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Leggiamo ed ascoltiamo la poesia di Giuseppe Conte
Biografia
Giuseppe Conte è un poeta, scrittore e saggista italiano nato il 15 aprile 1945 a Imperia. Considerato una delle voci più significative della poesia contemporanea italiana, la sua opera è caratterizzata da un forte senso del mito, della natura e dell’immaginazione.
Formazione e Carriera
Conte ha studiato Lettere all’Università di Milano, laureandosi con una tesi su Dylan Thomas. La sua passione per la poesia lo ha portato a un’intensa attività letteraria sin dagli anni ’70, pubblicando raccolte poetiche, romanzi e saggi.
Poesia
Il suo esordio poetico avviene nel 1972 con la raccolta L’Ultimo Aprile Bianco. Tra le sue opere più importanti si ricordano:
- L’Oceano e il Ragazzo (1983), che segna una svolta nella sua poetica, con un forte legame con la natura e il viaggio interiore.
- Canto delle Isole (1989), dove emerge il suo interesse per la mitologia e il senso del sacro.
- Ferite e Rifioriture (2006), in cui esplora il rapporto tra sofferenza e rinascita.
- Dante in Love (2021), in cui rilegge la figura di Dante con una sensibilità moderna.
Prosa e Saggi
Oltre alla poesia, Conte ha scritto romanzi e saggi in cui unisce riflessione filosofica e narrativa avventurosa. Tra i suoi romanzi più noti:
- Il Terzo Ufficiale (2002), un’avventura tra storia e leggenda.
- La Casa delle Onde (2012), un romanzo ispirato alla figura di Percy Bysshe Shelley.
Ha scritto anche saggi sulla poesia e sulla letteratura, promuovendo una visione della poesia come esperienza spirituale e cosmica.
Temi e Stile
Conte è noto per il suo stile lirico e visionario, con una forte attenzione agli elementi naturali e mitologici. La sua poesia è influenzata da autori come Rainer Maria Rilke, Dylan Thomas e i poeti romantici inglesi. Crede che la poesia debba avere un ruolo centrale nella vita e nella cultura, opponendosi al materialismo e al tecnicismo della società moderna.
Riconoscimenti
Nel corso della sua carriera, Giuseppe Conte ha ricevuto numerosi premi letterari, tra cui il Premio Viareggio e il Premio Montale.
La sua opera continua a influenzare la poesia contemporanea italiana, con un messaggio che esalta la bellezza, la natura e il mistero dell’esistenza.
Leggiamo insieme
Ci pensi, non ho mai piantato un albero,
non ho mai avuto un figlio.
Tanto assomiglio al mare,
solitario, sterile.
Né un crespo cipresso, né un salice
umido e lento, né un’euforbia
diramata a delta, né un pesco
né un susino né un melo
ho mai fatto crescere, né un ramo
rosa o candido a marzo, né un piccolo
di uomo.
Come l’onda percuote la riva
senza fecondarla, senza lasciarvi
altro che alghe e consunte radici
così –non lo dici ?- io percuoto
la vita.
Eppure l’ho amata, la
terra, ti ho amata.
Da Le stagioni, BUR, 1988 (compra su Amazon)
Ascoltiamo insieme
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