Leggi e ascolta la preghierina del 1 luglio 2023
Sommario
In movimento
commento al Vangelo del giorno di Mt 8,15-17
Non c’è nulla di nobile ad essere superiore a qualcuno. La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
Ernest Hemingway
Entro nel testo (Mt 8,15-17)
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente».
Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti».
E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto».
In quell’istante il suo servo fu guarito.
Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva.
Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.
Mi lascio ispirare
Tre movimenti animano il centurione.
Un movimento d’amore: prendersi cura del proprio servo, preoccuparsi per lui, desiderare che le sue sofferenze terminino.
Un movimento di umiltà: chiedere aiuto a un uomo che non si conosce e di cui non ci si sente degni.
Un movimento di fede: rischiare la propria immagine, la reputazione, mettersi in cammino impiegando fatica e sudore, per qualcuno di cui ci hanno raccontato la grandezza. Sarà vero?
Questi tre movimenti sono legati tra loro e singolarmente sono impossibili. L’amore vuole umiltà e fede. L’umiltà vuole fede e amore. La fede vuole amore e umiltà.
Il centurione decide di camminare verso Gesù, di mettere in gioco sé stesso per una parola del Signore. Lui è già salvato nel momento del primo passo, il Regno è già presso di lui, partecipa già al banchetto con Abramo, Isacco e Giacobbe.
Il Regno, infatti, non è l’attesa di un futuro da guadagnare.
È un modo di stare nella vita, che vuole i tre movimenti di amore, umiltà e fede danzare tra loro, intrecciarsi per dare forma ad ogni passo che facciamo. Continuiamo a camminare con e verso il Signore.
fonte © GET UP AND WALK
Rifletto sulle domande
Come ci rapportiamo all’umiltà? Che tipo di fatica conosce il nostro cuore?
Quale è la nostra difficoltà nel fare dei passi verso Gesù?
Come si intrecciano amore, fede e umiltà nella nostra vita?
Preghiera al Preziosissimo Sangue di CRISTO
Prostrato alla vostra presenza,
amorosissimo mio Signore,
io vi adoro profondamente e mi consacro interamente
alla vostra gloria.
Disponete pure di me come più vi piace,
poiché io non ho altro desiderio
che di compiere perfettamente il vostro volere.
Confidato nella vostra bontà
e nella grazia del vostro dilettissimo Figliuolo Gesù Cristo,
io mi offro pronto a ricevere dalle vostre mani
qualunque sorta di patimenti
e sacrificare per vostro amore
e per la salvezza delle anime
il sangue e la vita.
Accettate, Signore, questa offerta
in unione con quella che vi fece il vostro divin Figliuolo
e nostro Salvatore Gesù Cristo,
quando vi offrì il suo preziosissimo Sangue
e sacrificò sulla croce la sua santissima vita.
Guardate in faccia a questo dilettissimo vostro Figliuolo
e, per suo riguardo, gradite l’offerta di me
indegno vostro servo,
che niente più bramo
che di consumarmi per vostro amore.
Voi ben vedete, o mio Dio, quanto io sia debole;
fate dunque che la vostra grazia
mi avvalori nella mia infermità.
Beato me se mi fosse dato di spargere il mio sangue
e di sacrificare la mia vita
per confessare anche una sola delle dottrine
e praticare anche una sola delle verità
insegnateci dal vostro divin Figliuolo.
Voi che avete in mano il cuore degli uomini
accendetemi sempre più dell’amore di un tale sacrificio
e fate che io diventi realmente
una vittima perfetta di carità.
A voi mi raccomando, o regina dei martiri
e dolcissima madre mia Maria,
e vi prego di ottenermi la grazia
di partecipare degnamente alla passione e morte
del vostro divin Figlio.
Amen.
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