Leggi e ascolta la preghierina del 19 maggio 2023
Sommario
Conoscerai un grande dolore e nel dolore sarai felice.
Fedor Dostoevskij, I fratelli Karamazov
Eccoti il mio insegnamento: nel dolore cerca la felicità.
Entro nel testo (Gv 16,20-23a)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo.
Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».
Mi lascio ispirare
Parole come quelle che leggiamo oggi, estrapolate dal contesto del discorso che Gesù sta facendo ai discepoli, sono una buona metafora di quello che è l’esperienza del dolore e della sofferenza quando vengono tolti dal contesto del nostro cammino.
Purtroppo ogni prova, ogni difficoltà hanno l’effetto indesiderato di apparirci come qualcosa di totalmente inedito, mai visto, una pagina bianca della vita in cui partiamo da zero, anzi nettamente in passivo. Lo sguardo cala sulla sofferenza del momento. Sembra non esserci alcun orizzonte, se non la fine del supplizio. Noi al centro da soli e tutti gli altri presi ancora nei loro discorsi.
Gesù quel dolore, il dolore della sua partenza e della sua passione, lo tiene ben saldo nel discorso: ne è una parte. Non ne è né l’inizio né la fine. È la preparazione di qualcosa di più grande: la Pasqua, quando lui si farà vedere e riconoscere come colui che ha attraversato il dolore e la morte e li ha vinti.
Nel dolore normalmente lo sguardo cade a terra, oppure ci si guarda in giro confusi per cercare un senso o una spiegazione. Vedere lui Risorto dà una direzione al nostro sguardo, che si può finalmente poggiare su qualcuno. E la pagina bianca ritorna a essere parte del nostro dialogo con lui. Perché non c’è dolore più grande che non sentirlo al nostro fianco.
Rifletto sulle domande
In quali momenti non ho sentito la presenza del Signore?
Quando mi è capitato che la tristezza si trasformasse in gioia?
Quali segni o “angeli” della sua presenza ho imparato a cercare nei momenti della prova?
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Madre di Dio e madre nostra.
Aiutami a combattere ogni avversità che mi viene posta.
Tu, Regina di tutto e tutti aiutami a superare ogni giorno della mia vita con amore e con la speranza di vedere un giorno il volto di tuo figlio, il Re divino!
Forma in me un cuore dolce e umile, che ami senza
domandare nulla.
Donami un cuore
aperto e indomabile, che nessuna ingratitudine possa chiudere e nessuna indifferenza stancare.
Francesca Ruberto
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