marmellata
Ultimo aggiornamento: mercoledì 22 Gennaio 2025 alle 9:52

Leggi e ascolta la favola di Gianni Rodari “L’Apollonia della marmellata”

Gianni Rodari

Giovanni Francesco Rodari, detto Gianni[1] (pronuncia Rodàri, /roˈdari/; Omegna, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980), è stato uno scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano. È l’unico scrittore italiano ad aver vinto il Premio Hans Christian Andersen (1970). (leggi ancora)

Leggi con me:

A Sant’Antonio, sul Lago Maggiore, viveva una donnina tanto brava a fare la marmellata, così brava che i
suoi servigi erano richiesti in Valcuvia, in Valtravaglia, in Val Dumentina e in Val Poverina.

La gente, quand’era la stagione, arrivava da tutte le valli, si sedeva sul muricciolo a guardare il panorama del lago, coglieva qualche lampone dai cespugli, poi chiamava la donnina della marmellata:

  • Apollonia! – Che c’è?
  • Me la fareste una marmellata di mirtilli?
  • Eccomi.
  • Mi aiutereste a fare una buona marmellata di prugne?
  • Subito.
    L’Apollonia, quella donnina, aveva proprio le mani d’oro, e faceva le migliori marmellate del Varesotto e del Canton Ticino.
    Una volta capitò da lei una donnetta di Arcumeggia, così povera che per fare la marmellata non aveva neanche un cartoccio di ghiande di pesca, e allora, strada facendo, si era riempito il grembiule di ricci di castagne.
  • Apollonia, me la fareste la marmellata?
  • Coi ricci?
  • Non ho trovato altro…
  • Pazienza, proverò.
    E l’Apollonia tanto fece che dai ricci delle castagne cavò la meraviglia delle marmellate.

Un’altra volta quella donnina di Arcumeggia non trovò nemmeno i ricci delle castagne, perché le foglie secche, cadendo, li avevano ricoperti; perciò arrivò con un grembiule pieno di ortiche.

  • Apollonia, me la fate la marmellata?
  • Con le ortiche?
  • Non ho trovato altro…
  • Pazienza, si vedrà.
    E l’Apollonia prese le ortiche, le inzuccherò, le fece bollire come sapeva lei e ne ottenne una marmellata da leccarsi le dita.
    Perché l’Apollonia, quella donnina, aveva le mani d’oro e d’argento, e avrebbe fatto la marmellata anche con i sassi.
    Una volta passò di lì l’imperatore e volle provare anche lui la marmellata dell’Apollonia, e lei gliene dette un piattino, ma l’imperatore dopo la prima cucchiaiata si disgustò, perché c’era caduta dentro una mosca.
  • Mi fa schifo, – disse l’imperatore.
  • Se non era buona, la mosca non ci cascava, – disse l’Apollonia.
    Ma ormai l’imperatore si era arrabbiato e ordinò ai suoi soldati di tagliare le mani all’Apollonia.
    Allora la gente si ribellò e mandò a dire all’imperatore che se lui faceva tagliare le mani all’Apollonia loro gli avrebbero tagliato la corona con tutta la testa, perché teste per fare l’imperatore se ne trovano a tutte le cantonate, ma mani d’oro come quelle dell’Apollonia sono ben più
    preziose e rare.
    E l’imperatore dovette far fagotto.

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L’Apollonia della marmellata
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Eugenio

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