa che abbiamo ingentilito ed abbellito con tanti sforzi e sacrifici; ma soprattutto scandisco il tempo con i tocchi dell’amore, segno ogni secondo sulla mia agenda di vita come se fosse l’ultimo quaggiù.
Il mio unico sogno è sognarti, vederti, toccarti e continuare a parlare con te.
Mi mancano i nostri discorsi da uomini, visto che adesso sono attorniato solo da donne, femmine.
Nella voce di tua sorella Francesca spesso sento la tua voce, perché l’imprinting è lo stesso, la cadenza, la comicità, l’umorismo e le movenze.
Ognuno di noi porta dentro di se la propria storia, la propria famiglia, il proprio mondo.
Quando passo a trovarti a casetta tua non piango più, a dirotto come facevo prima, appena tu sei andato via. Ma questo non perché non ti voglio più bene o perchè io ti abbia dimenticato: anzi, tutto il contrario. Ho assimilato la tua assenza fisica, ho digerito il lutto, ho fatto della tua nuova vita il mio nuovo stile di vita.
Oggi quello che mi fa stare bene è pensare a te, parlare di te, muovermi in funzione tua. Aiutare altre persone che come me ha subito un lutto violento o molto doloroso come solo la morte di un figlio può essere è diventata la mia missione.
Scrivere ogni giorno del Signore tramite i Vangeli a Lui dedicati mi riempie di vita, di speranza, di luce che illumina le mie giornate; scrivere, leggere e creare audio di favole, storie o poesie solo per la speranza che qualche bimbo, nella solitudine e nella tristezza del suo lettino d’ospedale, possa leggerla, fa di me un uomo pieno, realizzato, soddisfatto. Non è niente, non produce niente, non aumenta il mio conto in banca, ma fa di me un uomo veramente ricco.
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