contadini lavorano il grano

Tempo di lettura: 5 minuti

Ultimo aggiornamento: lunedì 30 Dicembre 2024 by Remigio Ruberto

Leggi e ascolta la preghierina del 30 luglio 2024


Frutti splendenti

commento al Vangelo di oggi 30 luglio 2024 di Mt 13,36-43


Il frutto che più lento matura è l’anima dell’uomo.

Arturo Graf

Entro nel testo (Mt 13,36-43)

In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».

Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli.

Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

Mi lascio ispirare

Gesù è un maestro paziente che non scappa davanti alle domande dei suoi discepoli. Questa idea che la zizzania sia lasciata crescere insieme al buon seme stupisce, sconcerta, suscita interrogativi. Possiamo prenderci tempo per parlarne, seduti a casa con lui.

Il Signore è franco: il nemico del regno c’è, si muove per distruggere, per rovinare. Si insinua nell’oscurità, approfittando di quel punto in cui la recinzione del campo è un po’ più fragile, lì dove il nostro mondo è più esposto. Il nemico se ne va lasciando le sue spore, una logica figlia del suo stile: scandali, iniquità…

Pur provando a intrecciare le sue radici intorno a quelle del buon seme, la zizzania seminata nella notte non ha il potere di impedire la crescita dei figli del regno, fino alla piena maturazione del chicco nella spiga. Il Figlio dell’uomo ha una grande fiducia nella potenza vitale del seme buono. La prova si può attraversare. La prova seminata dal nemico non è la fine del mondo.

Più sapiente delle frette e dei perfezionismi del “tutto subito” fiorisce la pazienza di Gesù. Più passa il tempo più sarà chiaro quali steli portano frutti splendenti e quali sono erbaccia inconsistente. Contempliamo il sorriso sereno del maestro buono che già intravede la festa del giorno della mietitura, la fragranza del pane nuovo.

Matteo Suffritti SJ

Rifletto sulle domande

Quali sono le domande che voglio fare oggi a Gesù: quello che non mi torna, di cosa vorrei parlare con lui? Chi chiamerei a sedersi vicino a noi?

Cosa si muove in me quando sento parlare Gesù di un nemico che semina zizzania di notte? Quali sentimenti? Quali pensieri?

Quando ho gustato nella mia vita la sapienza della pazienza, che accompagna la crescita graduale del grano buono senza spaventarsi per le erbacce?


Il Santo di oggi

La Chiesa ricorda oggi San Pietro Crisologo – la storia

S. Pietro Crisologo fu nel secolo V difensore della Chiesa occidentale contro gli Eutichiani. Nacque da agiata famiglia di Imola e fu battezzato dal vescovo S. Cornelio, dal quale fu pure istruito nelle lettere, ed ordinato diacono.

Morto il Vescovo di Ravenna, i fedeli radunati elessero il nuovo Vescovo e pregarono S. Cornelio che li appoggiasse per ottenere da Roma la conferma della elezione. Cornelio accettò di buon grado, e condusse seco anche il diacono Pietro. Giunto a Roma, Sisto III, illuminato da una visione, anziché approvare la nomina elesse a reggere la chiesa di Ravenna il diacono Pietro.

Né i Ravennati ebbero a rammaricarsene. Appena entrato nella sua diocesi, il novello Vescovo si diede con grande ardore e fermezza a porre rimedio ai gravi abusi che erano penetrati specialmente nelle così dette calende di gennaio, che tenevano il luogo dell’attuale carnevale; e vi riuscì.

Fu grande oratore, per questo fu detto « Crisologo » che vuol dire « Parola d’oro ». Ma fu ancora più grande come scrittore tanto da essere proclamato Dottore della Chiesa. Lasciò moltissimi discorsi ed omelie di cui ben 176 sono pervenuti fino a noi. I più celebri sono quelli contro le calende di gennaio in cui non si stanca di ripetere che « non potrà godere con Cristo in cielo chi vuol godere col diavolo in terra».

Verso la fine della sua feconda vita, lavorò alla difesa del dogma cattolico contro Eutiche. Questo eretico confondeva in una sola le due distinte nature, umana e divina, esistenti nella persona di Gesù Cristo: essendo per questo stato condannato dal patriarca S. Flaviano, si rivolse ai principali vescovi per lamentarsi e difendersi. Scrisse anche al vescovo Crisologo ma questi gli raccomandò di leggere la lettera che a quel riguardo aveva già scritto il Papa S. Leone “perché,” gli diceva, “l’apostolo Pietro che vive nella sede del Pontefice non ricusa di insegnare la verità della fede a quelli che la cercano”, indicandogli con questo di sottomettersi all’autorità del Pontefice.

Prese pure parte al Concilio Ecumenico di Calcedonia in cui l’eresia Eutichiana fu condannata e la dottrina della Chiesa chiarita e confermata. Poco tempo dopo questo Concilio il vescovo Crisologo volò agli eterni gaudi.

 È sepolto nel Duomo di Imola. Il suo sarcofago si trova nella navata di sinistra della cripta.

Preghiera

O Dio, che nel vescovo san Pietro Crisologo hai dato alla Chiesa un teologo insigne dell’incarnazione del Verbo, concedi a noi, che lo veneriamo protettore e maestro, di meditare nel cuore e di esprimere con le opere il tuo mistero di salvezza.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio.

Amen

Quando stai male, molti ti chiedono come stai e si limitano a compatirti perché i tuoi problemi magari li toccano, ma non li riguardano. Un vero amico non ti chiede mai come stai, già lo sa.
E in silenzio ti abbraccia, perché i tuoi problemi diventano anche suoi.
Antonio Curnetta


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