Leggi e ascolta la poesia “pioggia d’autunno” di Ada Negri
Ada Negri
Ada Negri (Lodi, 3 febbraio 1870 – Milano, 11 gennaio 1945) è stata una poetessa e scrittrice italiana. È ricordata anche per essere stata la prima e unica donna a essere ammessa all’Accademia d’Italia.
Negri nacque in una famiglia umile: il padre Giuseppe era vetturino e la madre, Vittoria Cornalba, tessitrice. Passò l’infanzia nella portineria del palazzo dove la nonna, Giuseppina “Peppina” Panni, lavorava come custode presso la nobile famiglia Barni ed era legata al celebre mezzosoprano Giuditta Grisi.
La sua poesia è caratterizzata da un forte sentimento sociale e di protesta contro le ingiustizie della vita. Tra le sue opere più note si possono citare “Fatalità”, “Tempeste”, “Maternità”, “La vita dei campi” e “Il libro di Mara”.
Negri fu anche una delle prime donne a lavorare come insegnante elementare in Italia. Il suo primo impiego fu al Collegio Femminile di Codogno nel 1887. La vera esperienza d’insegnamento che segnò la sua vita e la produzione artistica, però, fu intrapresa a partire dal 1888 nella scuola elementare di Motta Visconti.
La Negri entrò in contatto con i membri del Partito socialista italiano, anche grazie agli apprezzamenti ricevuti da alcuni di essi per la propria produzione poetica, nella quale è molto sentita la questione sociale. Tra loro ebbe un ruolo fondamentale il giornalista Ettore Patrizi, col quale ebbe intense relazioni epistolari; conobbe poi Filippo Turati, Benito Mussolini e Anna Kuliscioff.
In conclusione, Ada Negri è stata una figura importante della letteratura italiana del Novecento e una delle prime donne a distinguersi nel campo della poesia e dell’insegnamento.
Leggiamo insieme
Vorrei, pioggia d’autunno, essere foglia
che s’imbeve di te sin nelle fibre
che l’uniscono al ramo, e il ramo al tronco,
e il tronco al suolo; e tu dentro le vene
passi, e ti spandi, e si gran sete plachi.
So che annunci l’inverno: che fra breve
quella foglia cadrà, fatta colore
della ruggine, e al fango andrà commista,
ma le radici nutrirà del tronco
per rispuntar dai rami a primavera.
Vorrei, pioggia d’autunno, esser foglia,
abbandonarmi al tuo scrosciare, certa
che non morrò, che non morrò, che solo
muterò volto sin che avrà la terra
le sue stagioni, e un albero avrà fronde.
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