Ascolta la storia: L’anatroccolo con gli stivali

Ciao amiche ed amici di Eugenio.

Grazie alle bellissime storie e fiabe della nostra amica Elena Rossi e del suo portale online www.bimbiestorie.it questa sera vi leggo la bellissima storia dal titolo “L’anatroccolo con gli stivali”

Leggiamo insieme

Stend vuole imparare a volare!

E’ un anatroccolo molto fortunato perchè l’istruttore di volo è suo fratello maggiore Ronald.

Il primo giorno del corso, Stend si mette in fila con altri dodici anatroccoli. E’ il più giovane e tutti pensano che abbia sbagliato fila perchè dovrebbe partecipare prima al corso di nuoto, come stanno facendo i suoi quattro fratellini.

Si allenano ogni giorno con tuffi e nuotate insieme a mamma anatra per diventare esperti nuotatori; prima regola fondamentale per partecipare al corso di volo con Ronald. Tutti tranne Stend.

Come in ogni disciplina, anche in quella del volo ci sono delle regole da rispettare, ma Ronald chiuderà un occhio con lui, anzi due. O almeno questo è quello che pensa Stend!

E’ quasi in fondo alla fila. Ad uno ad uno, Ronald sta chiedendo a tutti di consegnargli il brevetto di nuoto per ammetterli al corso di volo. Arriva il turno di Stend.

“Brevetto di nuoto?”

“Ronald lo sai che non ce l’ho” risponde Stend facendo l’occhiolino.

L’istruttore lo guarda dritto negli occhi con sguardo serio, di disappunto, come se avesse davanti uno sconosciuto qualsiasi.

“Niente brevetto di nuoto, niente corso! Avanti il prossimo!”, esclama Ronald distogliendo lo sguardo.

Stend è incredulo e molto molto triste . Come ha potuto suo fratello trattarlo in quel modo davanti a tutti?. Si allontana tra le risate generali degli altri anatroccoli che bisbigliano alle sue spalle. “Cosa pensava? Che lo avrebbe ammesso comunque? Lo sanno tutti che Ronald è molto severo”.

Finito il corso, Ronald ne discute anche con mamma anatra. “Deve imparare a nuotare come tutti! Sai benissimo quanto sia importante!”

“Lo so, lo so. Dagli tempo, imparerà anche lui.”

“In alcuni casi il tempo può non essere abbastanza!” replica Ronald alzando la voce e sgranando gli occhi. Stend non ha il coraggio di farsi vedere.

Stend vuole imparare a volare!

Ma non vuole proprio saperne di entrare in acqua. Si inventa ogni volta una scusa diversa. “Oggi no, sono stanco”, “oggi no, ho un po’ di raffreddore”, “oggi no, mi fa male una zampa”, approfittando del fatto che la sua mamma non insiste.

A Stend l’acqua proprio non piace! E’ bagnata, scorre troppo veloce e non lo fa sentire al sicuro. Invece gli piace immaginare di volare alto nel cielo accarezzato dall’aria fresca, libero di decidere dove andare e libero di fermarsi quando vuole, planando sull’erba morbida.

“Devo almeno provarci!” si ripete Stend guardando la sua immagine riflessa nello specchio d’acqua del fiume. Si bagna una zampetta: “ma è freddissima, è impossibile entrare!”. Si bagna un’aletta e sente meno freddo, le sue piume lo proteggono. Deve trovare una soluzione per non deludere suo fratello.

Guarda il sole, fa due passi e pensa, guarda il sole, fa due passi e pensa, guarda di nuovo il sole, fa due passi e …cade a terra come un sacco di patate. E’ inciampato su qualcosa dal colore arancione come il suo becco e una zampa si è infilata dentro ad uno di quegli affari, e ci sta proprio comoda! Indossa anche l’altro e guarda il sole. “Adesso posso nuotare anch’io!”

