no device day

Giornata mondiale del “no device”

Ciao caro Eugenio, caro mio angelo Eugenio.

Come state voi lassù? Sicuramente meglio di noi, quaggiù, tra clima impazzito che trasforma la primavera in autunno, con i fiori di ciliegio dal profumo inebriante e dai colori tenui e morbidi appena sbocciati e una pioggia torrenziale che inonda strade e giardini, e cappotti pronti ad essere di nuovo indossati come se fosse metà novembre.

Ma peggio ancora qui tra noi regna la solitudine.

Mi chiederai allora: ma come mai, in un mondo dove regna l’interconnessione, la globalità di cose e persone, l’essere sempre “presente” online, tra selfie e scatti che ci ritraggono in ogni dove e soprattutto in ogni “come”. Eppure siamo soli.

Forse scattiamo questi autoritratti proprio per illudere e per illuderci che ci siamo, siamo presenti, siamo vivi. Ed invece abbiamo tutta la voglia di essere visti proprio perché siamo invisibili, siamo assenti, siamo parte di un mondo che si muove così rapidamente da non fissare lo sguardo sul singolo, sul momento, sull’attimo che passa.

Ecco il mondo, ecco il presente com’è: come l’oblò di una lavatrice: si muove talmente vorticosamente che non riesci a distinguere i vestiti che hai appena racchiuso nel cestello metallico, che tutto lava, tutto strizza, tutto rende lindo e pinto. Ma che non profuma di storia, le macchie ripulite non rendono merito a tutte le battaglie compiute e vinte, al sacrificio per ottenerle.

E’ lo stesso piacere di indossare quelle vecchie scarpette da calcetto, o quegli scarponcini da montagna, sdruciti, luridi e consunti dal tempo, dai percorsi intrapresi, dagli amici che ormai forse non ci sono più, dalla stanchezza della salita, del primo gol, del primo bacio, del primo amore.

Ci preoccupiamo più conoscere storie di altri, di sapere come fanno gli altri, cosa fanno gli altri: invece di costruire la nostra storia, di fare il primo passo, di fare quello che sentiamo di fare, anche uscendo dagli schemi, con creatività e fantasia, ma sempre per un comune benessere.

E allora, perché no, perché non oggi, fermiamoci un attimo, anzi ventiquattr’ore: no device, niente dispositivi elettronici, niente smartphone, no online!

Un giorno l’anno, per esempio il 15 giugno, dalle 8 del mattino alle 20 della sera decidiamo di spegnere tutti i cellulari, disconnetterci dal web, non guardare gli altri tramite uno schermo asettico, di prendere un bel libro e ritrovarci nella piazza principale del nostro paese, della nostra città, anche in campagna.

Che ognuno di noi diventi la storia, la propria storia: proprio tu, organizza il tuo “no device day” nella tua città, nel tuo paese, nel tuo quartiere.

Facciamo della viralità un’occasione di condivisione, di sorriso, di speranza.

Sarà un modo per sentirci più vicini, per conoscerci, per guardarci negli occhi e dirci: “ecco, sono io!

Condividi subito questo post: più siamo e meglio stiamo!

Scrivi nel commento di questo post il luogo e l’ora del tuo “no device day”


Eugenio

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