Preghierina del 30 agosto 2023
Leggi e ascolta la preghierina del 30 agosto 2023
Oltre la scena
commento al Vangelo di oggi di Mt 23,27-32
Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori: essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona, nella sua vita, rappresenta diverse parti.
William Shakespeare
Entro nel testo (Mt 23,27-32)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume.
Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”.
Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti.
Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».
Mi lascio ispirare
Come se la vita fosse un teatro, si può dedicare non poco tempo ed energie intorno al trucco e parrucco. Sforzi per apparire belli negandoci di vedere le crepe delle nostre storie, le ferite del nostro cuore.
Come se queste non ci fossero e non chiedessero un aiuto vero.
Come se il marciume che può averci inzaccherato si potesse risolvere con una bella spennellata profumata d’incenso o di carità.
E poi ci sono i revisionismi facili, quelle riletture in cui solo esteriormente, solo a parole, solo per un momento, ci scandalizziamo sdegnati delle strutture di male e di ingiustizia del mondo fuori di noi, senza andare fino in fondo nella comprensione delle nostre complicità.
Anche vedendo che qualcosa non torna, non ci vogliamo rendere conto delle connessioni mortifere nelle quali siamo cresciuti, credendo che non si possa che vivere così.
Gesù avverte del pericolo di queste dinamiche e ci invita ad una consapevolezza rinnovata.
Forse è possibile inaugurare una nuova maniera di vivere che non ha paura di riconoscere i problemi e le ferite, non nascondendo ma chiamando le cose per nome.
E scegliere coraggiosamente di iniziare un cammino. Forse è possibile uscire dai copioni che hanno recitato quelli che ci hanno preceduto e iniziare a cantare una figliolanza nuova, una fraternità nuova.
Rifletto sulle domande
Con quali vernici, con quali scenografie nascondo il fondo del mio cuore a me stesso e agli altri? In che modo mi impedisco di prendere contatto con ferite che ho subito o provocato?
Nel teatro della vita, che parte sto recitando ultimamente? In che ruolo mi sto calando così tanto da confondermici dentro?
Quali sono le situazioni che mi danno più fastidio, mi scandalizzano, mi provocano di più? Cosa dicono di me queste emozioni? Come le vivo con me stesso, con gli altri, con il Signore?
fonte © GET UP AND WALK
Dagli scritti di un angelo
<<…Se vi fosse fede ci sarebbe unità e non divisione, fratellanza e non egoismo, ci sarebbe amore non rancore, ci sarebbe onestà, non disuguaglianza; sarebbe un piccolo squarcio di vita eterna vissuta in terra; sarebbe ma non lo è perché non c’ è fede, né amore, né uguaglianza né perdono, né carità, né altruismo, né mani che uniscono l’ uno all’altro. Non c’ è fede. ….allora tutto muore (…)>>
Preghiamo insieme
Aiutaci ad aiutare!
Aiutaci con un tuo piccolo contributo.