In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9.9-13

Siamo tutti peccatori, e siamo tutti abbracciati dalla misericordia di Dio.

Quando chiudiamo il nostro cuore, quando le nostre labbra pronunciano parole dettate dall’ira, dalla gelosia, dall’invidia, in quel momento non permettiamo a Dio di salvarci, non lasciamo che il Suo abbraccio di padre ci consoli, ci rallegri, ci guidi.

Ecco perché dobbiamo pronunciare più spesso: “Sia fatta la Tua volontà!

Esattamente le parole che hai pronunciato tu, Eugenio, il 13 settembre 2019.

le rose a casetta di Eugenio

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preghierina del 21 settembre 2021
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