Leggi e ascolta la nostra preghierina del 29 maggio 2024
Verso dove?
commento al Vangelo di oggi di Mc 10,32-45, a cura di Anna Laura Lucchi Filippo Zalambani
E a mano a mano vedrai che nel tempo
Riccardo Cocciante, A mano a mano
lì sopra il suo viso lo stesso sorriso
che il vento crudele ti aveva rubato
che torna fedele, l’amore è tornato da te.
Entro nel testo (Mc 10,32-45)
In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti. Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà». Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Mi lascio ispirare
Capita di attraversare momenti in cui avvengono un sacco di cose, anche importanti, ma di cui non si conosce bene l’obiettivo. Si continua a camminare, passo dopo passo, ma verso dove? Che strada prenderanno tutti gli sforzi messi in campo? In queste situazioni spesso non siamo capaci di reggere il peso del non capire e, allora, ci troviamo uno scopo che, almeno apparentemente, soddisfi il bisogno di senso che portiamo nel cuore.
Anche la nostra preghiera, come quella di Giacomo e Giovanni, rispecchia questa posizione esistenziale: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Ecco il paradosso: nel momento in cui più possiamo aprire il nostro cuore all’ascolto con il Signore, chiediamo a Lui di piegarsi e accontentare i nostri bisogni.
Anche in questi casi Gesù ascolta, accoglie, fa spazio all’interlocutore e, con tenerezza, rivela a noi stessi la sua e la nostra stessa verità. Iniziamo a intuire che la meta è diversa da quella che ci siamo prefissati, che seguire Gesù significa rimanere aperti alla sua novità, a guardare le cose con i suoi occhi e non con i nostri. Fare spazio a un orizzonte che allarga il nostro cuore e lo rende sempre più capace di amare.
Anna Laura Lucchi Filippo Zalambani
Preghiera del maestro
O Verbo incarnato, Maestro dei maestri, amabilissimo nostro Gesù, che ti degnasti di venire al mondo per indicare con la tua infinita sapienza e inesauribile bontà agli uomini il cammino del cielo, ascolta benigno le umili suppliche di coloro che, seguendo le tue orme, vogliono essere maestri cattolici degni di questo nome, mostrando alle anime i sentieri sicuri che conducono a te e per te alla eterna felicità.
Concedici la luce, non solo per schivare le insidie e i lacci dell’errore, ma anche per penetrare le verità fino a conseguire quel lume di chiarezza, per cui ciò che è il più essenziale diviene il più semplice, e quindi il più adatto alle intelligenze anche dei piccoli, nei quali specialmente si riflette la tua divina semplicità; visitaci col soccorso del tuo spirito creatore, affinché possiamo insegnare debitamente, quando ne riceviamo il mandato, la dottrina della fede.
Donaci la virtù per adattarci alle menti non ancora mature dei nostri discepoli, per favorire le loro belle e fresche energie, per comprendere i loro difetti, per sopportare le loro irrequietezze; per fare noi stessi piccoli senza abbandonare la cattedra del nostro dovere, a tua imitazione, o Signore, che ti facesti come uno di noi senza lasciare il soglio altissimo della tua divinità.
Ma soprattutto ricolmaci del tuo Spirito di amore : amore per te, Maestro unico e buono, per immolarci nel tuo santo servizio; amore alla nostra professione, per vederla come una nobilissima vocazione e non come un comune impiego; amore alla nostra santificazione, come fonte principale del nostro lavoro e del nostro apostolato; amore alla verità, per non mai deliberatamente distaccarci da essa; amore alle anime, che dobbiamo modellare e plasmare al vero ed al bene; amore ai nostri alunni, per farne cittadini esemplari e figli fedeli della Chiesa, ai nostri amatissimi fanciulli e giovani, con vero sentimento di una paternità più elevata, più cosciente e più pura di quella semplicemente naturale.
E tu, Madre santissima, Maria, sotto il cui sguardo amoroso l’adolescente Gesù cresceva in sapienza ed in grazia, sii nostra interceditrice presso il tuo divin Figlio, e impetraci l’abbondanza delle grazie celesti, affinché l’opera nostra ridondi in onore e gloria di Lui, che col Padre e lo Spirito Santo vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Così sia!
Pio XII (28 dicembre 1957)
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