Leggi e ascolta la nostra preghierina del 21 ottobre 2024
Preghiera al Beato padre Pino Puglisi
Per grazia di Dio sei stato operaio infaticabile
nella sua vigna, testimone audace del Vangelo,
fratello e amico dei giovani, difensore coraggioso
dei poveri e degli oppressi.
Intercedi per la Chiesa, perché in essa
il Signore susciti generosi ministri del Vangelo,
uomini e donne capaci di impegnarsi per la vera libertà,
la giustizia, la pace e il bene di tutti.
Fa’ che anche noi, come te, abbiamo
il coraggio di rifiutare ogni compromesso
con il male e con il potere delle tenebre,
per rimanere fedeli a Cristo
e così entrare nella gioia del suo Regno.
Tu amavi ripetere:
“Se ognuno fa’ qualche cosa,
allora si può fare molto”;
aiutaci a rimboccarci le maniche
per far vincere il bene in noi e intorno a noi.
Beato padre Pino Puglisi,
prega per noi!
Commento al Vangelo di oggi lunedì 21 ottobre 2024
Per gentile concessione © ♥ Padre Gaetano Piccolo SJ
Possedere o appartenere?
commento di Lc 12,13-21, a cura di Melania Condò
Per ogni tipo di viaggio
meglio avere un bagaglio leggero.Niccolò Fabi, Vince chi molla
Entro nel testo (Lc 12,13-21)
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Mi lascio ispirare
La tentazione di chiamare in causa Gesù per dirimere le nostre spicciole questioni irrisolte, quelle beghe tra fratelli e sorelle che a volte dimenticano di essere anche figli, è roba umana. Niente da biasimare, perché anche questa tentazione schiude una ricerca, un tentativo di approfondire la conoscenza del Maestro. Ma è fuorviante, perché è l’illusione di un volto improprio: quello di un Maestro-giudice che possa sancire chi ha torto e chi ha ragione, a chi spetti la parte peggiore e a chi quella migliore – possibilmente a me.
È un’immagine facile, a portata di mano, eppure errata: non solo un errore interpretativo della relazione con il Figlio di Dio, ma proprio della relazione con tutte le cose di Dio. Queste, infatti, stanno davanti a me perché io possa imparare a servirmene per amare meglio, per uscire fuori da me stessa, per incontrare l’altro, per scoprire, nutrire e condividere la mia vocazione. Non per possederle. Possederle ha un inizio e una fine, mentre amare no.
E così impariamo a essere più leggeri, non soggiogati alle cose e al loro dominio, al torto o alla ragione. Non affannati e consumati nel costruire depositi più ampi. Ma più leggeri, e consolati, affinché possiamo muoverci più liberi lungo il viaggio della vita. Disponibili a lasciar andare e lasciar entrare. A lasciarci educare alla vita di Dio, alla quale apparteniamo.
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