Leggi e ascolta la preghierina del 11 aprile 2023
Sommario
“L’unica cosa importante è dire al mondo: “Il Signore è risorto, Egli è con noi!“.
La testimonianza nostra non può essere che questa.
Non importa dirlo con queste parole; si deve dire con la vita in modo che il mondo sappia non solo che Gesù è risorto, ma che vive in noi, che in noi, ora, Egli è vivente.
La resurrezione continua, continua nella fede che nasce nei cristiani.
La resurrezione del Cristo ha fatto nascere la fede della Chiesa, la resurrezione del Cristo deve continuare a dare questa fede al mondo, deve rendere testimonianza di Sé nella nostra medesima fede.”
Come è difficile avere fede e diffondere il messaggio di salvezza lasciatoci in eredità.
E’ appena Risorto, ma intorno a noi sono continue tragedie. Se ci facciamo guidare dagli umani sentimenti non riusciremo mai ad apprezzare il grande dono ricevuto da Nostro Signore.
La preghiera di questa sera è per tutte le persone che soffrono nell’anima e nel corpo e non riescono a cogliere la bellezza della Risurrezione.
Non aggrapparti a qualcuno che se ne va, altrimenti non sarà possibile incontrare chi sta per arrivare.
Carl Gustav Jung
Io qui per Lui, Lui qui per me
commento di Gv 20,11-18, a cura di Enrica Bonino s.a.
Una relazione, una relazione vitale, profonda. Una donna che non riesce a muoversi da dove pensa che sia l’amato. È Maria Maddalena che si alza quando ancora è buio a cercare l’amato del suo cuore, attraverso la città, passa tutte le guardie, lo cerca e non lo trova, torna indietro e ritorna avanti tutta angustiata e piange. È tutto un cammino di ricerca. E finalmente c’è l’incontro, che avviene il mattino di Pasqua e avviene in ciascuno di noi che siamo chiamati a fare la stessa esperienza di Maria.
A lei interessa dove sta il suo Signore, perché lì sta di casa anche lei: abituarsi a vedere la sua presenza che non riconosci, fuori dal sepolcro, fuori dal lutto, fuori dalla morte… non lo trovi più nella morte, ma nell’amore che sa dare la vita. Gesù la chiama per nome. Prima si parlava sempre di Maria. Ora non si dice “Maria”, ma “Mariam”, in aramaico, che è il nome familiare con il quale Gesù la chiamava. Per Mariam incontrare il Signore Risorto è sentire Lui che dice il suo nome, addirittura nella sua lingua, nel suo dialetto.
Questo incontro per Maria segna il passaggio dalla morte alla vita, dal pianto alla gioia e ha come centro il nome: è chiamata per nome. Il riconoscimento è proprio una chiamata personale per nome. E il finale è questa chiamata, che diventa missione: tu realizzi il tuo nome andando verso gli altri.
Cosa vuol dire chiamare uno per nome? Noi abbiamo tutti un nome, il nome è la persona in relazione con l’altro: il nostro nome è l’altro a dirlo. Chiamare per nome vuol dire qualcosa di molto forte: “io sono qui per te, come tu sei qui per me”.
fonte GET UP AND WALK
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