Leggi e ascolta la preghierina del 2 maggio 2023
Sommario
“Non può esserci un Dio perché, se ce ne fosse uno, non crederei che non sia io”.
Friedrich Wilhelm Nietzsche
Io e il Padre siamo una cosa sola! Gesù dice apertamente una cosa inconcepibile per il Giudeo del suo tempo. Non si paragona a Dio, molto di più! Dice addirittura di esserlo! Un’affermazione del genere fa rabbrividire anche noi. Soprattutto per le conseguenze che comporta.
Gesù sta dicendo ai suoi interlocutori che quello che noi siamo abituati a chiamare “Dio” in realtà è l’uomo che vive fino in fondo la sua umanità, in piena libertà, senza averne paura.
E’ una rivoluzione nel mondo ebraico, abituato a ragionare per separazioni e a pensare Dio come pura alterità. La conseguenza è che in quanto esseri umani, noi siamo la presenza di Dio nel mondo, non al modo di uno strumento che lui usa per rivelarsi, ma al modo costitutivo di essere.
Il fatto che esistiamo come esseri umani “è” la realtà che chiamiamo Dio.
Gesù ha il coraggio di ammettere davanti a tutti la sua origine divina, non per sottolineare la differenza rispetto agli altri uomini, bensì al contrario, per aiutare a riflettere sul mistero di Dio che ogni essere umano è. Ogni essere umano è chiamato a riconoscersi in questa consapevolezza.
Come riconoscere se questo movimento è narcisistico, ego-centrato, oppure spirituale? Gesù dice: dalle opere che compiamo.
Ovvero da come abitiamo il mondo a partire da quella consapevolezza. L’essere-Dio in modo narcisistico ci pone nel mondo come padroni, ci fa trattare gli altri con prepotenza, come schiavi.
Ci fa pretendere, ci fa pensare che tutto ruota intorno a noi. L’essere-Dio al modo di Gesù ci pone nel mondo nella forma del servizio.
Libera la nostra umanità in gesti gratuiti. Iniziamo a compiere il bene, ad amare, a praticare la giustizia a prenderci cura in modo gratuito degli altri, del creato.
Su queste due modalità regna la consapevolezza che ci caratterizza come essere umani, ovvero la facoltà di accorgerci quando viviamo in un modo piuttosto che nell’altro.
Secondo giorno del mese di Maggio dedicato a Maria
Recitiamo insieme questa preghiera di San Giovanni Paolo II alla nostra Mamma Celeste
MADRE DELLA CHIESA
Madre della Chiesa, e Madre nostra Maria,
raccogliamo nelle nostre mani
quanto un popolo è capace di offrirti;
l’innocenza dei bambini,
la generosità e l’entusiasmo dei giovani,
la sofferenza dei malati,
gli affetti più veri coltivati nelle famiglie,
la fatica dei lavoratori,
le angustie dei disoccupati,
la solitudine degli anziani,
l’angoscia di chi ricerca il senso vero dell’esistenza,
il pentimento sincero di chi si è smarrito nel peccato,
i propositi e le speranze
di chi scopre l’amore del Padre,
la fedeltà e la dedizione
di chi spende le proprie energie nell’apostolato
e nelle opere di misericordia.
E Tu, o Vergine Santa, fa’ di noi
altrettanti coraggiosi testimoni di Cristo.
Vogliamo che la nostra carità sia autentica,
così da ricondurre alla fede gli increduli,
conquistare i dubbiosi, raggiungere tutti.
Concedi, o Maria, alla comunità civile
di progredire nella solidarietà,
di operare con vivo senso della giustizia,
di crescere sempre nella fraternità.
Aiuta tutti noi ad elevare gli orizzonti della speranza
fino alle realtà eterne del Cielo.
Vergine Santissima, noi ci affidiamo a Te
e Ti invochiamo, perché ottenga alla Chiesa
di testimoniare in ogni sua scelta il Vangelo,
per far risplendere davanti al mondo
il volto del tuo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo.
Buonanotte
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