Eugenio nel suo lettuccio

Forti nella prova: l’inizio della fine

Non si è mai pronti.

Non si è mai forti.

Eugenio per tutta la notte ha respirato con la bocca aperta, segno che gli era difficile respirare con il naso.

Il primo pensiero di stamattina era fargli un lavagetto nasale, ma senza strumenti e senza la sua collaborazione la vedevo molto complicata.

Non volevo dare fastidio a nessuno, visto che oggi è Domenica. Ma intorno alle 15 contattiamo il buon Antony d’Aloia che stoicamente prende un flacone di Mustela igiene nasale dalla sua farmacia e ce lo porta. Spruzzo un paio di inalazioni nel naso di Eugenio che subito si sente meglio.

Intanto la flebo di alimentazione parenterale continua a scorrere, lenta.

Tempo qualche minuto Eugenio si irrigidisce ed inizia un rantolo drammatico, cupo, triste, preoccupante.

Sia io che Giuseppina ci spaventiamo.

Francesca è nel salone, fortunatamente, con le cuffiette che segue la sua serie tv preferita. Afferra poco di quello che sta succedendo.

Mi stringo forte ad Eugenio per non farlo andare via.

Gli ricordo la sua, la nostra promessa: “non ci lasceremo mai!”

inizio della fine
Remigio abbraccia Eugenio – 14 gennaio 2019

Il mio cuore inizia a frantumarsi. I miei occhi si annebbiano.

Nel briciolo di lucidità che mi resta, registro questo rantolo e lo mando via whatsapp al nostro medico di famiglia Di Tommaso.

Non legge il messaggio: per noi i secondi diventano ore. Finalmente dopo 15 minuti appaiono le spunte blu, così decido di chiamarlo. “tra poco sono li” mi dice.

Alle 16.45 è a casa nostra. Lo visita.

Le pupille non reagiscono, la pianta dei piedi leggermente si muovono sotto lo stimolo dell’ago. Prescrive un aumento di cortisone, e ci conforta quanto più gli è possibile. Il problema rimane, è grande, dobbiamo essere forti.

Bello a dirsi.

Si congeda dopo circa 15 minuti.

Alle 18 ritorna il macabro rantolo.

Offuscati dalle lacrime, i miei occhi vedono ben poco. Non sono lucido. Mi faccio forza e propongo a Giuseppina di seguire il protocollo suggeritoci dalle oncologhe, e anche qualche minuto fa da Mauro: diazepam rettale

Come promesso dal foglietto illustrativo, dalla letteratura medica e dai nostri medici, tempo 5 minuti e Eugenio si è rilassato, ha steso le dita contratte, il respiro è diventato regolare.

Adesso dorme. Non sappiamo per quanto. L’importante è ancora con noi.

Io continuo a scorrere tutte le foto, video e ricordi, sperando di collezionarne ancora tanti insieme.

YouTube video
Eugenio recita la poesia “O Pate” di Eduardo de Filippo – 19 marzo 2016

‘O PATE
di Eduardo De Filippo


Pe tutta ‘a vita st’ommo te sta accanto,
e tu, a stiente, t’accuorge che sta llà,
p’’e figlie fa ‘e tutto, e nun se vanta,
e soffre spisso senza mai parlà.

E comme a S. Giuseppe, zitto e muto,
s’abbraccia ‘a croce e fa ‘o vulere ‘e Dio:
fatica, prega e resta scanusciuto,
e quanno chiagne…chiagne, te dich’io!

Si pure tene ‘mpietto nu dolore,
‘o stesso, p’a fatica, esce ‘a matina;
p’ ‘a famiglia, è ‘nu martire d’ammore,
all’ufficio, a ‘o negozio o all’officina.

Te vò bene e t’ ‘o dice quasi maje,
te fa l’elogio, si nun staje presente;
te vase ‘nfronte quanno a durmi’ staje;
pe ‘na carezza, gode veramente.

Si te richiama, ‘o ffa pe vero amore;
pe te dà gioia, soffre tutt’e ppene;
e ogni ghiuorno se consuma ‘o core
si tu nun studie o lasce ‘a via d”o bbene.

Ogni anno isso cammina assai chiù llento,
s’arrappa ‘a pelle, e cagnano ‘e capille,
si tu ’o staje a ssentì, ‘o faje cuntento
pecchè è pate, è viecchio i è piccerillo.

Salutalo quanno jésce e quanno tuorne,
e falle quacche vota ‘na carezza:
t’accuorge ampressa ca te gira attuorno,
suspiruso e te fa ‘na tenerezza.

‘O bbene che fa ‘o pate l’annasconne,
pecchè è ommo…e ll’ommo accussì fa:
quanno ‘o figlio se sceta ‘a dint’ ‘o suonno,
quanno sposa e addeventa isso papà.

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4 Commenti
  1. Maria

    Il Signore vi doni tanta forza per sopportare il dolore che logora dentro, questa sera sarete nel mio S. Rosario. Forza coraggio siete meravigliose creature, vi sono vicina!

  2. Benedetta Pucci

    Preghiamo il Signore con il cuore aperto in ginocchio lui asciugherà le nostre lacrime e ci aiuterà e aiuterà anche voi …vi sono vicina con il cuore ?

  3. Cristina Pucci

    Vi sono molto vicina, mi dispiace profondamente per quello che state passando, avete una forza incredibile, vi abbraccio con affetto, cristina pucci

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