Martedì della XXVII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Faustina Kowalska Apostola Div. Misericordia (1905-1938)
- B. Bartolo Longo avvocato, fondatore Santuario di Pompei
Libro di Giona 3,1-10.
In quel tempo, fu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del Signore:
“Alzati, và a Ninive la grande città e annunzia loro quanto ti dirò”.
Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore. Ninive era una città molto grande, di tre giornate di cammino.
Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: “Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta”.
I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo.
Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere.
Poi fu proclamato in Ninive questo decreto, per ordine del re e dei suoi grandi: “Uomini e animali, grandi e piccoli, non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua.
Uomini e bestie si coprano di sacco e si invochi Dio con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani.
Chi sa che Dio non cambi, si impietosisca, deponga il suo ardente sdegno sì che noi non moriamo?”.
Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.
Salmi 130(129),1-2.3-4ab.7-8.
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera.
Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi potrà sussistere?
Ma presso di te è il perdono:
perciò avremò il tuo timore
Israele attenda il Signore,
perché presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione.
Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 10,38-42.
In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa.
Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola;
Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».
Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose,
ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».
San Tommaso Moro (1478-1535)
statista inglese, martire
Trattato per ricevere il corpo benedetto di Nostro Signore
“Marta, lo accolse nella sua casa…; Maria … ascoltava la sua parola”
Dopo aver ricevuto nostro Signore nell’Eucaristia, presente nel nostro corpo, non lasciamolo solo per occuparci di altre cose, senza più pensare a lui (…): sia lui la nostra unica occupazione. Rivolgiamoci a lui con preghiera fervente; intratteniamoci con lui con meditazioni profonde. Diciamo col profeta: “Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: (…) per chi ritorna a lui con tutto il cuore” (Sal 85,9). Poiché, se (…) gli riserviamo tutta la nostra attenzione, non mancherà di pronunciare dentro di noi, sotto forma di ispirazione, quella o un’altra parola che ci porterà grande conforto spirituale e gioverà molto all’anima. Siamo dunque sia Marta che Maria. Con Marta, facciamo sì che ogni nostra azione esteriore si rapporti a lui, sia per accoglierlo bene, lui prima di tutto, ed anche per amore a lui, accogliere quelli che l’accompagnano, cioè i poveri da considerare non solo come discepoli, ma come fossero egli stesso: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). (…) Sforziamoci di ritenerlo nostro ospite. Diciamogli, con i due discepoli che andavano al villaggio di Emmaus: “Resta con noi, Signore” (Lc 24,29). E allora, siamone certi, non si allontanerà da noi, a meno che noi stessi non lo allontaniamo con ingratitudine.
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