Martedì della XIV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Veronica Giuliani badessa O.S.C.Cap. (1660-1727)
- SS. Gregorio Grassi Francesco Fogolla e c., martiri († 1900)
Prima Lettura
Hanno seminato vento, raccoglieranno tempesta.
Dal libro del profeta Osèa
Os 8,4-7.11-13
Così dice il Signore:
«Hanno creato dei re
che io non ho designati;
hanno scelto capi
a mia insaputa.
Con il loro argento e il loro oro
si sono fatti idoli,
ma per loro rovina.
Ripudio il tuo vitello, o Samarìa!
La mia ira divampa contro di loro;
fino a quando non si potranno purificare?
Viene da Israele il vitello di Samarìa,
è opera di artigiano, non è un dio:
sarà ridotto in frantumi.
E poiché hanno seminato vento,
raccoglieranno tempesta.
Il loro grano sarà senza spiga,
se germoglia non darà farina
e, se ne produce, la divoreranno gli stranieri.
Èfraim ha moltiplicato gli altari,
ma gli altari sono diventati per lui
un’occasione di peccato.
Ho scritto numerose leggi per lui,
ma esse sono considerate come qualcosa di estraneo.
Offrono sacrifici
e ne mangiano le carni,
ma il Signore non li gradisce;
ora ricorda la loro iniquità,
chiede conto dei loro peccati:
dovranno tornare in Egitto».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 113B (115)
R. Casa d’Israele, confida nel Signore.
Il nostro Dio è nei cieli:
tutto ciò che vuole, egli lo compie.
Gli idoli delle genti sono argento e oro,
opera delle mani dell’uomo. R.
Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano. R.
Le loro mani non palpano,
i loro piedi non camminano.
Diventi come loro chi li fabbrica
e chiunque in essi confida! R.
Israele, confida nel Signore:
egli è loro aiuto e loro scudo.
Casa di Aronne, confida nel Signore:
egli è loro aiuto e loro scudo. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Io sono il buon pastore, dice il Signore,
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. (Gv 10,14)
Alleluia.
Il Vangelo del 9 luglio 2024
La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,32-38
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Parola del Signore.
San Giovanni Crisostomo (ca 345-407)
sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelie sul Vangelo di Matteo, n° 32 (trad. cb© evangelizo)
“Predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità”
Disprezzato e oltraggiato dai nemici, Gesù Cristo si mette a far loro ancor più del bene. (…) Andava per tutte le città e i villaggi, le sinagoghe, insegnando a rispondere alle calunnie non con altre calunnie, ma con le più buone azioni; la tua ricompensa sarà più grande. (…) Perciò Cristo non aspettava che i malati venissero; andava lui stesso da loro e portava due cose essenziali: la Buona notizia del Regno e la guarigione dei loro mali. E neppure questo gli basta: c’è ancora un altro modo in cui manifesta la sua sollecitudine. “Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!”. Nota ancora una volta quanto è lontano dalla vanagloria. Non vuole che tutti lo seguano, allora manda i discepoli. Vuole formarli non solo per le battaglie che dovranno sostenere in Giudea, ma anche per quelle che troveranno dovunque sulla terra. (…) Gesù dà ai discepoli il potere di guarire i corpi, in attesa di conferir loro il potere altrettanto importante di guarire le anime. Guarda come mostra la facilità e allo stesso tempo la necessità di quest’opera. Cosa dice infatti? “La messe è molta, ma gli operai sono pochi”. Non vi mando ai semi, ma alla messe. (…) Così parlando nostro Signore dava loro fiducia e mostrava loro che il lavoro più grande era già stato fatto.
PAROLE DEL SANTO PADRE
«La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!». Questa richiesta di Gesù è sempre valida. Sempre dobbiamo pregare il “padrone della messe”, cioè Dio Padre, perché mandi operai a lavorare nel suo campo che è il mondo. E ciascuno di noi lo deve fare con cuore aperto, con un atteggiamento missionario; la nostra preghiera non dev’essere limitata solo ai nostri bisogni, alle nostre necessità: una preghiera è veramente cristiana se ha anche una dimensione universale. […] Se vissuta in questi termini, la missione della Chiesa sarà caratterizzata dalla gioia. […] Non si tratta di una gioia effimera, che scaturisce dal successo della missione; al contrario, è una gioia radicata nella promessa che – dice Gesù – «i vostri nomi sono scritti nei cieli» (v. 20). Con questa espressione Egli intende la gioia interiore, la gioia indistruttibile che nasce dalla consapevolezza di essere chiamati da Dio a seguire il suo Figlio. Cioè la gioia di essere suoi discepoli. […] Ed è la gioia di questo dono che fa di ogni discepolo un missionario, uno che cammina in compagnia del Signore Gesù, che impara da Lui a spendersi senza riserve per gli altri, libero da sé stesso e dai propri averi. (Angelus, 7 luglio 2019)
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