tralcio di vite

Leggi e ascolta la preghierina del 1 maggio 2024


Lasciarsi potare

commento al Vangelo di oggi di Gv 15,1-8


preghierina del 1 maggio 2024

Noi ci innamoriamo non quando troviamo una persona perfetta, ma quando arriviamo a considerare perfetta una persona imperfetta

Sam Keen

Oggi facciamo memoria di #SanGiuseppeLavoratore. Chiediamo al Signore che rinnovi e aumenti in noi la fede, affinché ogni nostro lavoro abbia in Lui il suo inizio e il suo compimento.

Papa Francesco via X

Entro nel testo (Gv 15,1-8)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore.

Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.

Rimanete in me e io in voi.

Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci.

Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.

Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.

Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto.

In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Mi lascio ispirare

Una delle immagini utilizzate nell’Antico Testamento per indicare Israele è quella della vigna; proprietà del Signore e da lui curata con amore, non sempre sembra crescere rigogliosa: Israele non rispetta il patto dell’Alleanza, cioè non ascolta la parola di Dio.

Gesù riprende questa immagine e si sostituisce alla vigna: l’Alleanza è stata un mezzo fallimento, ci vuole qualcuno che sia capace di ascolto profondo della Parola di Dio e che possa offrirsi interamente: questo è Gesù.

Il nostro essere “abbassati” a tralci non è un’umiliazione, piuttosto un segno di grande realismo: abbiamo bisogno di appoggiarci a qualcuno che ci apra la via e che ci dia l’esempio.

L’unico personaggio che rimane lo stesso è l’agricoltore, il Signore, che è colui che si prende cura della vite e dei suoi tralci, se necessario eliminando le estremità secche.

Quest’azione può sembrare drastica se la riferiamo a noi, ma a guardare bene si tratta di una bella notizia: il Signore è l’unico che ha l’autorità per farlo, e, se lo fa, lo fa con una parola che ha il sapore della consolazione, della vita e della speranza.

Ci sono molte altre parole nella nostra vita che pretendono di cambiarci, di migliorarci, ma ci portano a curvarci verso noi stessi, verso la nostra immagine, verso quello che gli altri pensano di noi, verso ciò che ci richiede socialmente una determinata cultura o il nostro lavoro… hanno certamente un sapore diverso.

Solo stando con Gesù e sentendoci Figli possiamo cambiare qualcosa.

Federico Parise SJ

Rifletto sulle domande

Che tipo di legno sei tu? Quali caratteristiche, quali qualità senti di avere?

Che parole, che immagini, che pensieri nella tua vita ti spingono a considerarti fallito, indegno, non all’altezza…

E quali invece ti spingono in alto, verso la luce?

fonte © GET UP AND WALK

Le tre virtù teologali sono grandi doni di Dio. Senza di esse noi potremmo essere prudenti, giusti, forti e temperanti, ma non avremmo un cuore che ama anche quando non è amato, non avremmo una speranza che osa contro ogni speranza. #UdienzaGenerale

Papa Francesco via X

Il Santo di oggi

Oggi la Chiesa ricorda San Giuseppe lavoratore.

Preghiera a San Giuseppe lavoratore

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

San Giuseppe lavoratore, prega per me.

O San Giuseppe, mio protettore ed avvocato, a te ricorro, affinché m’implori la grazia, per la quale mi vedi gemere e supplicare davanti a te.

E’ vero che i presenti dispiaceri e le amarezze sono forse il giusto castigo dei miei peccati. Riconoscendomi colpevole, dovrò per questo perdere la speranza di essere aiutato dal Signore? “Ah! No!” – mi risponde la tua grande devota Santa Teresa – “No certo, o poveri peccatori.

Rivolgetevi in qualunque bisogno, per grave che sia, alla efficace intercessione del Patriarca San Giuseppe; andate con vera fede da Lui e resterete certamente esauditi nelle vostre domande”.

Con tanta fiducia, mi presento, quindi, davanti a Te ed imploro misericordia e pietà. Deh! per quanto puoi, o San Giuseppe prestami soccorso nelle mie tribolazioni.

Supplisci alla mia mancanza e, potente come sei, fa che, ottenuta per la tua pia intercessione la grazia che imploro, possa ritornare al tuo altare per renderti l’omaggio della mia riconoscenza.

Padre Nostro, Ave Maria, Gloria.

Non dimenticare, o misericordioso S. Giuseppe, che nessuna persona al mondo, per grande peccatrice che fosse, è ricorsa a te, rimanendo delusa nella fede e nella speranza in te riposte.

Quante grazie e favori hai ottenuto agli afflitti! Ammalati, oppressi, calunniati, traditi, abbandonati, ricorrendo alla tua protezione sono stati esauditi. Deh! non permettere, o gran Santo, che io abbia ad essere il solo, fra tanti, a rimanere privo del tuo conforto.

Mostrati buono e generoso anche verso di me, ed io, ringraziandoti, esalterò in te la bontà e la misericordia del Signore.

Padre Nostro, Ave Maria, Gloria.

O eccelso Capo della Sacra Famiglia, io ti venero profondamente e di cuore t’invoco. Agli afflitti, che ti hanno pregato prima di me, hai concesso conforto e pace, grazie e favori.

Degnati quindi di consolare anche l’animo mio addolorato, che non trova riposo in mezzo alle ingiustizie da cui è oppresso. Tu, o sapientissimo Santo, vedi in Dio tutti i miei bisogni prima ancora che io te li esponga con la mia preghiera. Tu dunque sai benissimo quanto mi è necessaria la grazia che ti domando.

Nessun cuore umano mi può consolare; da te spero d’essere confortato, o glorioso Santo. Se mi concedi la grazia che con tanta insistenza io domando, prometto di diffondere la devozione verso di te, di aiutare e sostenere le opere che, nel tuo Nome, sorgono a sollievo di tanti infelici e dei poveri morenti.

O San Giuseppe, consolatore degli afflitti, abbi pietà del mio dolore!

Padre Nostro, Ave Maria, Gloria. 

O San Giuseppe, padre putativo di Gesù e sposo purissimo di Maria, che a Nazareth hai conosciuto la dignità ed il peso del lavoro, accettandolo in ossequio alla volontà del Padre e per contribuire alla nostra salvezza, aiutaci a fare del lavoro quotidiano un mezzo di elevazione; insegnaci a fare del luogo di lavoro una ‘Comunità di persone’, unita dalla solidarietà e dall’amore; dona a tutti i lavoratori ed alle loro famiglie, la salute, la serenità e la fede; fà che i disoccupati trovino presto una dignitosa occupazione e che coloro che hanno onorato il lavoro per una vita intera, possano godere di un lungo e meritato riposo.

Te lo chiediamo per Gesù, nostro Redentore, e per Maria, Tua castissima Sposa e nostra carissima Madre. Amen.


Preghiamo insieme

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