Leggi e ascolta la preghierina del 19 gennaio 2024
Una preghierina un pochino diversa questa sera. Una preghierina che è iniziata nel pomeriggio di oggi, una preghierina che è partita da tanti cuori riuniti per fare festa. Si, oggi è stata una grande festa Eugenio, per il tuo paese, la tua scuola, tutti i tuoi amici e tutti i bambini e ragazzi di Dragoni.
Dopo più di 20 anni, c’è stata l’inaugurazione della palestra scolastica, quella che tu tante volte guardavi e, sospiravi. Quante volte è uscito dalla tue labbra la frase “ma perchè noi non abbiamo la palestra? perchè dobbiamo sempre sperare che sia bel tempo, per poter fare educazione fisica fuori, nel campetto?” o anche “ma perchè dobbiamo andare a Caiazzo, a fare basket, con una palestra qui a 10 metri?”
Bene, amore nostro, finalmente le tue preghiere di allora, sono state esaudite. La tua scuola, quella che ti ha visto crescere e diventare un angelo meraviglioso, ha la palestra. E che palestra!
Colorata, accogliente, meravigliosa!
I tuoi amici, Francesca e i suoi amici, tutti i bambini e i ragazzi di Dragoni, potranno giocare ed allenarsi nella tanto agognata palestra.
Una “cattedrale nel deserto” dell’incuria, della trascuratezza, ha preso ora forma. Una costruzione che era stata abbandonata a sé stessa, ha ora una identità! E tutto questo grazie ai nostri amministratori comunali.
Finalmente! Si, lo so che hai detto così… finalmente!
Questa inaugurazione è stata possibile grazie alla caparbietà di uomini e donne che hanno a cuore la propria comunità, i propri bambini e la loro crescita sana. Perché lo sport aiuta a crescere sani e senza vizi, con regole precise e ottimizzando i tempi dello studio e dello svago.
E questa palestra caro Eugenio, per volontà di quegli uomini e quelle donne, è dedicata alla tua memoria! Questa dedica però porta un impegno in più per te. Eh si, non puoi tirarti indietro. Anzi, dovrai assolvere al meglio a questo incarico.
Quello di vegliare e di custodire tutti coloro che varcheranno la soglia di questo luogo, per praticare sport, per fare comunità; e anche di illuminare il lavoro degli amministratori e degli insegnanti affinché la crescita sana delle nuove generazioni sia sempre al primo posto dei loro sforzi e del loro impegno.
Francesca, io, papà, nonna Tetta, come ogni sera, pregheremo per aiutarti in questo compito.
Il video
Leggiamo insieme il Vangelo di oggi
Entro nel testo (Mc 3,13-19)
In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui.
Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.
Mi lascio ispirare
Gesù dopo giorni di missione, di guarigioni, di folla decide di ritirarsi sul monte. Un monte per stare appartati, per mettere distanza, per riflettere e scegliere. Il monte è il luogo dove Dio parla, dove Dio chiama. E in questo caso è Gesù che chiama altri, i Dodici, per condividere con altri la sua vita.
Ma il movimento della sua chiamata è duplice. Chiama a stare con lui, ma coloro che chiama allo stesso tempo anche li invia, li manda lontano ad annunciare la buona notizia. Da un lato li chiama a sé, a stare con lui, dall’altra li manda distante. L’intimità con lui e insieme la compassione per le persone che hanno bisogno di essere guarite, liberate e consolate.
La sua chiamata ha una forza elastica che più attrae e più spinge fuori, più distanzia e più fa tornare indietro. È una chiamata che non lascia tranquilli e comodi, ma inserisce in un moto verso fuori e verso dentro. Più si sperimentano il suo amore e la sua bellezza più si è spinti verso gli altri per amare allo stesso modo. Più ci si immerge nelle storie degli uomini e più è grande la nostalgia e il bisogno della sua Parola, della sua presenza, del suo aiuto.
E gli altri undici intorno a noi ci ricordano di quella chiamata, ci parlano di lui, sono il prossimo più prossimo da amare, accogliere e guarire.
fonte © GET UP AND WALK
Preghiamo insieme
Ultimo aggiornamento il 7 Giugno 2024 by Remigio Ruberto
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