Portare luce

Per la vita, per la luce, per il senso!

commento al Vangelo di oggi di Gv 1,1-18, a cura di Stefano Titta SJ

Muniti di sogni: fedeli compagni di viaggio
e di utopie, col fiato grosso e i piedi ormai stanchi,
seguono rotte ormai già sature di viandanti stremati
e strappano da mani rattrappite dal freddo notturno
del deserto, frammenti di mappe inventate.
E vanno le genti, da sempre, in cerca di stelle polari
e terra nera, ventre certo di vita,
rifugio sicuro di eutopia,
per costruire luoghi fatti di sole caldo
e tenerezza lieve.
Ma a volte l’approdo agognato
nasconde insidie peggiori
di quelle scampate per caso.
Ed è di nuovo buio sull’umanità
incapace di ricordare storie,
già scritte di inenarrabili misfatti …
Eppure vanno le genti da sempre
in cerca di mondi altri per lasciare tracce della
Speranza che vive nel cuore di ogni migrante
che da sempre intraprende viaggi
per salvare se stesso e l’umanità.

Elisa Kidané, Africa nostra terra

Entro nel testo (Gv 1,1-18)

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.

Mi lascio ispirare

Ma che senso ha? Le malattie, le guerre, la morte dei bambini, ma che senso ha? Quante volte al giorno ce lo chiediamo? Al punto che, spesso, non cerchiamo la risposta! Più che una domanda è un lamento contro: contro l’altro, contro i potenti, contro Dio! Ci sentiamo soli e smarriti, nessuno ci aiuta a trovarlo, questo benedetto senso. L’effetto è il sospetto che non ci sia proprio, che tutto sia un caso beffardo e assurdo (appunto!) e noi diventiamo sempre più soli, chiusi, vediamo minacce e nemici dappertutto, viviamo male, siamo tristi.

Le parole che oggi leggiamo ci sembrano lontane, troppo alte, distanti da questo quotidiano fatto di dolore e di brutte notizie. Se vuoi, ti puoi fermare qui e continuare a masticare amarezza e incrementare lo scoraggiamento che ti uccide prima del tempo…
Io invece voglio rileggere questa pagina, voglio cercare dentro di me una piccola, minima risonanza a queste parole. Sì, perché noi siamo fatti per la vita, per la luce, per il senso! Solo così la vita fiorisce e progredisce.

Allora rileggo queste parole, forse non le frasi auliche o elevate, ma almeno quelle semplici: «venne un uomo», «testimone», «luce». Questo, forse, si può capire: io ho bisogno di qualcuno che mi faccia vedere un po’ di luce, che risvegli in me il desiderio di vita e non di rassegnazione. Ce ne sono tante di queste persone nella tua vita quotidiana, ma tu le vedi? Ci vuole già un po’ di luce dentro per scoprire queste persone luminose nel quotidiano. Quelle che come Giovanni sono un segno, un sacramento, indicano qualcosa di molto più grande che, però, non si vede senza il loro aiuto: «venne come testimone, per dare testimonianza alla luce».

Alla fine dell’anno si fa sempre, volendo o no, un bilancio, ecco un tema interessante: hai incontrato qualche persona luminosa quest’anno? Difficile rispondere? Va bene, vedi un po’ se puoi farci un po’ di attenzione per l’anno che inizia. Già questo è diventare luminosi, come Giovanni. Ecco una briciola di senso.
Buon anno, cari amici!

Stefano Titta SJ

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