Leggi e ascolta la preghierina del 14 dicembre 2023
Sommario
Il dono del presente
commento al Vangelo di oggi di Mt 11,11-15
Il maggior ostacolo del vivere è l’attesa, che dipende dal domani ma spreca l’oggi.
Lucio Anneo Seneca
Entro nel testo (Mt 11,11-15)
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni.
E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».
Mi lascio ispirare
Sento dentro
il tempo
dell’ultima resa,
la fine di una
vita in attesa.
È già andato
colui che disse
che saresti venuto:
Tu ora vivi
in noi
minuto per minuto.
Ti stendo davanti
un manto di paura:
provo timore
sapendomi creatura.
Cosa vuoi per me
Re dei Re?
Lontano da Te
sento nel vuoto
posato ogni passo.
Dammi la fede
di chiamarti nel buio,
di sentire che
al mondo sono
di Dio figlio voluto.
Sento ora
si accende ancora
quel dolce calore
di ogni battito
che scorre
la vita nel cuore.
Donami la grazia
di sapere ancora
che in ogni uomo
sei il Dio che vive
qui e ora.
Rifletto sulle domande
In quale modo Dio opera il Suo regno attraverso di me?
Quali pensieri, sentimenti, credenze in me fanno violenza e ostacolano il Suo disegno e il mio bene?
Dove nella mia vita non riesco a scorgere e sentire la presenza dell’Amore di Dio?
fonte © GET UP AND WALK
14 dicembre San Giovanni della Croce, Dottore della Chiesa
Sembra sia nato nel 1540, a Fontiveros (Avila, Spagna). Rimase orfano di padre e dovette trasferirsi con la mamma da un luogo all’altro, mentre portava avanti come poteva i suoi studi.
A Medina, nel 1563, vestì l’abito dei Carmelitani. Ordinato sacerdote nel 1567 dopo gli studi di filosofia e teologia fatti a Salamanca, lo stesso anno si incontrò con santa Teresa (d’Avila) di Gesù, la quale da poco aveva ottenuto dal priore generale Rossi il permesso per la fondazione di due conventi di Carmelitani
contemplativi (poi detti Scalzi), perchè fossero di aiuto alle monache da lei istituite.
Il 28 novembre 1568 Giovanni fece parte del primo nucleo di riformati a Duruelo, cambiando il nome di Giovanni di San Mattia in quello di Giovanni della Croce.
Vari furono gli incarichi entro la riforma.
Dal 1572 al 1577 fu anche confessore governatore del monastero dell’Incarnazione di Avila.
Venne erroneamente incolpato e incarcerato per otto mesi per un incidente interno al monastero. Alla vigilia dell’Assunta del 1578, fuggì coraggiosamente dal carcere, rischiando seriamente la vita, qualora fosse stato preso.
Le sofferenze inaudite di 9 mesi di carcere non furono vane. Infatti, due anni dopo, i Carmelitani Scalzi ottennero il riconoscimento da Roma,
che significava autonomia. Giovanni della Croce era finalmente libero di espletare il
suo ministero con tutte le sue qualità di cui era dotato, influendo positivamente tutti:
confratelli e monache Carmelitane (e molti laici) che lo conobbero o che lo ebbero
come superiore o come confessore e direttore spirituale, negli anni seguenti fino alla
morte. Fu in carcere che scrisse molte delle sue poesie mistiche.
Giovanni della Croce
parla di rinunce, di lasciare tutto, di nulla (quali sono le cose rispetto a Dio), di salita,
di notte oscura, tutta una terminologia che caratterizza la vita spirituale come un
lavoro (di auto correzione e autocontrollo nelle proprie azioni e decisioni), un impegno
serio, una fatica dura, una ascesi costosa, graduale e continua… che non si può
realizzare dall’oggi al domani. Giovanni della Croce non accetta (e scoraggia)
quelli che “scalpitano tanto… che vorrebbero essere santi in un giorno”. Non è
possibile. Allora come oggi, egli afferma che se l’anima vuole il Tutto (Dio), deve
impegnarsi a lasciare tutto e a voler essere niente:
“Per giungere dove non sei, devi passare per dove non sei. Per giungere a
possedere tutto, non volere possedere niente. Per giungere ad essere tutto,
non volere che essere niente”. Morì a 49 anni tra il 13 e il 14 dicembre 1591 a
Ubeda. I suoi scritti vennero pubblicati per la prima volta nel 1618. Fu beatificato nel
1675 da Clemente X, proclamato santo da Benedetto XIII nel 1726 e dichiarato
dottore della Chiesa da Pio XI nel 1926 che venera come Doctor Mysticus.
O amabilissimo San Giovanni della Croce, anima eccelsa irradiata dalla luce di
Dio, proteggi le nostre povere anime, troppo preoccupate dai beni terreni, e insegnaci
la via stretta e ardua che conduce al Monte del Signore.
Fa’ che comprendiamo il valore delle realtà divine, e la fragile labilità di tutte le cose
umane. Tu che sei il padre degli spirituali, il patrono dei mistici, il maestro della
contemplazione, la guida alle più sublimi forme di orazione e guida certa per i Laici,
infondi energia e slancio al nostro spirito, affinché, con l’aiuto della grazia impariamo
ad amare Dio sulla terra per poi giungere a goderlo eternamente nella patria beata del
Regno. Amen. 1Pater, Ave e Gloria….
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