Orologio al contrario
Leggi e ascolta la fiaba del “orologio al contrario”
Curiosando
Gli orologi hanno da sempre affascinato l’umanità, non solo come strumenti per misurare il tempo, ma anche come opere d’arte che adornano le città di tutto il mondo.
Tra gli esempi più celebri vi è sicuramente il Big Ben a Londra, non solo un orologio ma un vero e proprio simbolo della città e del Regno Unito, la cui campana riecheggia attraverso il Tamigi.
A Praga, l’Orologio Astronomico, situato nella piazza della Città Vecchia, incanta i visitatori con il suo spettacolo di figure in movimento ogni ora. Il Peace Tower di Ottawa, in Canada, si erge maestoso sulla collina del Parlamento e rappresenta un simbolo nazionale, mentre il Zytglogge a Berna, in Svizzera, è noto per il suo spettacolo di figurine animate che si attivano con il passare delle ore.
A Kuala Lumpur, l’orologio della Sultan Abdul Samad Building è un punto di riferimento storico, simbolo del passato coloniale della Malaysia e della sua indipendenza. La Torre Spasskaya a Mosca domina le mura del Cremlino e rappresenta un’icona della capitale russa.
Questi orologi non sono solo capolavori di ingegneria e di orologeria, ma sono anche testimoni silenziosi della storia e della cultura delle loro città, continuando a scandire il tempo e a ispirare sia i residenti che i visitatori provenienti da ogni parte del mondo.
Leggiamo insieme
C’era una volta, in un piccolo villaggio dimenticato dal tempo, un orologio molto speciale che contava le ore al contrario. Ogni ticchettio era un invito a rivivere i momenti passati, ogni ticchettio una promessa di avventure già vissute. Gli abitanti del villaggio erano abituati a questa stranezza e, in qualche modo, l’orologio li aiutava a non dimenticare mai le lezioni apprese.
L’orologio era appeso alla grande torre al centro della piazza, e tutti lo guardavano con rispetto e un pizzico di timore. “Se solo potessimo tornare indietro,” sospiravano alcuni, mentre altri affermavano: “Ma chi vorrebbe rivivere gli errori del passato?” Eppure, nonostante le loro perplessità, l’orologio continuava il suo conteggio al contrario, indifferente alle opinioni altrui.
Un giorno, un giovane straniero arrivò in paese. Aveva sentito parlare dell’orologio e della sua magica capacità di far rivivere il passato e voleva sperimentarlo di persona. Si avvicinò alla torre, guardò l’orologio e disse: “Orsù, mostrami cosa ho perso!” E così, l’orologio iniziò a suonare, ma non come ci si aspettava. Invece di riportare il giovane indietro nel tempo, l’orologio iniziò a raccontare una storia.
Era la storia di un orologio che, stanco di essere sempre preciso e puntuale, decise di diventare un narratore di storie. “Perché dovrei limitarmi a contare il tempo quando posso creare mondi?” ragionò. E così, ogni ora al contrario non era più un’ora persa, ma un capitolo di una storia senza fine, una storia che cambiava e si adattava a chiunque avesse il coraggio di ascoltarla.
Il giovane rimase incantato e passò ore ad ascoltare le storie dell’orologio, ridendo e piangendo per le vicende dei personaggi che l’orologio creava con la sua magia. E quando finalmente l’orologio tacque, il giovane si rese conto che non aveva bisogno di rivivere il passato, perché aveva appena vissuto un’avventura che avrebbe ricordato per sempre.
E così, l’orologio che contava le ore al contrario divenne famoso non solo come custode del tempo, ma come il più grande narratore di storie che il villaggio avesse mai conosciuto. E tutti vissero felici e contenti, ascoltando le storie dell’orologio, ricordando che a volte, per andare avanti, basta semplicemente ascoltare.
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