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Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 6 novembre 2024
Mercoledì della XXXI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Léonard (Leonardo) di Noblac (F) eremita
- BB. Fra Frederic de Berga e XXV Compagni martiri in Spagna
Prima Lettura
Dedicatevi alla vostra salvezza. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fil 2,12-18
Miei cari, voi che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore.Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita.
Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi di non aver corso invano, né invano aver faticato. Ma, anche se io devo essere versato sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi. Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 26 (27)
R. Il Signore è mia luce e mia salvezza.
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura? R.
Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario. R.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo,
perché lo Spirito di Dio riposa su di voi. (1Pt 4,14)
Alleluia.
Il Vangelo del 6 novembre 2024
Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
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Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14,25-33
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Parola del Signore.
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San Nerses Snorhali (1102-1173)
patriarca armeno
Seconda parte, § 570-580; SC 203 (trad. cb© evangelizo)
Sii il compagno d’armi della mia anima, o mio Re!
Anima mia, regale principessa, quando per lei sono entrata nel mondo cominciò una guerra feroce contro i conquistatori delle tenebre. Dapprima non pensò nel suo spirito che con diecimila, − lei e i sensi del suo corpo − non avrebbe potuto lottare. (…) E i testimoni mi lodavano come persona che conosce la sua capacità per lottare contro un debole avversario e non contro un Antagonista che mi superava. Ma quando il mio Angelo ha mandato, prima di entrare in guerra, la volontà del mio libero arbitrio perché faccia la pace secondo la legge, non ho affatto ascoltato il consiglio del tuo comando dato sotto forma di parabola; perciò sono caduto nella lotta, trafitto in modo inguaribile. Ho visto gli altri col corpo simile al mio riportare la vittoria nell’arena; ed ho creduto che anch’io come loro avrei vinto nella lotta personale. Ma quando sono sopraggiunte le tentazioni, hanno rivelato la mia debolezza; mi hanno separato dal gruppo dei virtuosi e mi hanno lasciato in quello degli sciagurati. Ma Tu, o mio Re celeste, Figlio unigenito del Padre onnipotente, sii il compagno d’armi della mia anima debole nella lotta spirituale. Abbatti i mille alla mia sinistra, che manifestamente lottano con cattiveria, e i diecimila alla mia destra, che prendono persino le apparenze del bene. Fortificami contro la loro spada con l’arma della tua verità; e salva la mia testa, membro sublime, col casco del tuo Segno.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Il discepolo di Gesù rinuncia a tutti i beni perché ha trovato in Lui il Bene più grande, nel quale ogni altro bene riceve il suo pieno valore e significato. Il cristiano si distaccca da tutto e ritrova tutto nella logica del Vangelo, la logica dell’amore e del servizio. Per spiegare questa esigenza, Gesù usa due parabole: quella della torre da costruire e quella del re che va alla guerra. […] Qui Gesù non vuole affrontare il tema della guerra, è solo una parabola. Però, in questo momento in cui stiamo fortemente pregando per la pace, questa Parola del Signore ci tocca sul vivo, e in sostanza ci dice: c’è una guerra più profonda che dobbiamo combattere, tutti! È la decisione forte e coraggiosa di rinunciare al male e alle sue seduzioni e di scegliere il bene, pronti a pagare di persona: ecco il seguire Cristo, ecco il prendere la propria croce! Questa guerra profonda contro il male! A che serve fare guerre, tante guerre, se tu non sei capace di fare questa guerra profonda contro il male? Non serve a niente! Non va… Questo comporta, tra l’altro, questa guerra contro il male comporta dire no all’odio fratricida e alle menzogne di cui si serve […] Questi sono i nemici da combattere, uniti e con coerenza, non seguendo altri interessi se non quelli della pace e del bene comune. (Angelus, 8 settembre 2013)
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