Leggi e ascolta la nostra preghierina del 2 ottobre 2023

Oggi dedichiamo la nostra preghierina ai Santi Angeli custodi.

Ed in special modo al nostro angelo più dolce, più vicino, più chiacchierone, più modesto, più eclettico, più umile.

Eugenio, angelo di Dio, che sei il mio, il nostro custode. Illuminaci e custodiscici, governaci, che ti siamo stati affidati dalla Pietà Celeste.

preghierina del 2 ottobre 2023
noi fantastici 4 – 2 ottobre 2016

Terapia intensiva

Il 2 ottobre 2019, alle 13:23 tornavi in camera dopo aver trascorso due giorni in terapia intensiva alla clinica Neuromed, reduce dall’ultima operazione al cervelletto, dove si insidiava l’altro “mandarino” diabolico.

Eugenio ritorna in camera dalla terapia intensiva

Angelo in volo

Mai si è spento il tuo sorriso, anche se le ali dorate stavano facendo posto alle tue braccia di giocatore di basket.

L’amore riempiva densa la tua stanza, mentre gli ultimi bagliori di luce illuminavano i tuoi occhi.

Eugenio nel lettuccio, sorridente
Eugenio nel lettuccio, sorridente – venerdì 2 ottobre 2020

Piccoli come bambini

commento al Vangelo di oggi di Mt 18,1-5.10, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ

Tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi.

Pablo Picasso
Remigio bambino primo piano
Remigio baby a 1 anno – 1967

Mi preparo

Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore

Entro nel testo (Mt 18,1-5.10)

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.

Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».

Mi lascio ispirare

I discepoli sono preoccupati su chi è il più grande nel regno dei cieli. È il loro modo di comprendere concretamente che cosa sia questo regno dei cieli di cui Gesù sta parlando loro.

Gesù pone in mezzo a loro un bambino e dice alcune parole. Può sembrare un gesto banale, eppure è un’intuizione straordinaria, tutt’altro che scontata. Avrebbe potuto semplicemente ribadire l’invito a convertirsi per diventare come un bambino.

Invece sta indicando un bambino visibile, in carne e ossa, in modo che i discepoli possano contemplare le sue parole in presa diretta.
Il bimbo semplicemente “è”, non si preoccupa di essere in un certo modo. Sprigiona tutta la bellezza che gli appartiene, suscitando dolcezza e tenerezza infinita. Nel bimbo possiamo contemplare l’umanità nella sua essenza più pura. L’invito di Gesù è di non celare la bellezza che siamo, anche da adulti.

Il bambino è apertura alla vita, freschezza, curiosità, meraviglia. L’invito di Gesù è quello di ritornare piccoli come un bambino per imparare continuamente a “essere”. L’essere umano a differenza degli animali, non vive a partire da istinti ereditati dalla sua specie, bensì impara a vivere adattandosi in modo intelligente alla situazione.

L’essere umano è aperto al futuro, in modo imprevedibile e indeterminato. Le sue scelte di volta in volta lo condurranno su una strada piuttosto che un’altra. Gesù invita a diventare consapevoli di questa “libertà di essere”.

E poi Gesù aggiunge qualcosa di importante: accogliere uno di questi bambini nel suo nome significa accogliere lui. Ovvero chi impara a guardare i bambini come fa lui, coglie l’essenza stessa dell’uomo e diventa quell’essere umano che sta contemplando in quel bambino. Anche Gesù è diventato quel bambino che sta contemplando insieme ai suoi discepoli.

Flavio Emanuele Bottaro SJ

Immagino

Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.

Rifletto sulle domande

Quali sono le tue domande sul regno dei cieli?
Cosa vedi quando contempli un/a bambino/a?
Quale appello cogli per te in questa contemplazione?

Ringrazio

Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.

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