Leggi la preghierina del 30 maggio 2024
Grido che salva
commento al Vangelo di oggi di Mc 10,46-52
Il grido, la voce condividono la natura del seme.
Erri De Luca
Era il 30 maggio del 2018, si concludeva un’esperienza scolastica innovativa, il progetto Scuola InCanto.
Un’attività che vi aveva impegnato nella preparazione dei costumi, nelle prove di canto delle arie più famose della Turandot di Puccini per poi esibirvi a Napoli, al Teatro San Carlo, insieme con dei professionisti.
Che esperienza fantastica! Tutti coinvolti, alunni, genitori, insegnanti. Si, vivemmo proprio un bel pomeriggio. Tante emozioni e tanto coinvolgimento.
Tu, come sempre, sempre entusiasta, coinvolto e coinvolgente! Tutti i ricordi che ti riguardano sono carichi di sorrisi, di gioia, di sorpresa, di vita.
Per questi ricordi che ci danno vita ogni giorno, ringraziamo Dio anche oggi con la nostra umile e piccola preghiera.
Entro nel testo (Mc 10,46-52)
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare.
Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!».
Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!».
Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?».
E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!».
E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato».
E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Mi lascio ispirare
Il cieco Bartimeo è solo una comparsa sullo sfondo, seduto sul bordo della scena mentre l’azione gli passa veloce di fianco. Un rumore denso di piedi e vociare intorno al corpo di Gesù: un guscio di frastuono ingestibile che potrebbe schiacciare. Tanta gente più coinvolta, forse più consapevole di quel che succede perché pensa di vedere.
Ma se Gesù passa, forse passa anche per me.
Forse posso correre il rischio di prendere la parola,
con tutto il coraggio che la vita mi ha donato.
Gridare il desiderio più autentico di relazione vera.
Gridare il bisogno di vedere qualcosa o qualcuno che profumi d’amore.
Gridargli più forte dei no già ricevuti, fallimenti, ostacoli e rimproveri,
perché passa colui che sembra più forte.
Chi accompagna Gesù deve arrendersi al fatto che lui sente oltre il rumore e sa fermarsi.
È invitato a partecipare al suo coraggio e ascoltare quello che lui dice: «Chiamatelo!»
Gettare via quello che ostacola l’incontro.
Provare a fermare la scena per Bartimeo.
Incoraggiarlo ad alzarsi perché Gesù lo chiama
e vedere ancora una volta con i nostri occhi che la fede salva.
Rifletto sulle domande
Dove sono oggi rispetto alla scena della vita? Seduto, in cammino, correndo?
Cosa sta dicendo o gridando la mia vita oggi? Posso sentire intorno a me il grido di qualcun altro?
In cosa il Signore mi sta chiamando a fermarmi, ascoltare e vedere le cose in modo nuovo?
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