Due stivali di gomma arancione che nasconde come un segreto, lo aiutano a sentire meno freddo alle zampe. Ora può entrare in acqua dopo averli infilati senza farsi vedere. Sott’ acqua nessuno li noterà. Non si allena tutti i giorni come i suoi fratelli, ma almeno impara a cavarsela. Non prenderà mai il brevetto di nuoto, perchè nessuno conosce il suo segreto e non potrebbe certo partecipare con degli stivali. Non parteciperà mai al corso di volo, ma almeno suo fratello Ronald è più tranquillo.

Non potendo partecipare al corso di volo, Stend si allena da solo. Cade e ricade, cade e ricade, si rialza e riprova continuamente. Non si arrende Stend, le sue ali diventano sempre più forti e robuste, giorno dopo giorno. Riesce a fare alcuni tratti in volo, prima dai sassi più piccoli, poi da quelli più grandi. Raggiunge i rami più bassi degli alberi, poi quelli più alti.

I suoi fratelli nel frattempo sono diventati degli esperti nuotatori, ed è arrivato per loro il giorno di ricevere il brevetto.

“Hanno imparato proprio bene loro, a breve saranno più bravi di me anche nel volo. Sono così goffo io.” Riflette Stend, sconsolato e molto molto triste. Lui oggi preferisce starsene da solo, in disparte. Ormai è l’unico dello stormo a non aver conseguito il brevetto e se ne vergogna profondamente.

Stà sonnecchiando all’ombra della grande quercia dove ha imparato a volare, poco lontano dalla riva del fiume. Gli altri sono tutti alla consegna dei brevetti sulla riva opposta vicino al canneto. Abbastanza lontano da non sentire gli schiamazzi festosi.

All’improvviso uno sparo e per Stend è tutto chiaro. Poi un altro e un altro ancora, e continuano tra lo starnazzare terrorizzato delle anatre del suo stormo, radunate vicino al canneto. Un istante e Stend risponde da solo a tutte le domande che avrebbe voluto rivolgere a suo fratello. Soprattutto al perchè Ronald attribuisca tanta importanza al saper nuotare prima di tutto, anche prima del saper volare.

Le sue ali sono pronte, possono spiccare il volo in qualsiasi momento. Ma diventerebbe un facile bersaglio per i fucili pronti dei cacciatori. Hanno già liberato i cani per trovare le anatre che hanno colpito. Se rimane li, fiuteranno presto anche lui. L’unica via di fuga è l’acqua. La sua unica salvezza perchè lo può trascinare lontano dal pericolo. Non ha tempo di prendere i suoi stivali. Può farcela, può farcela! In questi ultimi mesi ha imparato a nuotare almeno un po’.

Si tuffa meglio che può, alle sue spalle un cane arriva di corsa ma non riesce ad afferrarlo. La corrente è forte, deve fare attenzione a non sbattere contro i sassi sporgenti o ai detriti che si spostano velocemente. Si aiuta come meglio può con le zampe e le ali, per mantenere la direzione che lo porti in un altro canneto, al sicuro, lontano dai cacciatori. Rimane li nascosto e tremante, aspettando che i rumori di quella caccia finiscano. E’ molto preoccupato per la sorte che sarà capitata ai suoi fratelli, alla sua mamma e al resto dello stormo.

Se ne sono andati. Ora che gli spari e i latrati dei cani non rimbombano più attorno al fiume, può alzarsi in volo. Sui sassi e sull’erba della spiaggia ci sono piume dappertutto, il suo cuore è pieno di dolore. Sotto il grande salice piangente riconosce alcune anatre del suo stormo.

Poco più avanti vede la sua mamma, impaurita e fradicia dalla testa alle zampe. Riparati sotto le sue ali ci sono tutti i suoi quattro fratelli che si stringono forte a lei. Tremano come le foglie ma sono salvi. Ronald non si vede.

Spalanca il becco la sua mamma quando lo vede. Anche il suo piccolo Stend è vivo.

