ascolto e dialogo

Leggi ed ascolta la nostra preghierina del 8 ottobre 2024

Siamo presi da mille impegni, duemila preoccupazioni e sicuramente tremila cosa da fare.

Ma quando troviamo il tempo per fermarci, pensare, ascoltare e riflettere?

Questo brano del Vangelo mi invita proprio a riflettere che, a più di duemila anni di distanza, le cose non sono cambiate, anzi peggiorate dall’auto stress che ogni giorno l’uomo si infligge, proprio per il gusto barbaro di darsi un tono, farsi vedere impegnato.

Perchè oggi il metro di valutazione di una donna di calibro, di un uomo degno di essere ammesso nella società e fra i suoi simili e la quantità di “cose” da fare; non la qualità del pensiero, non l’inventiva o l’immaginazione, non la visione o la prospettiva sul futuro della propria specie.

Ed ecco spiegato il motivo per cui oggi l’uomo divora tutto e tutti, non gusta, non assapora, non ci si lascia trasportare dal silenzio, ma si riempie tutto con il fragore del movimento.

Chi è l’ospite?

commento al Vangelo di oggi di Lc 10,38-42, a cura di Mounira Abdelhamid Serra

(…) di tal genere è ancora quella tanta ospitalità esercitata dagli antichi con tanto scrupolo, e protetta da tanto severe leggi, opinioni religiose, diritti ed affinità d’ospizio ecc. ben diversi in ciò dai moderni.

Giacomo Leopardi, Zibaldone

Entro nel testo (Lc 10,38-42)

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Mi lascio ispirare

L’etimo della parola ospite riporta al significato di signoreprotettore dello straniero e tale parola identifica sia chi ospita, che chi è ospitato.
Il concetto che rimane sullo sfondo è l’umanità della reciproca accoglienza, la gratuità di dare e ricevere, di darsi ed essere ricevuti.

Questa dinamica apparentemente dualistica viene fatta nuova da Gesù, che si trova ad essere perno di un rapporto triangolare nel quale la parola ospite identifica tre connotazioni differenti: colei che serve, colui che è servito e colei che serve essendo servita; nell’apparente inutilità della con-fusione dei ruoli, si cela l’importanza di ogni posizione.

La parte migliore è la pace che solo l’ascolto sa creare. 

L’ascolto continuo e costante, scevro d’affanni e agitazione, fondato su un commosso silenzio di attesa dell’altro consente di essere un buon ospite, ospitante e ospitato. 

Mounira Abdelhamid Serra

fonte © GET UP AND WALK

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