fantastici 4 a San Giovanni Rotondo

San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo (FG)

Un po’ per gioco ed un po’ per passione, ogni gesto della sua vita era fatto con amore.

Ecco il suo ingrediente speciale: l’amore. Gli veniva naturale, e gli veniva anche bene, visto che gli sgorgava dal cuore.

Ed era tutto un ridere, di cuore; era tutta condivisione di gioia; era tutta anima intrisa nello spirito.

E così, certi che il Signore ci stava ascoltando, andammo a trovare uno dei suoi pupilli: San Pio da Pietrelcina, nella sua amata ed ultima dimora San Giovanni Rotondo, in provincia della mia amata Foggia.

A chi mi chiede, ancora oggi, perché non taglio la barba, ecco la risposta:

Oggi come ieri e come sarà domani senta la mano delicata di adolescente accarezzarmi la barba, e siamo ancora uniti, come sempre.

Non è mai finita

commento al Vangelo di oggi di Mt 8,1-4, a cura di Rete Loyola (Bologna)

Sono convinto che anche nell’ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino.

erroneamente attribuita a Giacomo Leopardi

Entro nel testo (Mt 8,1-4)

Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. Poi Gesù gli disse: «Guardati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».

Mi lascio ispirare

Il primo segno che compie Gesù nel vangelo di Matteo è un segno che riporta alle relazioni.

Sceso dal monte il Signore incontra un lebbroso, una persona che vive ai margini della società, che vive una vita da escluso, che da persona che ha paura di tutto e tutti, vive solo per l’autoconservazione. E allora forse questa persona ci ricorda quei momenti in cui anche noi viviamo ai margini, nell’ansia, nella paura del futuro, chiusi in noi stessi, senza riuscire a comunicare con gli altri, angosciati, senza riuscire a dare senso alla vita…
A volte è la fatica di superare la vergogna di mostrarci deboli e bisognosi di aiuto che ci impediscono di vivere a pieno: preferiamo restare nel silenzio del nostro isolamento; altre volte sono situazioni di disagio che possono essere indipendenti da noi in cui ci troviamo schiacciati che ci fanno da ostacolo a una vita piena.

Però questa persona non ci sta, cerca Gesù e si mette davanti a lui chiedendo il suo aiuto.

E il Signore, Dio della Vita, è già pronto a tendere la mano, ad aiutarci a scrollarci di dosso l’impressione della fatalità del male e a essere consapevoli del nostro desiderio di bene, a farci rendere conto che la partita non è finita e la sua mano è sempre stata lì, tesa, per noi.
Non rimane che accorgersene – e ce ne accorgiamo quando proviamo ad alzare lo sguardo dal nostro disagio, quando desideriamo uscire davvero dalla nostra situazione di ristagno, lasciandoci toccare da lui che ci con-sola (che sta con chi è solo) e ci ricorda che non è mai detta l’ultima parola, che c’è sempre un modo per tornare alla vita piena e realizzata per cui siamo fatti, in comunione con gli altri.

Tomaso Roncallo

Rete Loyola (Bologna)

La gioia del cristiano è la certezza di poter affrontare ogni situazione sotto lo sguardo amoroso di Dio, con il coraggio e la forza che provengono da Lui. I #santi, anche tra molte tribolazioni, hanno vissuto questa gioia e l’hanno testimoniata.

Papa Francesco via X

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