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Leggi e ascolta la storia fantastica: “Lo strano paese delle allacciature”
Sommario
Leggiamo insieme
Ricky non era mai stato nel paese delle allacciature.
Per la verità, Ricky era un bambino che non sapeva allacciarsi le scarpe; non sapeva neppure abbottonarsi il maglione e tirare su la cerniera della giacca a vento. Ogni volta che provava ad allacciarsi, ogni volta che voleva chiudere da solo la felpa con la zip o slacciarsi i bottoni del gilet, Ricky tentava, non riusciva e infine piagnucolava furioso.
“Uffa”. “Non voglio più vedere bottoni, cerniere, lacci di scarpe, cordicelle nei pantaloni!”, pensava.
Un giorno a Ricky capitò una grande sfortuna. Stava cercando di abbottonarsi un cardigan da solo, quando uno dei bottoni si staccò dal maglione e rotolò per terra.
Il bambino e la mamma si chinarono per raccogliere il bottone, ma quel monello doveva essere finito molto lontano perché sembrava scomparso. Mamma e bambino guardarono sotto il divano, sotto il tavolo, nell’angolo dei giochi vicino a tavolino e cassapanca…niente da fare.
Ricky vide il bottone che ancora rotolava vicino al balcone e disse :
“Mamma, vieni, il bottone sta correndo!”.
Ricky e la mamma si avvicinarono al bottone, provarono ad afferrarlo e…d’improvviso il bottone prese il volo.
Si mise a volare alto nel cielo e, per magia, Ricky e la mamma pure riuscirono a volare!
Si aggrapparono al filo del maglione, rimasto attaccato al bottone e si trovarono in alto nel cielo. Il bottone li guidò fino al paese delle allacciature: c’era un’insegna, all’ingresso, ricamata con dei lacci da scarpe e diceva proprio:
BENVENUTI NEL PAESE DELLE ALLACCIATURE.
Questo paese era molto strano. Sui marciapiedi si trovavano dei tappeti di stoffa, tenuti insieme da alcune corde. Quando si arrivava a un incrocio con semaforo e strisce pedonali, proprio là, i nodi che erano stati fatti alle corde si scioglievano e per passare bisognava riannodarli. Una volta riannodati, scattava il semaforo verde!
Sulle scalinate, c’erano dei nuovi tappeti con bottoni automatici. Bastava calpestarli, con una leggera pressione, per attaccare i bottoni!
Il paese delle allacciature era così, un’immensa scuola a cielo aperto dove poteva stare solo chi sapeva allacciarsi.
“Mamma, come farò adesso?“ disse Ricky spaventato.
“Non ti preoccupare, figlio mio”. “Ti aiuterò e imparerai ad allacciare le scarpe, fare i nodi, abbottonarti e sbottonarti”.
Mamma, dunque, si occupava di allacciare nei punti più difficili: ai cancelli e ai portoni, dove bisognava fare il nodo, come nelle scarpe da tennis.
Ricky iniziava a fare pratica su punti più facili: sulle scale, sui pulsanti degli ascensori, dove c’erano bottoni con asole molto grandi; di fronte alla fermata dell’autobus, dove c’erano strani fili da provare a infilare nei buchi. Questo era quasi un gioco divertente.
Ma perché mamma e bambino erano finiti nel paese delle allacciature? Quando sarebbero tornati a casa?
Forse l’incantesimo era legato al bottone che era scappato dal cardigan.
Ricky chiese alla mamma: “Dove è il bottone che era volato via? Dobbiamo trovarlo e riportarlo a casa!”
La mamma rispose: “Cerchiamolo. Il bottone ci ha portato qui e il bottone ci farà tornare”.
Provando e riprovando con le allacciature, Ricky e la mamma videro il loro bottone, in fondo alla strada.
Per raggiungere bisognava attraversare un ponte, ma era tutto fatto di fili che si dovevano annodare e allacciare.
Ricky tentò e ritentò. A volte riusciva al primo colpo, altre volte piagnucolava, nei punti più difficili interveniva la mamma.
Il bottone magico gettò un grido:
“Mamma di Ricky! Non aiutare più tuo figlio. Quando farà tutto da solo, il ponte sarà completo”.
Ricky provò tante volte. Finalmente, riuscì a infilare tutti i fili: il ponte fu pronto e il bambino potè afferrare il suo bottone.
Una volta trovato il bottone, mamma e bambino ritornarono magicamente a casa.
Ricky aveva imparato ad allacciarsi le scarpe, ad abbottonarsi e chiudere una zip, ma, soprattutto, sapeva che cosa si doveva fare per imparare: provare tante volte e non perdersi d’animo.

Ascoltiamo insieme

fonte © didagiochi.com
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