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Ultimo aggiornamento: giovedì 21 Settembre 2023 by Remigio Ruberto
Finalmente lunedì 9 dicembre, ultima settimana
Sommario
Sveglia
Ore 5.30: il mio corpo e la mia mente si rifiutano di dormire.
Mi alzo. Eugenio si rotola ancora nel piumino, dorme non molto tranquillo.
Iniziamo questa nuova settimana, l’ultima del ciclo di radioterapia.

Ed inizia la fase della preghiera.
Accompagno Francesca a scuola alle 8.15.
Eugenio ha vomitato.
Partenza
Alle 8.35 partiamo. Alle 11.00 siamo a Roma, che ci accoglie con il solito traffico in via della Pineta Sacchetti.
Lettino
Adesso sono le 11.45 e siamo in attesa del lettino, occupato per il momento da altri “villeggianti”.

Alle 12 Eugenio è sul lettino. Fabrizio è un professionista scrupoloso e gentilissimo. 30 minuti circa e abbiamo finito, ha finito la sua “abbronzatura“.

Alle 13.30 siamo all’Ospedale pediatrico bambino Gesù. Eugenio ha fatto già le analisi del sangue. Ora siamo in attesa.
Alle 14.30 decidiamo di andare a pranzo alla mensa dell’ospedale: Eugenio mangia poco, pochissimo, sempre mal di pancia. Fusilli prosciutto e piselli, risotto allo zafferano, petto di pollo, fettina di maiale.
Alle 15 siamo a colloquio con la dottoressa Milena Paiano, che verifica piastrine a 77 (le precedenti analisi erano a 97), creatinina bassa (segno che Eugenio beve pochissimo).
Oggi, mai fatto prima, decidiamo di andare a trovare il nostro caro Papa Francesco a casa sua: malgrado Eugenio sia distrutto, la sua fede e il nostro amore ci spingono a Gesù, ad andare a casa sua, dove poterlo salutare, e ringraziare, e lodare per tutto quello che sta facendo per noi.
San Pietro
500 metri a piedi, che per Eugenio sono stati 25 chilometri, a fatica, ma con tanto amore nel cuore, raggiungiamo la nostra affezionata Piazza San Pietro. Il tempo è ottimo, tiepido, scalda il cuore




























Torniamo a casa Roma
Alle 17 ripartiamo, alla volta di casa Roma.
Raggiungiamo via Joan Mirò 15 alle 18 circa.
Eugenio, stanchissimo, felice.
Si guarda allo specchio, triste.
Tale padre, tale figlio
Io per alleggerire il peso, dico: “ora ci assomigliamo moltissimo!“







Mestamente, ridiamo.
Ancora vomito. Distrutto, il guerriero depone l’armatura e va a letto. Anche noi.
Buona notte
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