mano di gesù che ringrazia

Leggi e ascolta la preghierina del 11 febbraio 2024

La pace ovunque è possibile

A cosa assomiglia una vita santa?

Secondo gli insegnamenti del Nuovo Testamento, è vivere secondo la Parola di Dio. Santità significa dire “no” alle azioni sbagliate e cercare il perdono quando commettiamo errori. Significa mettere da parte ogni interesse egoistico per perseguire i buoni piani che Dio ha per il mondo.

Lo scrittore della lettera agli Ebrei capì che non era facile, così incoraggiò i suoi lettori a “correre con perseveranza” mentre si spogliavano di tutto ciò che poteva rallentarli o farli inciampare (Ebrei 12:1-2).

Li incoraggiò poi ad essere santi, a vivere secondo i comandamenti di Dio e le Sue vie. La santità dà agli altri una finestra per vedere Dio nella nostra vita. Ci dà anche l’opportunità di amare gli altri come Gesù li amerebbe. Mentre perseguiamo una relazione con Dio, il modo in cui interagiamo con le persone dovrebbe cambiare.

L’autore di Ebrei descrive Dio come il Dio della pace (Ebrei 13:20). Se il nostro desiderio è obbedirGli ed essere come Lui, allora dobbiamo fare ogni sforzo per vivere in pace con tutti.

Quando viviamo con rabbia o amarezza verso gli altri, non siamo in grado di mostrare loro l’amore di Gesù: un amore che ci distingue e mostra la gloria di Dio.

Vivere in pace con le persone non significa che dobbiamo amare tutti allo stesso modo o accettare ciecamente la cattiva condotta, ma sforzarci, per quanto possibile, di cercare generosamente l’integrità, la riconciliazione e il perdono, azioni che portano alla pace.

Prenditi un momento oggi per considerare le tue relazioni con gli altri. Sono segnate da rabbia o amarezza, o stai vivendo in pace con gli altri? Se c’è qualcuno nella tua vita che non hai perdonato, fai uno sforzo per iniziare a sistemare le cose. Considera come puoi vivere una vita che si allinei alla Parola di Dio, in modo che gli altri possano vedere Dio operare in te.

Umanità che guarisce

commento al Vangelo di oggi di Mc 1,40-45


Chi non ha veduto accendersi in un occhio limpido il fulgore della prima tenerezza non sa la più alta delle felicità umane. Dopo, nessun altro attimo di gioia eguaglierà quell’attimo.

Gabriele D’Annunzio

Entro nel testo (Mc 1,40-45)

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!».

Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!».

E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.

E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; vaʼ, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».

Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Mi lascio ispirare

Fermo immagine su Gesù come dietro una telecamera, zoommo su di lui e scatto una foto, lo osservo e inizio a dipingere: ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse.

Ecco quelle che potremmo definire “le quattro tappe dell’amare”: lasciarci toccare il cuore da chi abbiamo davanti, porgergli la nostra mano, avvicinarci a lui con tenerezza e rivolgergli una parola di speranza.

Con la potenza della semplicità, nel suo essere uomo, Gesù ci rivela il mistero divino dell’amore.

Basta così poco, eppure avendo gli occhi bene aperti sulla realtà che ci circonda, possiamo lasciarci commuovere, farci vicini, provare ad aprire le serrature dei cuori delusi o spezzati, portare luce dove c’è buio. Basta una parola per guarire.

Basta stare accanto con empatia per trasmettere vicinanza.

Basta…

Eppure, perché facciamo così fatica a guardare gli altri con gli occhi del cuore?

Perché è difficile uscire dalla nostra stanza, per entrare nella stanza degli altri e offrire semplicemente una mano, un orecchio, una spalla amica?

Il mondo ha bisogno di tenerezza.

Siamo oggi più che mai cercatori di misericordia, tra scadenze che si accavallano, impegni che ci superano, corse contro il tempo che non è mai abbastanza.

Il mondo ha bisogno di una mano tesa, di accorciare le distanze tra di noi, di volere guarire.

Gesù, insegnaci tu come fare, perché possiamo essere testimoni di un amore misterioso che ci è donato, e che vuole essere messo in circolo.

Suore Ausiliatrici

Rifletto sulle domande

Quando ho sentito qualcuno avvicinarsi, toccarmi, guarirmi?

In che modo sono testimone di quell’incontro con gli altri?

In quale luogo della mia vita, dei miei impegni, sento che c’è bisogno della tenerezza di Gesù?


Preghiere per il mese di febbraio

11 febbraio – Memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes

CONSACRAZIONE alla Beata Vergine di Lourdes
O bella Immacolata Concezione, io prostrato qui innanzi alla benedetta vostra Immagine e riunito in spirito agli innumerevoli pellegrini, che nella grotta e nel tempio di Lourdes sempre Vi lodano e benedicono.

Vi prometto perpetua fedeltà, e Vi consacro i sentimenti del mio cuore, i pensieri della mia mente, i sensi del mio corpo, e tutta la mia volontà.

Deh! o Vergine Immacolata, procuratemi innanzi tutto un posto nella Patria Celeste, e concedetemi la grazia…(un momento di silenzio) e fate che venga presto il sospirato giorno, in cui arrivi a contemplarvi gloriosa in Paradiso, e quivi per sempre lodarvi e ringraziarvi del tenero vostro patrocinio e benedire la
SS.ma Trinità che vi fece si potente e misericordiosa.

Amen.

1Pater, Ave e Gloria…


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