Leggi e ascolta la fiaba “Luna e la luna”
Leggiamo insieme
Ciao a tutti, oggi voglio raccontarvi una favola che ho inventato io. Si tratta di una storia su una bambina diversamente abile e la luna. Spero che vi piaccia!
La bambina si chiamava Luna, perché era nata in una notte di luna piena. Era una bambina molto dolce e curiosa, ma aveva un problema: non poteva camminare. Le sue gambe erano deboli e non la sostenevano, così doveva usare una sedia a rotelle per muoversi.
Luna non si lamentava mai della sua condizione, ma a volte si sentiva triste e sola. Non aveva molti amici, perché gli altri bambini la evitavano o la prendevano in giro. Luna si rifugiava nei suoi sogni, dove immaginava di poter volare e raggiungere la luna, la sua amica silenziosa che le faceva compagnia ogni notte.
Una sera, mentre Luna guardava la luna dalla finestra della sua cameretta, sentì una voce dolce e melodiosa che le parlava. Era la luna stessa, che le diceva: “Ciao Luna, sono la tua amica la luna. Ti osservo da tanto tempo e mi piaci molto. Vorrei farti un regalo speciale.
Ti va di venire con me?” Luna non ci poteva credere. Era davvero la luna che le parlava? Era un sogno? Ma non ebbe il tempo di pensarci troppo, perché la luna le disse: “Non aver paura, fidati di me. Ti porterò in un posto meraviglioso, dove potrai essere felice e libera. Basta che tu chiuda gli occhi e mi dia la mano”. Luna obbedì e sentì una mano fredda e morbida che le afferrava la mano. Poi si sentì sollevare in aria, come se fosse leggera come una piuma.
Luna aprì gli occhi e vide che stava volando nel cielo, accanto alla luna. Era bellissimo! Vedeva le stelle che brillavano, le nuvole che cambiavano forma, le luci delle città che si accendevano e si spegnevano. E soprattutto sentiva una sensazione nuova e meravigliosa: quella di poter muovere le gambe! La luna le aveva donato il potere di volare, e Luna ne approfittò per fare capriole, salti e giri in aria. Si sentiva libera e felice come mai prima.
La luna la portò in giro per il mondo, mostrandole posti incantevoli: le piramidi d’Egitto, la muraglia cinese, il Colosseo di Roma, la Torre Eiffel di Parigi… Luna era estasiata da tanta bellezza e ringraziava la luna per averle fatto questo dono. La luna le disse: “Sono contenta che ti piaccia, Luna. Ma c’è ancora una cosa che voglio farti vedere. Ti porterò sulla mia superficie, dove potrai camminare e giocare con me”. Luna accettò entusiasta e seguì la luna fino a posarsi sul suo suolo argenteo.
Lì Luna vide tante cose strane e affascinanti: dei crateri enormi, delle montagne alte e scoscese, delle rocce lucenti… E anche degli esseri viventi! C’erano dei conigli bianchi che saltellavano felici, delle farfalle colorate che volavano leggere, dei fiori profumati che sbocciavano delicati…
E anche dei bambini! Dei bambini come lei, diversamente abili ma felici. C’erano bambini ciechi che ascoltavano i suoni della natura, bambini sordi che comunicavano con i gesti, bambini muti che esprimevano i loro sentimenti con i sorrisi… E tutti accoglievano Luna con gioia e affetto.
Luna capì che quella era la casa della luna, dove lei ospitava tutti i bambini diversamente abili che si sentivano soli o emarginati sulla Terra. La luna li amava tutti e li faceva sentire speciali e importanti. Luna si sentì subito a suo agio e si fece tanti amici. Giocò con loro, raccontò loro la sua storia, ascoltò le loro storie. Si divertì tantissimo e si sentì parte di una grande famiglia.
La luna le disse: “Luna, sono felice che tu sia qui con me. Se vuoi, puoi restare qui per sempre. Ti farò da madre e ti proteggerò. Ti darò tutto l’amore che ti meriti”. Luna fu tentata di accettare. Le piaceva molto stare sulla luna, dove si sentiva accettata e amata. Ma poi pensò ai suoi genitori, che l’aspettavano sulla Terra. Pensò a quanto li amava e a quanto le mancavano. Pensò che anche loro erano diversamente abili, perché avevano una figlia diversamente abile. E pensò che anche loro avevano bisogno del suo amore e della sua presenza.
Così Luna disse alla luna: “Grazie di tutto, cara luna. Mi hai fatto il regalo più bello della mia vita. Mi hai fatto scoprire il mondo, mi hai fatto volare, mi hai fatto trovare degli amici. Ma ora devo tornare sulla Terra, dai miei genitori. Loro mi amano e io li amo. Loro hanno bisogno di me e io ho bisogno di loro. Non posso lasciarli soli”. La luna capì e non si arrabbiò.
Anzi, la abbracciò forte e le disse: “Ti capisco, Luna. E ti rispetto. Sei una bambina coraggiosa e generosa. Ti auguro tutto il bene del mondo. E ricorda: io sarò sempre qui per te, ogni notte, a farti compagnia e a darti la mia luce”. Poi la baciò sulla fronte e la riportò sulla Terra.
Luna si svegliò nella sua cameretta, con la mano ancora stretta a quella della luna. Si alzò dal letto e vide che le sue gambe erano ancora deboli e non la sostenevano.
Ma non si disperò. Sapeva che era stato un sogno, ma un sogno bellissimo e indimenticabile. Un sogno che le aveva cambiato la vita. Un sogno che le aveva insegnato che non importa come si è fatti, ma come si vive. Che non importa cosa si ha, ma cosa si dà. Che non importa dove si va, ma con chi si sta.
Luna sorrise alla luna, che le sorrise di rimando. Poi andò dai suoi genitori e li abbracciò forte, dicendo loro quanto li amava. E loro le dissero lo stesso.
E vissero tutti felici e contenti.
Ascoltiamo insieme
Aiutaci ad aiutare!
Aiutaci con un tuo piccolo contributo.