Preghiera del 19 settembre 2024
Preghiera a San Gennaro
O Gennaro, strenuo atleta della fede di Gesù Cristo, inclito Patrono della cattolica Napoli, volgi benigno il tuo sguardo verso di noi, e degnati di accogliere i voti che con piena fiducia nel tuo potente patrocinio deponiamo oggi ai tuoi piedi.
Quante volte sollecito sei accorso in aiuto dei tuoi concittadini, ora arrestando il cammino della lava sterminatrice del Vesuvio, ed ora prodigiosamente liberandoci dalla peste, dai terremoti, dalla fame, e da tanti altri castighi divini, i quali gettavano lo spavento in mezzo a noi!
Il perenne miracolo della liquefazione del tuo sangue è segno sicuro ed oltremodo eloquente che vivi in mezzo a noi, conosci le nostre necessità e ci proteggi in una maniera affatto singolare.
Prega, deh! prega per noi che a te ricorriamo, sicuri di essere esauditi: e liberaci da tanti mali che da ogni parte ci opprimono.
Salva la tua Napoli dall’invadente incredulità e fa che quella fede, per cui generosamente sacrificasti la tua vita, renda sempre in mezzo a noi frutti ubertosi di sante opere. Così sia.
(200 giorni di indulgenza, una volta al giorno)
Intimità con Dio
commento al Vangelo di oggi di Lc 7,36-50, a cura di Leonardo Angius SJ
Ci sono persone che non amano la nudità al punto che trovano qualcosa di indecente anche nella nuda verità.
Entro nel testo (Lc 7,36-50)
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
Mi lascio ispirare
Nella casa di Simone quella sera tre nudità vengono scoperte: una per guarire, una per amore, l’altra per cecità.
La prima a mettersi a nudo è la donna che, in un pasto normalmente di soli uomini, si stende vicino ai piedi di Gesù e tocca e profuma i piedi di Gesù piangendo sulle ferite e le cadute della sua vita. Mette in scena, letteralmente, tutto il suo desiderio di essere guarita e perdonata. La sua nudità è offerta a Gesù più che nelle sue lacrime con la bocca e i capelli. Quel gesto così carico di amore erotico, baciando e profumandone i piedi, ricade più su Gesù che sulla donna.
È lui che deve esporsi, mettendosi a nudo. Deve prestare la nudità normale dei suoi piedi a un’intimità insolita e inconsulta con la donna. Deve lasciare che la sua nudità diventi scomoda a tutti nella sala, che l’amore che sprigiona da quei gesti sia accolto gratuitamente. Gesù tutto questo lo fa perché legge in quelle lacrime la verità del cuore della donna. È la sua fede in lui che la spinge. Nient’altro. E lui accetta la debolezza a cui si espone chi perdona per l’amore che prova per lei.
Chi rimane però mascherato e coperto dalla propria giustizia è Simone, il fariseo. Egli giudica tutto questo dalla posizione di chi evita la vulnerabilità di chi è nudo nascondendosi dietro vari strati religiosi sociali e psicologici. È Gesù che sapientemente, da Maestro, lo conduce a scoprirsi nudo nella sua inconsapevole presunzione. La sua ingratitudine inospitale è la misura della sua distanza da sé stesso e da Dio. Il debito non corrisponde alla somma dei peccati commessi, ma alla nostalgia di quell’intimità con Dio che non arriva a temere, bensì a desiderare: di mettersi ai suoi piedi nella propria verità.
Ascoltiamo il commento di Padre Gaetano Piccolo SJ
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