Leggi e ascolta la preghierina del 15 novembre 2023
Sommario
Non c’è più distanza
commento al Vangelo di oggi di Lc 17,11-19
Non conosco il cielo
Luciano Ligabue, Tu che conosci il cielo
però conosco te.
Mi va di ringraziare,
puoi farlo tu per me?
Entro nel testo (Lc 17,11-19)
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!».
Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti».
E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo.
Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?».
E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Mi lascio ispirare
Perché dovrei andare a presentarmi a un sacerdote se non sono guarita?
Funziona così, per poter uscire dall’isolamento che comporta questa lebbra, qualcuno deve riconoscere che sono guarita.
Resto quindi a distanza.
Mi confondo nel gruppo di quelli che ti sono venuti incontro.
Di quelli che la morte se la portano addosso, una morte visibile nella carne che marcisce e che cade in pezzi.
Nelle ferite sempre aperte.
Devo rimanere a distanza.
Ho preso coraggio e ho lasciato che la mia voce provasse a raggiungerti. Ma non è successo nulla.
Sono bloccata, non posso andare al Tempio in queste condizioni.
Non posso stare davanti a Dio e ai miei fratelli così, mi vergogno.
Guardo i miei piedi, provo a fare un passo avanti.
“Non posso”, continuo a ripetermi.
Ma tu mi dici di andare comunque, così come sono, e allora vado.
Anche tu sei sulla strada per Gerusalemme.
Anche se c’è questa distanza, sarà come fare il cammino insieme, per questo prendo fiducia.
E all’improvviso, lungo la strada, accade l’impensabile: questo mio confine che è la mia pelle inizia a ricucirsi, si ricompone.
Senza questo confine non potevo entrare in relazione con gli altri senza farmi del male.
Le mie mani tremano, mi volto indietro nel momento esatto in cui uno di noi, urtandomi, corre verso di te, è un Samaritano, ma i Samaritani non hanno il loro luogo di culto a Garizim? Sei forse tu, maestro, il sacerdote, il Tempio? Gli dici che è salvo nel suo ringraziare, non solo guarito, salvo.
Ringrazio e gioisco quando riconosco che la vita la ricevo da un altro.
Mi metto alla giusta distanza, non c’è più distanza. E io riesco a essere grata di tutto questo?
Rifletto sulle domande
Faccio caso a quando mi viene di farmi da parte, e isolarmi: quali paure mi abitano?
Che cosa ne è dei miei confini personali, nelle relazioni, dei miei bisogni e desideri, rispetto a quelli degli altri?
Con quanta fiducia mi lascio vedere e ri-conoscere?
Per chi o cosa mi va di ringraziare?
Preghiere per il mese di novembre
15 novembre – Sant’Alberto Magno, domenicano, vescovo e Dottore della Chiesa
Alberto nacque in Germania verso il 1200. Molto giovane venne in Italia per studiare le arti a Padova e forse anche a Bologna e Venezia. Durante il soggiorno nella penisola conobbe i domenicani, dai quali fu inviato a Colonia per la formazione religiosa e per lo studio della teologia.
Approdò infine a Parigi dove tenne la cattedra di teologia per tre anni, durante i quali ebbe un allievo d’eccezione: Tommaso d’Aquino.
Grande studioso delle scienze naturali, Alberto non rifuggì dagli incarichi pastorali. Fu provinciale dell’ordine domenicano per il nord della Germania, per breve tempo vescovo di Ratisbona, partecipò al concilio di Lione.
Dopo aver trionfato nel mondo, al giovane studente sembrò ostacolo insormontabile le difficoltà che incontrava nello studio della Teologia, e fu tentato di fuggire dalla casa del Signore.
La Beata Vergine Maria, però, di cui era devotissimo, lo animò a perseverare, rasserenandolo nei suoi timori, dicendogli: “Attendi allo studio della sapienza e affinché non ti avvenga di vacillare nella fede, sul declinare della vita ogni arte di sillogizzare ti sarà tolta”.
Sotto la tutela della Celeste Madre, Alberto divenne sapiente in ogni ramo della cultura, sì da essere acclamato Dottore universale e meritare il titolo di Grande (unico titolo dato ad un Vescovo), ancor quando era in vita.
Insegnò con sommo onore a Parigi e nei vari Studi Domenicani di Germania, soprattutto in quello di Colonia, da lui fondato, dove ebbe tra i suoi discepoli appunto, San Tommaso d’Aquino, di cui profetizzò la grandezza.
