Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 6 febbraio 2024
Sommario
Martedì della V settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- SS. Paolo Miki e compagni martiri († 1597) – memoria
- S. Alfonso Maria Fusco sac. e fond. (1839-1910)
Prima Lettura
Tu hai detto, Signore: «Lì porrò il mio nome!». Ascolta la supplica del tuo popolo Israele.
Dal primo libro dei Re
1Re 8,22-23.27-30
In quei giorni, Salomone si pose davanti all’altare del Signore, di fronte a tutta l’assemblea d’Israele e, stese le mani verso il cielo, disse:
«Signore, Dio d’Israele, non c’è un Dio come te, né lassù nei cieli né quaggiù sulla terra! Tu mantieni l’alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore.
Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito!
Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica, Signore, mio Dio, per ascoltare il grido e la preghiera che il tuo servo oggi innalza davanti a te! Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: “Lì porrò il mio nome!”. Ascolta la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo.
Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali nel luogo della tua dimora, in cielo; ascolta e perdona!».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 83 (84)
R. Quanto sono amabili, Signore, le tue dimore!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente. R.
Anche il passero trova una casa
e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari, Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio. R.
Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato. R.
Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
che mille nella mia casa;
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende dei malvagi. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Piega il mio cuore, o Dio, verso i tuoi insegnamenti;
donami la grazia della tua legge. (Sal 118 (119),36.29b)
Alleluia.
Il Vangelo del 6 febbraio 2024
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,1-13
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie, di oggetti di rame e di letti -, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini“. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”.
Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
Parola del Signore.
San Clemente d’Alessandria (150-ca 215)
teologo
Il Pedagogo, III 89, 94, 98; SC 158 (trad. cb© evangelizo)
La legge nuova scritta nel cuore degli uomini
Abbiamo il Decalogo, dato da Mosè … e tutto ciò che viene raccomandato dalla lettura dei libri santi. « Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista! Imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova.
Su, venite e discutiamo, dice il Signore » (Is 1, 16-18)… Ma abbiamo anche le leggi del Verbo, la Parola di Dio, le parole di esortazione scritte non su tavole di pietra dal dito di Dio ( Es 24, 12), ma nel cuore dell’uomo (2 Cor 3, 3)… Queste due leggi sono servite al Verbo per la pedagogia dell’umanità, prima per bocca di Mosè, poi per bocca degli apostoli…
Tuttavia abbiamo bisogno di un maestro per spiegarci queste parole sante… Lui ci insegnerà le parole di Dio. La scuola, è la Chiesa; il nostro unico Maestro, è il Fidanzato, che è volontà buona di un Padre buono, sapienza originaria, santità della conoscenza. “Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati” dice San Giovanni (1 Gv 2, 2). Guarisce l’uomo intero, sia i nostri corpi, sia le nostre anime, lui, Gesù, che è “vittima di espiazione non soltanto per i nostri peccati, ma anche per quelli di tutto il mondo.
Da questo sappiamo d’averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti” (v. 3)… “Chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come lui si è comportato” (v. 6). Allievi di questa beata pedagogia, completiamo il bel volto della chiesa e accorriamo come bambini verso questa madre piena di bontà. Diventiamo gli ascoltatori del Verbo; glorifichiamo la beata provvidenza, che ci guida per mezzo di questo Pedagogo e ci santifica come figli di Dio.
Saremo cittadini del cielo se siamo alunni di tale Maestro in terra, e lassù comprenderemo tutto quanto ci ha insegnato del Padre.
PAROLE DEL SANTO PADRE
La distanza tra il dire e il fare. A questi maestri di Israele, che pretendono di insegnare agli altri la Parola di Dio e di essere rispettati in quanto autorità del Tempio, Gesù contesta la doppiezza della loro vita: predicano una cosa, ma poi ne vivono un’altra.
Queste parole di Gesù richiamano quelle dei profeti, in particolare di Isaia: «Questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me» (Is 29,13). Questo è il pericolo su cui vigilare: la doppiezza del cuore. Anche noi abbiamo questo pericolo: questa doppiezza del cuore che mette a rischio l’autenticità della nostra testimonianza e anche la nostra credibilità come persone e come cristiani.
Fratelli e sorelle, accogliendo questo monito di Gesù chiediamoci anche noi: cerchiamo di praticare quello che predichiamo, oppure viviamo nella doppiezza? Siamo preoccupati solo di mostrarci impeccabili all’esterno, truccati, oppure ci prendiamo cura della nostra vita interiore nella sincerità del cuore? (Angelus, 5 novembre 2023)
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