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Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 9 ottobre 2023
Lunedì della XXVII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Giovanni Leonardi sacerdote e fondatore (1541-1608)
- SS. Innocenzo Canura sac. C.P. e 8 comp. martiri († 1934)
Prima Lettura
Giona invece si mise in cammino per fuggire lontano dal Signore.
Dal libro del profeta Giona
Gio 1,1 – 2,1.11
In quei giorni, fu rivolta a Giona, figlio di Amittài, questa parola del Signore: «Àlzati, va’ a Nìnive, la grande città, e in essa proclama che la loro malvagità è salita fino a me». Giona invece si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa, dove trovò una nave diretta a Tarsis. Pagato il prezzo del trasporto, s’imbarcò con loro per Tarsis, lontano dal Signore.
Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e vi fu in mare una tempesta così grande che la nave stava per sfasciarsi. I marinai, impauriti, invocarono ciascuno il proprio dio e gettarono in mare quanto avevano sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona, sceso nel luogo più in basso della nave, si era coricato e dormiva profondamente.
Gli si avvicinò il capo dell’equipaggio e gli disse: «Che cosa fai così addormentato? Àlzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e non periremo».
Quindi dissero fra di loro: «Venite, tiriamo a sorte per sapere chi ci abbia causato questa sciagura». Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona. Gli domandarono: «Spiegaci dunque chi sia la causa di questa sciagura.
Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?». Egli rispose: «Sono Ebreo e venero il Signore, Dio del cielo, che ha fatto il mare e la terra».
Quegli uomini furono presi da grande timore e gli domandarono: «Che cosa hai fatto?». Infatti erano venuti a sapere che egli fuggiva lontano dal Signore, perché lo aveva loro raccontato. Essi gli dissero: «Che cosa dobbiamo fare di te perché si calmi il mare, che è contro di noi?». Infatti il mare infuriava sempre più. Egli disse loro: «Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ha colto per causa mia».
Quegli uomini cercavano a forza di remi di raggiungere la spiaggia, ma non ci riuscivano, perché il mare andava sempre più infuriandosi contro di loro. Allora implorarono il Signore e dissero: «Signore, fa’ che noi non periamo a causa della vita di quest’uomo e non imputarci il sangue innocente, poiché tu, Signore, agisci secondo il tuo volere». Presero Giona e lo gettarono in mare e il mare placò la sua furia.
Quegli uomini ebbero un grande timore del Signore, offrirono sacrifici al Signore e gli fecero promesse.
Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. E il Signore parlò al pesce ed esso rigettò Giona sulla spiaggia.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Gn 2,3-5.8
R. Signore, hai fatto risalire dalla fossa la mia vita.
Nella mia angoscia ho invocato il Signore
ed egli mi ha risposto;
dal profondo degli inferi ho gridato
e tu hai ascoltato la mia voce. R.
Mi hai gettato nell’abisso, nel cuore del mare,
e le correnti mi hanno circondato;
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sopra di me sono passati. R.
Io dicevo: «Sono scacciato
lontano dai tuoi occhi;
eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio». R.
Quando in me sentivo venir meno la vita,
ho ricordato il Signore.
La mia preghiera è giunta fino a te,
fino al tuo santo tempio. R.
Il Vangelo del 9 ottobre 2023
Chi è il mio prossimo?
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Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,25-37
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre.
Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui.
Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”.
Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Parola del Signore.
Simeone il Nuovo Teologo (ca 949-1022)
monaco greco
Inni 46, SC 196 (trad. cb© evangelizo)
“Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite” (Lc 10,34)
Mi sono allontanato, Amico dell’uomo, ho soggiornato nel deserto, mi sono nascosto a te, mio dolce Maestro, immerso nella notte dei pensieri della vita da dove risalgo, l’anima segnata da tante piaghe, e grido nel dolore e sofferenza del mio cuore: abbi pietà di me, fammi misericordia, a me il peccatore!
Medico che solo anima le anime, solo ama la misericordia, che guarisce gratuitamente i malati e i feriti, sii medico dei miei lividi, delle mie ferite! Distilla l’olio della grazia, mio Dio, mettila sulle mie piaghe, chiudi le mie ulcere, cicatrizza e rinvigorisci le mie membra avvizzite, e cancella da loro tutte le cicatrici, Salvatore, ridonami intera e perfetta salute, come l’avevo prima. (…)
Mi sono lasciato andare, Maestro, per aver contato su me stesso: mi sono lasciato prendere dal pensiero delle cose sensibili e sono stato sopraffatto, disgraziato, dalla preoccupazione delle cose della vita. Come il ferro una volta raffreddato, sono diventato nero e, a forza di strascicare per terra, ho preso la ruggine.
Ecco perché grido a te, per essere di nuovo purificato, te ne prego, Amico dell’uomo, e per essere ricondotto alla mia bellezza primitiva, e gioire della tua luce ora e sempre e in tutti i secoli. Amen.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Gesù […] opera un rovesciamento rispetto alla domanda del suo interlocutore, e anche alla logica di tutti noi. Ci fa capire che non siamo noi che, in base ai nostri criteri, definiamo chi è il prossimo e chi non lo è, ma è la persona in situazione di bisogno che deve poter riconoscere chi è il suo prossimo, cioè «chi ha avuto compassione di lui» (v. 37). […]
La capacità di compassione è diventata la pietra di paragone del cristiano, anzi dell’insegnamento di Gesù. (Angelus 14 luglio 2019)
![Il Vangelo del giorno vangelo podcast](https://www.eugenioruberto.it/wp-content/uploads/2025/01/gemini_generated_image_534j6r534j6r534j-150x150.jpeg)
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