“Stend vai ad aiutare Ronald” le grida.

Stend si appoggia sul ramo di un albero e lo cerca con lo sguardo. Uno ad uno suo fratello aveva recuperato tutti i piccoli che si erano gettati in acqua per scappare al pericolo, ma non riuscivano più a raggiungere la sponda, trascinati dalla corrente. Era stremato Ronald e si era aggrappato ad un sasso in mezzo all’acqua. Ma le sue ali non riuscivano più a sorreggerlo e la forza del fiume lo stava trascinando via. Non riusciva più quasi a stare a galla, rischiava di affogare.

“Ronald, Ronald, sto arrivando!” gli grida Stend.

“Cosa posso fare per aiutarlo?! E’ in pericolo, non riuscirà a raggiungere la riva!”.

Stend si ferma in volo e cambia direzione, torna alla grande quercia. I suoi stivali arancioni ora possono aiutare suo fratello. E’ il momento di svelare il suo segreto. Sono di gomma e si può aggrappare come ad un salvagente.

Gliene lancia uno, Ronald lo afferra e riesce a rimanere a galla.

“Tieni duro Ronald!”. Stend stacca due rami dal salice piangente tra le grida preoccupate dello stormo che vede Ronald in pericolo. Li lega tra loro e in fondo annoda l’altro stivale. Tiene la liana che ha formato con il becco e vola incontro a suo fratello. Si abbassa quel tanto che Ronald possa aggrapparsi.

E’ pesante, pesantissimo da spostare solo con la forza del suo becco. Le giovani ali di Stend stanno facendo un grandissimo sforzo per tirarlo verso la riva. Ce l’ha fatta! Ronald lascia la presa, è sdraiato sull’erba, immobile. Guarda suo fratello Stend che lo sta raggiungendo. Il suo sguardo è stanco ma orgoglioso e pieno di gratitudine.

“Grazie Stend, senza di te non ce l’avrei fatta”, sussurra Ronald.

Ora come non mai, Stend vuole guadagnarsi correttamente il suo brevetto di esperto nuotatore, e vuole farlo indossando i suoi stivali di gomma arancioni.

Avrebbe imparato a nuotare bene con quelli addosso e poi li avrebbe prestati a tutti quei giovani anatroccoli che, come lui, non sopportavano di sentire freddo alle zampe, senza che si vergognassero. I suoi fratelli decidono di rimandare l’inizio del corso di volo per farlo insieme a Stend.

Presto, alla domanda di Ronald, “brevetto di nuoto?” potè rispondere orgoglioso: “eccolo Ronald!”, e imparare a volare, leggiadro e aggraziato.

“Adesso puoi insegnarci a volare bene a tutti quattro insieme Ronald!” esclamano felici i loro fratelli.

Ronald guarda Stend dritto negli occhi, fiero come non mai.

“Non c’è niente che io possa insegnarvi meglio di come lo farebbe Stend. Sa già tutto quello che c’è da sapere riguardo al volo, per se stesso e per aiutare chi è in pericolo” e posa il suo berretto bianco sul capo di Stend.

“Da oggi sei tu il nuovo istruttore di volo dello stormo. Buona fortuna fratellino mio”.

La determinazione e la volontà di Stend nel volo, lo avevano portato davvero in alto, non solo nel cielo. Soprattutto tra chi desiderava, credesse in lui.

Ascolta questa storia:

mamma legge favola alla bimba
Le favole della buonanotte
L’anatroccolo con gli stivali
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Buona notte e sogni d’oro con il nostro angioletto Eugenio

Spero che questa favola vi faccia capire che dovete sempre inseguire i vostri sogni e avverarli con successo

Buona notte dalla vostra sorellina Francesca

fonte © Elena Rossi – bimbiestorie.it

Ultimo aggiornamento il 14 Agosto 2024 by Remigio Ruberto


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