ciliegio in fiore e la chiesa

Leggi e ascolta la nostra Preghierina del 15 aprile 2023

Francesca

Francesca a 11 anni già fa un doppio lavoro.

Doppio: ma che dico, triplo, quadruplo!

Francesca fa la figlia, femmina, coccolona, amorevole, dolcissima.

Francesca fa la studentessa, con ottimi voti ma soprattutto con passione studia e comprende. E quello che studia lo assimila, lo plasma per farlo fluire nella propria vita, nelle proprie esperienze, nei propri rapporti personali.

Francesca è nipote adorata e adorabile. E adore le sue nonne, viventi in terra per grazia di Dio e adora spiritualmente i suoi nonni di cui “il foggiano” lo ha conosciuto tramite i miei racconti di vita quotidiana ed esperienze di vita vissuta proprio con me, suo figlio Remigio; il nonno “dragonese” lo ha potuto “gustare” per pochi anni, fintanto un altro tumore non lo strappò alla terra fertile che tanto amava.

Francesca è figlio, maschio, giocherellone, appassionato di computer, basket, musica rap.

Francesca incarna Eugenio.

Francesca sa benissimo quanto mi manca il maschio al mio fianco, e gioca anche il suo ruolo.

Oltre alle scarpe da basket del fratello, oltre al basket che amava il fratello, oltre alla canotta numero 33 che aveva il fratello, oltre alla musica rap che amava il fratello, oltre tutto, ha l’anima del fratello.

E se non credete a questa Resurrezione, da oggi in poi chiamatevi pure “Tommaso”

Preghierina del 15 aprile 2023
Francesca con la canotta 33 dello SBC Caiazzo

La fatica di credere

commento di Mc 16,9-15, a cura di Caterina Bruno

In questa vita
non è difficile
morire.
Vivere
è di gran lunga più difficile.

Vladimir V. Majakovskij, Ai vecchi giorni

Entro nel testo (Mc 16,9-15)

Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni.

Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.

Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto.

E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

Mi lascio ispirare

Molti studiosi affermano che la redazione di questi ultimi versetti del Vangelo di Marco sia successiva. La tentazione sarebbe quindi quella di considerare “vera” solo la parte precedente, ma se davvero le donne al sepolcro non avessero detto nulla per paura, non avremmo neanche i Vangeli. Il fatto stesso di poter leggere di queste apparizioni ci fa capire che l’esortazione di Cristo a portare la Buona Notizia a tutti è stata accolta.

La nostra fede si fonda sulla testimonianza di altri. E noi ci siamo lasciati davvero lasciati vedere?

È iniziato un tempo nuovo, dentro quel “primo giorno”, ma facciamo fatica a crederci. Per la mentalità del tempo non è attendibile la testimonianza di una donna, eppure Gesù si lascia vedere per primo da una donna, per giunta con un passato complicato.

Segue per questo l’apparizione a due degli apostoli, ma non basta. Non ci basta la parola dell’amico, dei compagni che hanno fatto esperienza di te, dei tanti che ti hanno visto proprio qui, accanto a loro. È troppo bello per credere che sia possibile o non vogliamo rimanerne delusi? Non sia mai che sia contagioso, questo tornare in vita.

Ci spaventa la felicità? Forse, più in fondo, è più facile pensare che tu non sia vivo. Saperti morto lascia le cose così come sono e come sono sempre state. E tutte le tue belle parole restano sigillate dentro un sepolcro. Sono rese inoffensive. Addomesticate.

Ci risparmiano il dover uscire incontro all’altro, l’amare a modo tuo. La fatica dell’assenza si nutre del sollievo del mantenimento dello status quo. Il sepolcro è il nostro cuore indurito… è la comunità chiusa che si riunisce per spezzare il pane senza offrirlo ad altri.

Tu invece continui a credere in noi. E proprio a noi, con tutti i nostri limiti, chiedi di annunciare. Di partecipare a questa vita da risorti, di chiamare tutti alla vita come hai fatto tu. Senza temere i dubbi.

Caterina Bruno

fonte © GET UP AND WALK

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