Qualche volta dentro il mio cuore sento un vuoto, un freddo, un gelo.
Non ricordo più Eugenio.
Non ricordo più il suo volto, le sue labbra, la sua barbetta, le sue mani piccole e morbide, come le mie.
Poi un brivido caldo attraversa la mia schiena: è lui, è Eugenio.
Un carezza dolce e gentile, come è lui, mi ricorda che l’amore è eterno, non tramonta mai.
Non esiste il dove, il quando, il come, il perché.
E’ amore: chiama, e il tuo cuore risponde.
Eccolo davanti a me: ecco il suo volto, che mi sorride.
Ecco le sue labbra che schioccano un bacio per me, solo per me.
Accarezzo dolcemente la sua barbetta, diventata folta dopo tutto il cortisone ingerito. Com’è candida, com’è sereno districarla con le dita, com’è soave ascoltare il suo fruscio delicato ed impercettibile.
Prendo le sue mani piccole, le sue unghie ancora annerite dalla matita con cui gli piaceva disegnare: mani smagrite e lunghe capaci di tenere il pesante pallone da basket fino a canestro.
Eccolo, è lui, il mio bambino. Il mio Eugenio.
Il cordone ombelicale che unisce la famiglia non si spezza mai. E’ un filo che unisce cielo e terra.
Stanotte ti sogniamo così:
Domani 4 febbraio 2022 è la giornata mondiale contro il cancro.
Combattiamo il cancro: investiamo nei ragazzi e sul loro futuro.
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