Preghierina del 10 aprile 2023
Leggi e ascolta la nostra Preghierina del 10 aprile 2023
Sommario
Molti, semplicemente, pensano a Gesù come ad un personaggio mitologico e al racconto della resurrezione come ad una pia favoletta edificante.
Altri immaginano complotti e formulano ipotesi fantasiose sullo svolgimento dei fatti. Dobbiamo arrenderci all’evidenza: se la vita e la missione di Gesù, la sua passione, morte e resurrezione sono eventi storici, realmente accaduti, accogliere la testimonianza di chi li ha vissuti ci porta nella dimensione della fede. Ed è proprio su quella tomba vuota che si fonda tutta la nostra fede cattolica!
“Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno»”.
Se vuoi incontrare Gesù devi andare incontro ai fratelli. Se ti ripieghi su te stesso non incontrerai mai Gesù ma solo le tue mancanze. Incontrare Gesù però significa assumere nei suoi confronti la stessa postura dei Magi, dei pastori, dei veri discepoli che incontratolo lo adorano. Il gesto dell’adorazione è un gesto di grande intimità.
Il #VangelodiOggi (Mt 28,8-15) ci fa rivivere l’incontro delle donne con Gesù risorto il mattino di Pasqua. Gesù le incontra mentre vanno ad annunciarlo. È bello questo: quando noi annunciamo il Signore, il Signore viene a noi. #Pasqua
Papa Francesco via Twitter
Verso la vita
commento di Mt 28,8-15, a cura di Harambet
Davanti il sepolcro vuoto le donne provarono stupore non a causa di una visione straordinaria, ma al contrario perché non vedevano niente là dove pensavano che avrebbe dovuto esserci qualcosa. […] come le donne […], (i cristiani di oggi) sono chiamati a riconoscere nell’Invisibile qualcuno, colui che già in questa forma gli fa la grazia di rivolgersi a loro, e a cui possono rispondere.
M. de Certeau, Esperienza cristiana e linguaggi della fede
A volte il Signore ci raggiunge e ci si dona “come assente”: il primo segno della Resurrezione non è un’apparizione, ma un sepolcro vuoto… Dove avevano pensato di trovare una pietra pesante, le donne avevano trovato un varco aperto; pensavano che avrebbero avuto un cadavere da ungere, un corpo da stringere e su cui piangere, ma avevano scoperto che «lui non è qui». A volte il Signore ci sfugge per rimetterci in cammino, delude le nostre ricerche di tutti i giorni per dialogare con la speranza più profonda che abita il nostro cuore. Si lascia incontrare solo dopo aver creato uno scarto rispetto alle nostre aspettative.
Altre volte, come in questo testo, «ci viene incontro»: nella liturgia che viviamo come Chiesa, nella preghiera personale, nella vita di tutti i giorni… Si fa presente, ci permette di abbracciargli i piedi e sperimentare in pienezza la vicinanza del suo corpo risuscitato. Ci accoglie come una casa confortevole, ci riscalda e rigenera con la sua presenza.
In ogni caso, sia nel segno dell’assenza degli incontri mancati (il sepolcro vuoto) che in quello della presenza degli incontri realizzati (il Risorto che appare e si fa toccare) la buona notizia ci rimette nella condizione di vivere pienamente: riaccende quella paura sana di chi sa di avere fra le mani realtà più grandi di sé; ci rimette in cammino verso i fratelli; ci rimanda alla Galilea, all’origine.
«Timore e gioia grande»: le felicità più grandi e più vere portano sempre con sé un po’ di paura. La buona notizia ci apre a una realtà che ci supera e non possiamo controllare. «Andate ad annunciare ai miei fratelli»: il Signore rimette al centro le relazioni di fraternità, ci permette di risperimentare con chiarezza che di una gioia che non è condivisa non sappiamo cosa farcene. «Che vadano in Galilea»: il Signore ci chiede di tornare al luogo dell’origine, al momento in cui l’abbiamo conosciuto. Di tornare al centro più vero della nostra storia, alla misura più profonda del nostro desiderio.
Lui ci precede lì, al principio, per ripartire insieme verso il compimento.
fonte GET UP AND WALK
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