Provinciale domenicano di Germania e, nel 1260, Vescovo di Ratisbona, alla cui sede rinunziò per darsi di nuovo all’insegnamento e alla predicazione.
Fu arbitro e messaggero di pace in mezzo ai popoli, e al Concilio di Lione portò il contributo della sua sapienza per l’unione della Chiesa Greca con quella Latina.
Avanzato negli anni saliva ancora vigoroso la cattedra, ma un giorno la sua memoria si spense, proprio come aveva profetizzato la Beata Vergine Maria: il Buon Dio spense la vigorosa memoria al suo eletto per evitargli qualche crollo nella fede a causa della grande sapienza raggiunta, preparandolo così ad una morte altrettanto santa.
Anelò infatti solo al cielo, al quale volò dopo quattro anni di silenziosa preghiera, il 15 novembre 1280, consumato dalla divina carità. La sua salma riposa nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea a Colonia.
Papa Gregorio XV nel 1622 lo ha beatificato.
Papa Pio XI nel 1931 lo ha proclamato Santo e Dottore della Chiesa. Il 16 dicembre 1941 Papa Pio XII lo ha dichiarato Patrono dei cultori delle scienze naturali.
Preghiera di san Giovanni Paolo II, alla tomba del Santo il 15.11.1980
O Dio, tu sei mirabile nei tuoi santi! Mi inginocchio oggi come pellegrino sulla tomba di sant’Alberto, per glorificarti e per ringraziarti per la sua vita e le sue opere, mediante le quali hai dato in lui alla tua Chiesa un maestro della fede e un modello di vita cristiana.
O Dio, nostro Creatore, autore e luce dello spirito umano, hai donato a sant’Alberto, nella fedele sequela del nostro Signore e Maestro Gesù Cristo, una profonda conoscenza della fede. La creazione stessa divenne per lui la rivelazione della tua onnipotenza e bontà, poiché imparò a riconoscerti e ad amarti più
profondamente nelle creature.
Mediante il dono del discernimento lo hai reso capace in modo straordinario di respingere l’errore e di approfondire invece la verità, per diffonderla in mezzo agli altri uomini. In tal modo lo hai fatto diventare Dottore della chiesa e degli uomini. Uniti all’intercessione di sant’Alberto, ci rivolgiamo con fiducia
alla tua misericordia:
Manda alla tua Chiesa anche nel nostro tempo maestri di verità, che siano capaci di
spiegare e di annunciare agli uomini in modo adeguato il lieto messaggio del Vangelo,
mediante la parola e l’esempio di una vita santa.
Accompagna e illumina il servizio dei ricercatori e degli studiosi con il tuo santo
Spirito e preservali dall’orgoglio e dalla propria autosufficienza e dona agli scienziati la
capacità di trattare con rispetto e responsabilità le risorse della natura, perseguendo e
non altro a servire che la tua Legge divina che governa gli uomini e l’universo intero.
Concedi ai responsabili nello Stato e nella società la capacità di intuire la Verità e il
senso di responsabilità necessari perché usino le conquiste della scienza e della
tecnica per la pace e per il vero progresso dei popoli, e non per loro danno o tanto
meno per la loro distruzione.
Aiuta tutti noi, in mezzo ai molteplici pericoli e falsità del nostro tempo, a
riconoscere sempre il vero dal falso per servirti in fedeltà mediante una vita fondata
sulla verità della fede in difesa della tua santa Legge.
E così Padre, per intercessione di sant’Alberto Magno, benedici tutti i cittadini di
questo Paese, concedi all’Europa la pace e l’unità nella Verità e fa’ che sia sempre
memore della sua responsabilità nella comunità dei popoli.
Sant’Alberto Magno con la tua speciale benedizione e sostegno, conforta tutti i fedeli
nel loro amore verso Cristo e la sua Chiesa, affinché mediante la loro testimonianza di
vita cristiana nella verità e nella giustizia, sia glorificato il Signore nostro Dio, Trinità
beata e la stessa santa Madre di Dio da te molto amata, anche nel mondo di oggi.
Ti preghiamo per Cristo nostro Signore. Amen. 1Pater, Ave e Gloria…
Prega per noi, sant’Alberto, affinché diventiamo degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo insieme
Aiutaci ad aiutare!
Aiutaci con un tuo piccolo contributo.