cuore con ali d'angelo e mano

Preghierina del 20 aprile 2023

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Chi soffre capisce la vita in maniera più profonda. Chi è inchiodato su una Croce guarda la realtà come Dio la guarda dal cielo, ma solo a patto che quella croce sia un’esperienza di santificazione e non di disperazione. Si può essere crocifissi e stare sottoterra, e si può essere crocifissi e stare in alto. Gesù ci ha donato una posizione nuova per le nostre croci.

Se dovessimo usare un’immagine per rendere l’idea dovremmo dire che ciò che opera lo Spirito è simile a ciò che fa un padre quando prende il proprio figlio o la propria figlia e la pone sulle proprie spalle. Da quel momento in poi la visuale cambia e con essa la certezza di essere seduti su qualcuno di affidabile. 

“Semplicemente” credere

commento di Gv 3, 31-36, a cura di Chiara Selvatici

Credere significa liberare in se stessi l’indistruttibile, o meglio: liberarsi, o meglio ancora: essere.

Franz Kafka

Entro nel testo (Gv 3, 31-36)

Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.

Mi lascio ispirare

Come posso raggiungere la felicità, il successo, ciò che desidero, la vita eterna…? Vorremmo forse sapere come costruirci da soli ciò che desideriamo, ma poi scopriamo che il nostro desiderio di scalata, di salire in alto chiede invece di invertire la direzione e accogliere ciò che viene dall’alto.

Dio ci chiede “semplicemente” di credere, di ascoltare con fede, di accogliere nella nostra vita Gesù, la Parola che si fa uomo. Dio si è incarnato per portare l’infinito nel finito, il divino nell’umano. Avere la vita eterna è il più grande dono di Dio e lo possiamo avere “semplicemente” credendo.

Come nell’antica Babele, vorremmo salire con le nostre forze a Dio, ma Lui ha scelto di scendere, di venirci incontro, per portarci la verità, lo Spirito. Noi vorremmo costruire, toccare, fare, vedere, dire… tutte azioni umane, ma siamo invece invitati ad accogliere il Figlio e tutto ciò che da lui riceviamo come dono dall’alto e allora scopriamo che credere non è così “semplice”. Anche la fede non è umana, ma un dono che viene dall’alto.

Chiara Selvatici

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