Leggi e ascolta la nostra umile preghierina del 23 maggio 2024

Eravamo incollati alla tv, e tu abbracciavi inerme il tuo lettuccio, mentre il tuo amico di paradiso Carlo Acutis veniva beatificato con tutti gli onori a lui riservati.

Mancava poco al vostro abbraccio, 7 giorni, e tu attendevi in silenzio l’arrivo degli angeli che ti avrebbero portato dal tuo nuovo amico, che già avevi conosciuto direttamente ad Assisi dove un amico aveva portato la tua foto proprio a Carlo, sperando lui potesse compiere in te il miracolo.


Ma Carlo ti voleva accanto a se: e così è stato.

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Trasformati in sale

commento al Vangelo di oggi di Mc 9,41-50, a cura di Martina Pampagnin

Arrendersi a ciò che è.
Lasciar andare quello che era.
Avere fede in quello che sarà.

Anonimo

Entro nel testo (Mc 9,41-50)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.

Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile.

E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.

Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».

Mi lascio ispirare

Iniziare a camminare nella penombra che annuncia l’alba verso un puntino di luce, una meta chiarissima ma lontana.

I primi passi sono facili, snelli e agili. A mano a mano che si cammina, però, qualcosa diventa pesante. Pensieri, paure, gesti, parole, sguardi di cui pentirsi; mani, passi, sorrisi non dati, parole non dette che abitano buie il cuore e la mente si fanno spazio e rendono i passi pesantissimi, quasi immobilizzano.

Eppure a quel puntino voglio arrivare. C’è un fuoco più grande che mi chiama.

Capisco che l’unica possibilità è lasciar andare. Tolgo un occhio che ha guardato con invidia, tolgo una mano che ha preteso di imprigionare, di trattenere; tolgo la mano che si tiene legata alle paure. Taglio via il piede che non si è fidato e ora piange un cammino mai intrapreso.

Lascio che tutto ciò che mi impedisce di splendere come un granello di sale alla luce del sole resti a terra. Lascio cadere tutto e mi scopro di colori nuovi, mi scopro di sapori nuovi, di nuova leggerezza.

Con la sensazione di avere sale sulle mani, saluto il mio buio, ringrazio per le mie debolezze, e riprendo il cammino, leggera e nuova, verso quel puntino che promette Luce.

Martina Pampagnin

fonte © GET UP AND WALK

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