Preghierina del 11 maggio 2023
Leggi e ascolta la preghierina del 11 maggio 2023
Sommario
Vuoi vivere felice? Viaggia con due borse, una per dare, l’altra per ricevere.
Johann Wolfgang von Goethe
Entro nel testo (Gv 15,9-11)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Mi lascio ispirare
Possiamo farci la domanda “come si fa a rimanere in questo amore?”, ma anche chiederci “di che amore si tratta?”. «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi».
Per prima cosa, allora, significa lasciarsi amare, così come siamo, con i nostri pregi e i nostri limiti, entrando in questa relazione d’amore tra Padre e Figlio, nello Spirito.
Però poi non possiamo accontentarci o soltanto gongolare di questo amore “immeritato”: siamo chiamati anche noi ad amare come Gesù ci ama.
A partire dalla nostra esperienza possiamo provare ad accogliere l’altro per quello che è e non per come vorremmo che fosse, senza giudizi o pregiudizi.
E poi metterci al servizio dei fratelli e delle sorelle che incontriamo nel nostro quotidiano, chiunque essi siano.
Questo significa anche cercare di uscire da sé, distaccarsi dalle proprie sicurezze umane, dalle comodità mondane, per aprirsi agli altri, specialmente di chi ha più bisogno.
Significa mettersi a disposizione, con ciò che siamo e ciò che abbiamo, per poter amare non a parole ma con i fatti. Solo allora la nostra gioia sarà piena, perché gioia del Signore in noi con gli altri.
Rifletto sulle domande
In quali parti di me o della mia vita faccio fatica a lasciarmi amare dal Signore?
Chi posso provare ad accogliere al di là di giudizi e/o pregiudizi?
Cosa posso mettere a disposizione/ servizio di chi ha più bisogno?
Preghiera a Maria per l’undicesimo giorno del mese di maggio
Maria, nostra compagna – 3a
Santa Maria, Vergine della sera, Madre dell’ora in cui si fa ritorno a casa, e si assapora la gioia di sentirsi accolti da qualcuno, e si vive la letizia indicibile di sedersi a cena con gli altri, facci il regalo della comunione.
Te lo chiediamo per la nostra Chiesa, che non sembra estranea neanch’essa alle lusinghe della frammentazione, del parrocchialismo, e della chiusura nei perimetri segnati dall’ombra del campanile.
Te lo chiediamo per la nostra città, che spesso lo spirito di parte riduce così tanto a terra contesa, che a volte sembra diventata terra di nessuno.
Te lo chiediamo per le nostre famiglie, perché il dialogo, l’amore crocifisso, e la fruizione serena degli affetti domestici, le rendano luogo privilegiato di crescita cristiana e civile.
Te lo chiediamo per tutti noi, perché, lontani dalle scomuniche dell’egoismo e dell’isolamento, possiamo stare sempre dalla parte della vita, là dove essa nasce, cresce e muore.
Te lo chiediamo per il mondo intero, perché la solidarietà tra i popoli non sia vissuta più come uno dei tanti impegni morali, ma venga riscoperta come l’unico imperativo etico su cui fondare l’umana convivenza.
E i poveri possano assidersi, con pari dignità, alla mensa di tutti. E la pace diventi traguardo dei nostri impegni quotidiani.
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